Fortezza Europa. Dieci morti su un barcone alla deriva

Fortezza Europa. Dieci morti su un barcone alla deriva

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La Guardia costiera ne salva 42 in zona Sar maltese: in viaggio da sabato senza viveri. Il dramma della donna che, morendo, ha lasciato scivolare in mare il suo neonato. L’ong tedesca Sea eye ne intercetta 109 ma per due migranti è tardi. Il Viminale prima li indirizza a Pesaro e poi a Napoli

 

Un peschereccio tunisino li ha incrociati giovedì mattina e ha fatto la segnalazione a La Valletta: erano in 52 in zona Sar maltese su un barchino di 6 metri, un guscio che rischiava di affondare a ogni onda. Ad andarli a prendere alla fine è stata è stata la Guardia costiera italiana, su richiesta del governo maltese: era l’una di notte quando la motovedetta si è avvicinata all’imbarcazione pericolosamente inclinata sul fianco sinistro, a circa 40 miglia da Lampedusa. A bordo i soccorritori hanno trovato otto cadaveri, dieci in totale i morti.

I 42 SOPRAVVISSUTI, originari di Mali, Costa d’Avorio, Guinea, Camerun, Burkina Faso e Niger, sbarcati sull’isola delle Pelagie sfiniti e disidratati, hanno raccontato di essere partiti sabato scorso da Sfax, in Tunisia, dopo essere stati per mesi rinchiusi in una safe house di Mahdia. Viveri finiti, avevano iniziato a bere l’acqua di mare. Tra i cadaveri arrivati a Lampedusa c’è la mamma che stringeva il suo neonato: quando è spirata il bimbo è scivolato in mare perdendosi tra le onde. Il secondo disperso era sul bordo dell’imbarcazione: si è accasciato ed è finito in mare.

LA PROCURA di Agrigento ha aperto un fascicolo: ipotesi di reato, a carico di ignoti, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato. Tra giovedì notte e ieri a Lampedusa ci sono stati 9 sbarchi di migranti, 376 persone in totale. Una donna è stata recuperata in mare in serata davanti la costa di Lampedusa: a tenerla a galla solo un salvagente. Chi è partito da Sfax ha raccontato di aver pagato gli scafisti tra i 1.500 e i 3.500 dinari tunisini. Nella camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana, una stanza senza refrigerazione, i cadaveri erano diventati 12, ieri sera 4 sono stati messi sul traghetto per essere tumulati: «I documenti erano pronti – ha spiegato il sindaco – non riuscivamo però a trovare disponibilità affinché queste bare venissero accolte nei cimiteri agrigentini». All’hotspot di Lampedusa in contrada Imbriacola le presenze sono salite a 459. Per evitare che la struttura di primissima accoglienza si ingolfi, la Prefettura di Agrigento ha disposto il trasferimento di 80 persone. Stamattina arriveranno a Porto Empedocle: 33 verranno trasferiti a Bari e 47 a Crotone.

È STATA INVECE L’ONG tedesca Sea Eye a salvare 109 naufraghi, tra cui almeno 35 bambini, in due operazioni. Giovedì notte sono state recuperate prima 32 persone, ma purtroppo due erano già morte. Quindi sono stati intercettati in 77. Il primo gruppo era su un barchino di acciaio, inadatto alla navigazione in mare aperto, in viaggio da sei giorni. A dare l’allarme è stato l’aereo da ricognizione Seabird della ong Sea Watch nel tardo pomeriggio di giovedì. La Sea eye ha impiegato sei ore per raggiungerli: quando sono arrivati due dei 34 migranti erano morti. Molti dei sopravvissuti hanno avuto bisogno del personale medico di bordo. Uno di loro era in condizioni gravi ed è stato evacuato dalle autorità maltesi con l’elisoccorso ieri mattina.

«SIAMO SEMPRE ARRIVATI in tempo per evitare la perdita di vite umane. Ma questa volta siamo arrivati troppo tardi per due persone – ha raccontato Gorden Isler, presidente di Sea eye -. Per sei giorni sono stati in balia del brutale regime di frontiera europeo. Questo è imperdonabile. Una madre ha perso la vita prima ancora che potessimo raggiungere la barca. Un bambino è ora orfano. Un uomo ha perso la moglie». La nave dell’ong è in viaggio verso Pesaro: l’Italia solo in tarda mattinata, ieri, ha comunicato il porto di approdo, a cinque giorni di distanza dall’ultimo salvataggio.

IL SINDACO Matteo Ricci: «Mi chiedo se sia normale che l’imbarcazione, che era davanti la costa libica, debba fare oltre 2mila chilometri per raggiungere Pesaro». Poi in serata il contrordine: «Il ministero dell’Interno ha annullato l’approdo a Pesaro – l’annuncio di Ricci -. Eravamo e rimaniamo pronti per un’accoglienza seria e diffusa. Spero che abbiamo deciso di far attraccare la nave in un porto più vicino e sicuro. È disumano tenere in nave bambini e persone in condizioni psico sociosanitarie precarie per tanti giorni e tante miglia». La nuova destinazione è Napoli, come Pesaro amministrata dal centrosinistra.

IN VENETO, ieri pomeriggio, sono stati salvati due siriani: li hanno trovati semisommersi dentro una cisterna piena di cereali, all’interno di un treno merci che si era fermato a uno dei terminal di Portogruaro. Il convoglio proveniva dalla Serbia via Trieste. Ad avvisare i Vigili del fuoco è stato il macchinista che ha sentito le grida d’aiuto. I due, esausti, hanno raccontato di essere in viaggio da 35 ore.

* Fonte/autore: Adriana Pollice, il manifesto



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