by Luca Martinelli * | 22 Ottobre 2022 8:54
Entro martedì il presidente della regione firmerà l’autorizzazione. Dopo i primi 3 anni nel porto toscano la nave fornirà ancora il suo servizio per i 22 anni successivi
È arrivata l’attesa autorizzazione per la nave di stoccaggio e rigassificazione Snam che verrà ancorata a Piombino. La Conferenza dei servizi convocata ieri presso la Regione Toscana dal Commissario straordinario, il presidente toscano Eugenio Giani, non s’è però chiusa con una votazione all’unanimità, perché il sindaco del Comune di Piombino – Francesco Ferrari, di Fratelli d’Italia – ha confermato la propria contrarietà all’opera, annunciando anche un ricorso al Tar.
Secondo Giani, già martedì della prossima settimana potrebbero partire i cantieri per permettere alla Golar Tundra, una nave lunga 297 metri e larga 40, di ormeggiare di fianco a una banchina di 300, nel porto della cittadina toscana. L’opera di cantiere più grande da realizzare sarà la conduttura, lunga 8 chilometri e 800 metri, che passerà sul fondale davanti al porto e collegherà la nave, rifornita da metaniere una volta in esercizio, al gasdotto nazionale che corre lungo l’Aurelia.
Esulta la Regione Toscana, che ha costruito negli ultimi mesi una falsa verità storica, secondo cui il rigassificatore permetterà all’Italia di affrontare con più serenità l’inverno. L’impianto Fsru (acronimo inglese per Floating Storage and Regasification Units), pagato 330 milioni di euro, «non sarà operativo prima della primavera del 2023, a valle della conclusione dell’iter autorizzativo e regolatorio e della realizzazione delle opere necessarie al collegamento alla rete di trasporto» come Snam scriveva già a giugno, comunicandone l’acquisto. La società, tra l’altro, non ha ancora annunciato di aver concluso i contratti relativi alla capacità di rigassificazione.
Appresa la notizia della conclusione dell’ultima riunione della conferenza dei servizi, intanto, i manifestanti dei comitati contrari al progetto, che da ieri mattina erano in presidio davanti alla sede della Regione Toscana, hanno iniziato a urlare «venduti» e «buffoni» rivolgendosi alle finestre della presidenza della Giunta della Toscana, dove si è svolto l’incontro. Rispetto al ricorso al Tar del Comune, Giani ha spiegato che «è nelle sue facoltà, siamo una Repubblica democratica nella quale vi sono tutti i presupposti perché ad ogni atto amministrativo si possa formulare ricorso» aggiungendo però che «naturalmente i lavori iniziano, poi se il Tar dovesse disporre in modo diverso saranno fermati».
Al termine della conferenza dei servizi Giani ha spiegato che «la nave rimarrà in esercizio per tre anni ed entro 45 giorni con prescrizione assoluta Snam dovrà indicare sulla base degli studi e delle verifiche che sta facendo sull’intera Costa italiana dove montare la piattaforma offshore dove la nave fornirà il suo servizio nei 22 anni successivi ai primi 3 anni in cui starà a Piombino». Snam sarebbe impegnata in verifiche ad ampio raggio, «non solo nel tratto di mare davanti alle coste toscane ma anche oltre i confini della Toscana» ha aggiunto Giani, confermando di fatto quello che i contrari all’opera sostengono da quando si è iniziato a parlare del rigassificatore e di quello gemello di Ravenna: le due opere àncorano l’Italia a un modello fossile fin verso il 2050.
Ma a Giani questo non interessa: «Voglio arrivare ad approvare in Giunta il memorandum Piombino che costituirà fonte di intesa con il Governo, presupposto per l’autorizzazione». Questo avverrà lunedì pomeriggio, poi al massimo martedì firmerà materialmente l’atto che consente a Snam di iniziare i lavori. Memoradum che non sana la contrarietà del Comune all’opera: «Noi riteniamo che quel memorandum non ricalchi a pieno le vere esigenze del nostro territorio perché fa un elenco di cose, alcune delle quali sono già finanziate» ha spiegato il sindaco.
* Fonte/autore: Luca Martinelli, il manifesto[1]
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