“Nella richiesta di decreto ingiuntivo – spiega Danilo Conte – abbiamo osservato che la fabbrica formalmente è in attività, dato che non è in corso alcuna procedura fallimentare, né ci sono altri motivi legali per cui può essere giustificato il comportamento della proprietà. Dunque gli operai di Qf vanno considerati come dipendenti a tutti gli effetti. Ai quali, fin quando non sarà autorizzato un ammortizzatore sociale, va corrisposto il normale stipendio. Il giudice del lavoro ha accolto le nostre argomentazioni, condannando Qf a pagare la differenza fra quanto percepito dai lavoratori e quanto avrebbero dovuto avere”.
Più che soddisfatti la Rsu e il Collettivo di Fabbrica: “Questi decreti sanciscono al momento che il contratto a tempo indeterminato, in assenze di valide ragioni, deve essere pienamente retribuito. Quindi la condotta di Qf è stata illegittima, e per quanto ci riguarda questa è solo la punta dell’iceberg, perché riteniamo in mora l’intero reddito da gennaio 2022”.
Di conseguenza, avvertono le tute blu, “Qf paghi tutto ciò che è dovuto, a partire dalle spettanze arretrate di ottobre, novembre, premio di risultato fisso, ferie, malattie, contributi Inps, contributi Cometa e tredicesima. E l’8 gennaio paghi le spettanze di dicembre. Cessino le calunnie contro lo stabilimento e l’assemblea permanente, e cessi l’assedio, mirato probabilmente allo smantellamento dello stabilimento in assenza di chiarezza sulla reindustrializzazione. Se poi il ministero del Lavoro vorrà intervenire concedendo una cig in deroga e retroattiva, lo farà in piena autonomia, prendendosi la gravissima responsabilità di decurtare a posteriori il nostro stipendio, usando i soldi pubblici dell’Inps”.
La Rsu ex Gkn fa infine una ulteriore, stringente richiesta: “Il Collettivo di Fabbrica ha presentato un proprio piano industriale, e chiede che sia messo a verifica. Si colleghi semmai la cassa integrazione, da ora in poi e non retroattiva, a quel piano industriale e all’intervento pubblico. Intervengano lo Stato, la Regione Toscana, Invitalia, il Mimit, Cassa depositi e prestiti, perché ogni giorno immobili è un giorno di complicità con i ‘licenziamenti di fatto’. Quindi soldi pubblici per ripartire, non per stare fermi, e una cig per riprenderci il tempo, non per perdere tempo”.
Altri 15 ricorsi “pilota” per altrettanti decreti ingiuntivi relativi al mese di ottobre sono in attesa di risposta. E nei prossimi giorni la Rsu, il Collettivo di Fabbrica e il pool di legali che assistono gli operai decideranno le prossime mosse per ottenere gli stipendi di novembre.

* Fonte/autore: Riccardo Chiari, il manifesto[1]