by il manifesto | 16 Febbraio 2023 8:26
IL TESTO VA AL SENATO PER L’APPROVAZIONE DEFINITIVA. 187 voti a favore, 139 contrari e 3 astenuti. Le opposizioni: «Decreto naufragi»
Tutto come previsto. Il decreto Piantedosi, che renderà più difficile il lavoro delle ong impegnate a salvare i migranti nel Mediterraneo, ha fatto il primo passo verso la sua trasformazione in legge. Con 187 voti a favore, 139 contrari e 3 astenuti la Camera ha licenziato ieri il testo che passa adesso al Senato per il via libera definitivo, che dovrà avvenire entro il 3 marzo prossimo. Inutili gli appelli a un ripensamento rivolti al parlamento dalle organizzazioni umanitarie, che anche ieri hanno denunciato come le nuove norme rischiano di avere «effetti mortali» sulle persone in fuga lungo quella che è considerata una delle rotte più pericolose al mondo. Inutile anche il richiamo del Consiglio d’Europa che per gli stessi motivi nelle scorse settimane all’esecutivo aveva chiesto di ritirare o almeno modificare il testo. Niente da fare.
Inascoltato di fatto in Europa per quanto riguarda l’immigrazione, il governo ha fatto del decreto ong una bandiera alla quale a tutti i costi non intende rinunciare, un risultato da presentare come una vittoria all’elettorato di destra. «Finalmente regole e un codice di condotta per i soccorsi in mare», commenta soddisfatto il sottosegretario leghista all’Interno Nicola Molteni, per il quale le nuove norme servirebbero a fare «chiarezza tra missioni di salvataggio e attività di ricerca sistematica in mare». Riferimento quest’ultimo rivolto proprio alle ong.
Vediamole dunque alcune delle nuove norme che modificano alcuni commi del cosiddetto decreto Lamorgese e regolano la questione dei salvataggi multipli.
AUTORIZZAZIONI Le navi che svolgono attività di ricerca e soccorso in mare devono possedere le autorizzazioni rilasciate dalle competenti autorità dello Stato di bandiera e i requisiti di idoneità tecnico-nautica alla sicurezza della navigazione nelle acque territoriali.
PORTO SICURO. Una volta effettuato un salvataggio in mare l’equipaggio della nave ong deve richiedere subito l’indicazione di un scalo dove poter sbarcare i naufraghi che dovrà raggiungere immediatamente. Questo per impedire che una volta portato a termine il primo soccorso, la nave possa rispondere ad altre richieste di aiuto dando così vita ai cosiddetti soccorsi multipli.
RICHIESTE DI ASILO L’equipaggio deve raccogliere, previa informativa, le intenzioni dei migranti di richiedere la protezione internazionale.
SANZIONI Se una ong viola le prescrizioni si applica al comandante della nave una sanzione amministrativa da euro 10.000 a 50.000. La responsabilità solidale si estende all’armatore e al proprietario della nave. Competente all’irrogazione delle sanzioni è il prefetto della provincia interessata dallo sbarco.
FERMO AMMINISTRATIVO Viene applicato per due mesi alla nave che ha commesso la violazione. In caso di reiterazione con la stessa nave si applica la sanzione amministrativa accessoria della confisca della nave e l’organo accertatore procede immediatamente a sequestro cautelare. Sono, poi, previste sanzioni che vanno dai 2000 ai 10mila euro al comandante e all’armatore che «non forniscono le informazioni richieste dalla competente autorità nazionale per la ricerca e il soccorso in mare o non si uniformano alle indicazioni della medesima autorità».
Per una volta tanto unite, le opposizioni hanno duramente criticato l’approvazione del decreto, avvenuta lo stesso giorno in cui si registra l’ennesimo naufragio costato la vita a 73 migranti. «Mentre, ancora in queste ore, annegano persone nel Mediterraneo centrale – ha detto il deputato di +Europa Riccardo Magi – il meglio che sa fare il governo è u favoreggiamento dell’omissione di soccorso». Per l’ex presidente della Camera Laura Boldrini, oggi deputata dem, «contenere i flussi migratori impedire le operazioni di soccorso è contro i principi dello Stato di diritto, conto le convenzioni internazionali e contro la Costituzione. Questo è un ’decreto naufragi’». Nicola Fratoianni (Alleanza Verdi Sinistra) ha parlato invece di «decreto frutto di cinismo e di una lunga onda di ipocrisia».
* Fonte/autore: il manifesto[1]
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