Regno Unito. Vietate in rete le immagini “positive” di migranti
La ministra inglese Michelle Donelan: «Vietate le immagini “positive” dei migranti»
Non si potranno più vedere i migranti. A voler essere precisi, non si potranno più guardare i volti di quei pochi che ce la fanno ad attraversare la Manica e che magari a Dover abbozzano un timido sorriso di sollievo. Per lo scampato pericolo.
Sarà vietato registrarli, guardarli on line, tanto più se esprimono soddisfazione per la fine di un incubo. Perché i volti di quei pochissimi che ce l’hanno fatta potrebbero essere di “incentivo” ad altri, potrebbero essere uno “spot” per chi vuole imbarcarsi.
Sembra una boutade, una cinica, orrenda boutade. Ma è tutto vero. Accade in Inghilterra, nella Londra dei conservatori.
L’altro giorno alla Camera dei Comuni è stata ripresentata (dopo molte correzioni, tutte peggiorative) e sta per essere approvata definitivamente una legge per il controllo della rete. Norme che forse – dicono in molti – non hanno paragoni neanche nei paesi più autoritari. Il tutto, ovviamente, come avviene in questi casi, soprattutto nel nome della lotta alla pedofilia.
Ecco di che si tratta. A Londra, incurante delle proteste delle organizzazioni della società civile e addirittura di alcuni degli esponenti più moderati dei conservatori, il governo e, in prima fila soprattutto la segretaria alla cultura, Michelle Donelan, hanno portato in aula il Safety Bill.
Una serie di norme che si applicheranno a tutte le piattaforme, ai social, al Web. Anche quelle che hanno sede fuori dal Regno Unito ma che comunque “sono accessibili” al pubblico inglese.
Saranno le società, Meta, Google, eccetera, ad essere responsabili se, nelle loro piattaforme, passano contenuti considerati illegali. E in questa “voce” rientra la pedofilia ma anche il commercio di armi, la vendita di droga, l’incitamento al terrorismo. Tanti argomenti, diversi, trattati allo stesso modo.
Dovranno rimuovere immediatamente tutto ciò che è considerato fuori dalla legge. Come lo faranno? O allestendo una sterminata squadra di “moderatori”, di persone cioè utilizzate per il controllo del traffico in rete o affidandosi a strumenti dell’intelligenza artificiale. E come è facile capire in un paese che – solo sui social – scambia trenta milioni di messaggi al giorno, si sceglierà la seconda ipotesi.
Ci saranno i filtri automatici, insomma, gli stessi che i governi provano ad imporre in altre parti del mondo, Europa compresa, anche se fino ad ora non ci sono riusciti pienamente per l’opposizione di chiunque abbia a cuore la libertà d’espressione. Perché è facile capire che un software non potrà mai cogliere il diverso significato di una frase, di una foto, di un’immagine in contesti differenti.
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Anche in Inghilterra molti si sono opposti, inutilmente. Non solo, ma un gruppo di membri della Camera dei Lord, i cosiddetti “backbencher ultra conservatori” ha imposto un ulteriore giro di vite. Subito accolto dal governo e presentato appunto in aula l’altro giorno, per essere approvato. Prevede esattamente il carcere, l’arresto per chi, sollecitato dall’Ofcom (l’organismo inglese di controllo delle comunicazioni) non fa abbastanza per combattere la pedofilia.
Funzionerà più o meno così: l’Ofcom segnala alle società che, a suo dire, i messaggi o i filmati non sono abbastanza censurati. E arriva una multa fino al dieci per cento del fatturato. Se però il gruppo non fa qualcosa, subito, i responsabili vanno in carcere. Per due anni.
Una modifica per la quale s’è battuta con forza la famigerata Priti Patel, proprio l’ex ministra di Boris Johnson, quella dell’accordo col Rwanda per il trasferimento forzato dei migranti sbarcati in Inghilterra.
E’ tutto? No, perchè mancano, appunto, i migranti. Ce li hanno “infilati” alla fine, proprio all’ultimo. Ubbidendo anche qui alle richieste degli ultra conservatori della Camera dei Lord. La ministra Michelle Donelan – come riporta il Guardian – è stata chiara al proposito: anche le immagini di migranti, le immagini “positive” dei migranti – quelle presentate sotto una non meglio precisata “positive light” – entreranno nell’elenco delle cose proibite. Perché il volto di chi saluta la fine di un incubo potrebbe incentivare in altri il reato di “immigrazione clandestina”.
Un emendamento simile era già stato proposto nei mesi scorsi. L’aveva presentato Natalie Elphicke, una deputata conservatrice di Dover. Più o meno era stato accolto fra l’imbarazzo e lo scherno dell’aula e della stessa opinione pubblica.
Ora invece, sempre su pressione dei Lord, fa parte delle norme scritte. E sempre l’ex ministra Patel ha spiegato che stavolta lei e tutto il partito “vigilerà perché le regole non siano attenuate all’ultimo momento”. Tutto ciò, come dice Ella Jakubowska, che si occupa della difesa dei diritti digitali per l’associazione Edri, è “semplicemente terrificante”.
* Fonte/autore: Stefano Bocconetti, il manifesto
ph by UK Government, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons
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