Pensionati alla fame: uno su tre sotto i 1.000 euro

by Massimo Franchi * | 28 Ottobre 2022 8:46

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INPS. I dati sul 2021 confermano: nessun aumento dei costi. Ancora da attuare la separazione previdenza-assistenza

 

Il «Casellario pensionati» reso noto ieri dall’Inps conferma quanto siano false le percezioni sulla previdenza italiana. I dati aggiornati a fine 2021 testimoniano gli effetti di ormai lungo periodo provocati dalla riforma Fornero del 2013.

Gli assegni da pensione in Italia sono bassi o bassissimi e penalizzano soprattutto le donne. Dei 16 milioni di pensionati, quasi un terzo – il 32,8% – ha redditi da pensione (formati spesso dalla somma di vari trattamenti: ogni pensionato riceve infatti 1,41 trattamenti) inferiori a mille euro al mese – la cui media annua è 19.443 euro – e la maggior parte sono donne.

Il gap di genere è pesante: l’importo medio dei redditi percepiti dalle donne è infatti inferiore rispetto a quello degli uomini del 27%: 16.501 contro 22.598 euro.
A confutare gli allarmi sull’aumento della spesa previdenziale, l’Inps certifica che «rispetto al 2020 – anno peggiore della pandemia – «il numero di prestazioni è aumentato dello 0,2% e il corrispondente importo complessivo annuo è aumentato dell’1,7%».

Degli oltre 22,7 milioni di trattamenti, la fetta più grande è nettamente di pensioni di vecchiaia – 12,1 milioni, in costante aumento negli ultimi anni – mentre continuano a calare quelle di invalidità, ormai stabilmente sotto il milione: 996 mila l’anno scorso. Costanti invece le pensioni ai superstiti (o di reversibilità) pari al 20,2%.

È significativo anche il divario territoriale: nel Nord si concentra il 47,8% dei pensionati e il 50,8% della spesa (157,93 miliardi). Il reddito da pensione pro capite al Nord è pari in media a 20.723 euro a fronte dei 20.640 del Centro e dei 17.065 del Mezzogiorno (19.782 la media nazionale esclusi i pensionati residenti all’estero). Il dato è legato alla più alta percentuale di pensioni previdenziali al Nord basate su un numero più alto di anni di contributi. Al Sud ci sono il 32,2% dei pensionati complessivi per il 28,1% della spesa (87,49 miliardi su quasi 311, esclusa la spesa per quelli all’estero).

A riprova che l’annoso dibattito sulla separazione necessaria fra previdenza e assistenza è ancora di grande attualità, le pensioni di tipo «assistenziali» sono ben quasi 4,4 milioni , pari al 19,2% del totale, sebbene pesino solo per l’8,2% della spesa complessiva.

* Fonte/autore: Massimo Franchi, il manifesto[1]

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