Tra le richieste arrivate dalla piazza c’è un aumento della spesa per l’assistenza primaria dopo anni di tagli e un piano per porre fine alla saturazione dei centri di salute (centros de salud), centri di prima assistenza sanitaria capillari sul territorio, che da molti mesi si trovano in forte difficoltà per la carenza di personale e per la chiusura di alcune strutture. La grande mobilitazione ha appoggiato anche il lungo sciopero portato avanti dallo scorso 21 novembre da oltre quattromila medici di famiglia e circa settecento pediatri di assistenza primaria madrileni.

«Stanno smantellando la sanità pubblica, ce la vogliono togliere», «Sono quarant’anni che la destra madrilena cerca di privatizzare la sanità», spiegano i manifestanti in piazza.

La Comunità Autonoma di Madrid, la più ricca della Spagna, è quella che investe meno in sanità pubblica per ogni abitante, ed è una delle regioni con meno medici di famiglia rispetto alla popolazione. Negli ultimi mesi le liste d’attesa sono diventate eterne, ed in piazza molti denunciano l’impoverimento dei servizi offerti, con la chiusura delle urgenze ambulatoriali extra-ospedaliere negli anni della pandemia. «Chi può permetterselo, va dal privato», denunciano.

Lucía, medico di assistenza primaria che lavora in un centro de salud di Madrid conferma questa situazione di grave difficoltà. «Ho scelto di non partecipare allo sciopero a oltranza perché non ne ho la possibilità economica – spiega – ma è una protesta fondamentale: siamo al collasso, arriviamo ad avere cento pazienti per ogni medico in un giorno». In questo quadro di protesta e richieste precise, la risposta del governo Ayuso è stata finora sprezzante.

La mobilitazione arriva a poco più di tre mesi dalle elezioni del 28 maggio prossimo, quando in Spagna si voterà per le amministrative e le regionali. Nella regione di Madrid i partiti della sinistra cercheranno di scalzare dal potere la destra dopo quasi quattro decenni, e stanno facendo della difesa della sanità pubblica la principale bandiera. Per Mónica García, candidata del partito Más Madrid che alle elezioni regionali del maggio 2021 superò da sinistra il Partito socialista (Psoe), piazzandosi al secondo posto, «la sanità pubblica madrilena non potrà sopportare altri quattro anni di governo Ayuso e del Pp», e ha fatto un appello ai cittadini perché alle prossime elezioni si posizionino a favore del sistema sanitario pubblico con il proprio voto. Anche il Psoe ha fatto appello a una traduzione in voto dello scontento visto in piazza.

Al momento però i sondaggi fotografano una popolarità ancora molto forte per la carismatica Isabel Díaz Ayuso, che alle elezioni madrilene del 2021[1] ottenne una schiacciante vittoria. Il Pp potrebbe avere bisogno dell’ultradestra di Vox per governare a Madrid (proprio come a livello nazionale), ma una vittoria delle sinistre sembra ancora lontana nella regione autonoma.

* Fonte/autore: Lorenzo Pasqualini, il manifesto[2]