Sindacati. Dal Congresso UIL più forte l’asse con Cgil, la Cisl isolata
Nel congresso a Bologna applausi a Landini sull’unità sindacale. Proposte di Bombardieri e del segretario Cgil sovrapponibili: riduzione orario, tassazione extraprofitti. «Costruiamola a partire dai luoghi di lavoro»
Si rafforza l’asse Cgil-Uil, la Cisl appare isolata. Nella seconda giornata del 18° congresso della Uil a Bologna, complice l’assenza causa febbre e afonia di Luigi Sbarra, a prendersi la scena è Maurizio Landini. Il segretario della Cgil loda il congresso e la relazione di giovedì di «Pierpaolo» Bombardieri e strappa applausi a scena aperta dalla platea Uil, specie nei passaggi sull’unità sindacale, tema carsico di questi anni.
DALLA ROTTURA sullo sciopero generale di dicembre scorso le posizioni confederali si sono irrigidite, come dimostrano le continue frizioni specie nel settore del trasporto aereo.
E così l’unità di intenti e di proposte fra Bombardieri e Landini è quasi sovrapponibile: riduzione di orario a parità di salario, tassazione al 100% degli extraprofitti per le imprese che hanno guadagnato da pandemia e guerra (Landini aggiunge le banche a Big Pharma e Amazon citate da Bombardieri), formazione e aggiornamento continuo per tutti i lavoratori per affrontare la riconversione ambientale e tecnologica (che Landini chiede sia pagata dalle imprese prevedendolo nei prossimi contratti).
Ma è sull’idea di una nuova unità sindacale «costruita dal basso che parta dai luoghi di lavoro» che Landini strappa l’applauso più lungo: «ce lo chiedono i lavoratori che hanno bisogno di un sindacato unito per ottenere risultati». Per il segretario della Cgil «va rilanciata la cultura politica del lavoro: se non lo facciamo noi non lo fa nessuno, non riesco a vedere il futuro di un sindacato confederale se continuiamo a essere tre soggetti, a volte non d’accordo tra loro, che non si pongono il problema di dare una prospettiva unitaria al movimento dei lavoratori».
UIL E CGIL DUNQUE propongono di ripartire dall’unità sindacale per allargare la rappresentanza, coinvolgere tutti i lavoratori e farsi carico di costruire un nuovo modello di sviluppo sociale. Una «nuova frontiera» che non ha alternativa, imposta da quel 40% di astenuti, in gran parte lavoratori fra i «più deboli», che evidentemente non hanno trovato nessuna rappresentanza: «Numeri che ci dicono che c’è una rottura drammatica tra lavoro e rappresentanza politica».
La risposta è un sindacato che per Landini non è «né corporativo né aziendale, ma autonomo che non risponda ai partiti ma solo ai lavoratori, ai giovani e ai pensionati e che fa della contrattazione collettiva la ragione stessa della sua esistenza, che allarghi la propria rappresentanza a tutte le forme di lavoro per aprirsi ai cambiamenti». Il segretario della Cgil ammette di non «aver una ricetta» ma ricorda che «un sindacato confederale è più forte solo se plurale».
UN APPELLO PERÒ che non scalda la Cisl. Assente Sbarra, il compito di replicare tocca alla segretaria confederale Daniela Fumarola che non nasconde una certa freddezza: «Prima di arrivare a considerare l’ipotesi di un sindacato unitario proverei a mettere in campo quello che ci unisce: continuiamo a portare avanti le piattaforme messe a punto insieme, da fisco a pensioni, il resto si vedrà. Gli aspetti politici più ampi credo che in questo momento siano residuali», conclude Fumarola.
A CONFERMA DELLE DIVISIONI, arriva il «ballot» in solitaria fra gli assistenti di volo Ryanair dipendenti di Crewlink. Ieri la Fit Cisl ha annunciato l’esito bulgaro della votazione sul nuovo contratto: 100% di favorevoli. Peccato però che continui la totale opacità della consultazione: non è stato reso noto il numero dei votanti su un totale di circa mille lavoratrici e lavoratori. E i “cugini” di Filt Cgil e Uilt – forti dei successi dei quattro scioperi in Ryanair – sostengono che a votare siano stati solo i pochissimi delegati.
* Fonte/autore: Massimo Franchi, il manifesto
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