by il manifesto | 1 Ottobre 2022 11:39
Al consiglio di sicurezza dell’Onu riunitosi ieri è arrivato lo scontato veto russo alla risoluzione di condanna dell’annessione delle regioni ucraine – che conteneva anche il ritiro immediato delle truppe del Cremlino dal Paese. L’India e la Cina si sono astenute.
«Gli Stati uniti sono preparati a difendere ogni centimetro di territorio Nato» – è stato invece il commento di ieri di Joe Biden durante un discorso alla Casa bianca, seguito all’annuncio di nuove sanzioni alla Russia. Vengono colpite compagnie esterne al Paese create ad hoc per aggirare le sanzioni, che ora sono state allargate anche alle famiglie dei principali rappresentanti del Cremlino, oltre che a 109 membri della Duma e 169 del Consiglio federale. Nel mirino Usa anche la governatrice della Banca centrale russa Elvira Nabiullina. Mentre all’Ucraina vanno 12.3 miliardi di dollari in aiuti (di cui 3 in armi) approvati ieri dal Congresso. «La Russia – si legge in un comunicato della Casa bianca- sta violando la legge internazionale e calpestando lo statuto delle Nazioni unite». E le azioni di Putin, ha aggiunto in serata Biden, segnalano che «è in difficoltà».
Dello stesso tenore tutte le dichiarazioni dei leader europei, a partire dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen: «L’annessione illegale proclamata da Putin non cambierà nulla. Tutti i territori illegalmente occupati dagli invasori russi sono terra ucraina e saranno sempre parte di questa nazione sovrana». Con lei il Consiglio europeo in una dichiarazione congiunta: «Non riconosciamo né riconosceremo i referendum illegali architettati dalla Russia come pretesto per questa ulteriore violazione dell’indipendenza ucraina». Oltre alla prima ministra svedese Magdalena Andersson – «Non è nient’altro che una farsa» – i ministeri degli Esteri polacco e greco, il primo ministro dei Paesi bassi Mark Rutte e la nuova premier britannica Liz Truss: «A Putin non può essere consentito di alterare i confini internazionali con la forza bruta. Faremo in modo che perda questa guerra illegale». E anche il Regno unito amplia le sue sanzioni, fermando l’esportazione verso la Russia di 700 prodotti fondamentali per la produzione manifatturiera.
Da Washington intanto il segretario di Stato Antony Blinken interviene sulla minaccia nucleare: «Stiamo controllando con attenzione per vedere se la Russia sta facendo qualcosa che lasci pensare che contempla l’uso di armi nucleari. Per ora, non siamo stati testimoni di azioni di questo tipo». Ma gli Stati uniti, ha aggiunto, stanno pianificando per «ogni possibile scenario, anche questo».
* Fonte/autore: il manifesto[1]
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