Ucraina. Cronologia del conflitto (e dell’escalation)
È la notte tra il 23 e il 24 febbraio 2022 quando, pochi minuti prima delle 5, il presidente russo Vladimir Putin annuncia l’inizio «di un’operazione militare speciale»
FEBBRAIO 2022
È la notte tra il 23 e il 24 quando, pochi minuti prima delle 5, il presidente russo Vladimir Putin annuncia l’inizio «di un’operazione militare speciale» per «demilitarizzare e denazificare» l’Ucraina. È l’inizio della guerra. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si rifiuta di fuggire da Kiev, chiedendo sostegno internazionale e armi. L’Ue impone le prime sanzioni. Il 28 febbraio l’Ucraina presenta la domanda di adesione all’Ue.
MARZO
Il mese comincia con l’assedio di Mariupol, città sul Mar d’Azov con il porto più importante dell’Ucraina. Il 3 la Russia comunica la conquista di Kherson e il giorno dopo attacca Zaporizhzhia, sede della più grande centrale nucleare d’Europa.
Il 16 i russi bombardano un teatro a Mariupol, uccidendo almeno 300 civili, ma l’obiettivo di raggiungere in breve la capitale fallisce.
APRILE
Il 2 le forze russe abbandonano Bucha, città a nord-ovest di Kiev, lasciandosi alle spalle le prove di un vero e proprio massacro, con 400 cadaveri disseminati tra strade e fosse comuni. Il Cremlino nega di aver preso di mira i civili.
L’8 aprile la strage davanti alla stazione ferroviaria di Kramatorsk: 52 morti, straziati dalle bombe a grappolo sull’asfalto tra i peluche di alcune piccole vittime. Il 21 Putin annuncia la presa di Mariupol: 2.500 soldati ucraini rimangono barricati nell’acciaieria Azvostal, divenuta simbolo dell’assedio.
MAGGIO
Finlandia e Svezia chiedono di entrare nella Nato.
Con l’uscita degli ultimi soldati dall’acciaieria Azovstal, il 21 aprile cade Mariupol ma inizia la battaglia per Severodonetsk, nel Lugansk. Il 28 parte la controffensiva ucraina su Kherson. Il mese si conclude con Biden che decide di inviare a Kiev gli Himars.
GIUGNO
Il 16 il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e l’allora presidente del Consiglio Mario Draghi visitano Kiev. Il 23 l’Ue concede all’Ucraina lo status di candidato. Il 29 i leader della Nato formalizzano l’invito alla Svezia e alla Finlandia ad entrare nell’alleanza. Sul campo, la Russia conquista Severodonetsk.
LUGLIO
Kiev e Mosca firmano un accordo per riprendere l’export di grano dall’Ucraina. Poco dopo Mosca attacca il porto di Odessa e Gazprom taglia la fornitura all’Europa attraverso il Nord Stream.
AGOSTO
Kiev lancia l’offensiva per riconquistare Kherson, mentre inizia la battaglia per la città orientale di Bakhmut. Gli ucraini riconquistano centinaia di città con una controffensiva intorno a Kharkiv. Il 20 nelle vicinanze di Mosca viene uccisa a bordo della sua macchina, carica di esplosivo, Daria Dugina, figlia dell’ideologo del Cremlino Alexander Dugin.
SETTEMBRE
Putin lancia una mobilitazione di 300.000 riservisti, innescando un esodo di giovani russi in età militare. Il 27 due esplosioni danneggiano il gasdotto Nord Stream.
OTTOBRE
L’8 viene gravemente danneggiato il ponte che collega la Crimea alla terraferma russa, simbolo dell’annessione della penisola da parte di Mosca. Le forze russe reagiscono con una raffica di attacchi alle infrastrutture energetiche ucraine, lasciando milioni di persone senza elettricità.
NOVEMBRE
Il 9 novembre i russi si ritirano da Kherson. Si rischia l’escalation mondiale quando, in Polonia, due missili cadono al confine con l’Ucraina uccidendo due persone. La Nato promette di ammettere Kiev.
DICEMBRE
Il mese inizia con il nono pacchetto di sanzioni Ue a Mosca. Il 22 Zelensky va a Washington nel suo primo viaggio all’estero dall’inizio della guerra: «L’Ucraina non sarà mai sola», dice Biden prima di promettere l’invio dei sistemi Patriot. E da Mosca Putin risponde con un annuncio sui Sarmat.
GENNAIO 2023
A Capodanno la Russia subisce la più grande perdita di truppe dall’inizio dell’invasione: nell’attacco a Makiivka vengono uccisi 89 soldati. Gennaio è anche il mese dei carri armati: la Germania accetta di fornire a Kiev i Leopard 2, gli Usa annunciano l’invio di 31 M1 Abrams e Londra promette i Challenger. Il 25 gennaio l’Ucraina ammette la ritirata da Soledar, vicino a Bakhmut.
FEBBRAIO
L’8 febbraio 2023 il primo ministro Rishi Sunak annuncia che il Regno Unito sta valutando la possibilità di inviare missili a lungo raggio e aerei di combattimento a Kiev mentre Zelensky insiste per una sempre maggiore fornitura di armi, chiedendo i caccia. Ma sulla richiesta gli alleati prendono tempo.
* Fonte/autore: Andrea Sceresini, il manifesto
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