Lavoro: tre morti al giorno, sono omicidi non incidenti
Nel 2022 ci sono stati 677 decessi, 484mila infortuni, 1.500 casi di malattie dovute all’amianto. Cgil, Cisl e Uil al governo: «Sì al confronto ma senza risposte riprenderemo la mobilitazione»
Fermare le stragi sul lavoro, dignità e diritti: sono le parole d’ordine della manifestazione nazione di Cgil, Cisl e Uil ieri a Roma in piazza Santi Apostoli, a due passi dal Quirinale dove il nuovo governo si appresta a giurare. La mobilitazione è stata preceduta da una settimana di assemblee, scioperi e iniziative territoriali per sollecitare un piano nazionale sulla sicurezza. I numeri: in Italia nei primi nove mesi del 2022 «si sono registrati 677 morti, circa 484mila infortuni, 77% di irregolarità aziendali rilevate, 1.500 casi all’anno di malattie dovute all’amianto. Non sono solo numeri – sottolineano i sindacati -, riguardano la vita delle persone. Servono maggiori diritti sul posto di lavoro e nell’alternanza scuola-lavoro».
AL GOVERNO e alla ministra Marina Calderone hanno chiesto di aprire subito «un cantiere sicurezza coinvolgendo in pieno il sindacato». Il leader della Cisl, Luigi Sbarra: «Le prime parole della presidente Meloni sul metodo della responsabilità sono positive. Ma bisogna dimostrare con i fatti che c’è una propensione al dialogo». Il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri: «Alla ministra che ha detto che ascolterà le parti sociali chiediamo di ascoltare questa piazza». E dalla Cgil Maurizio Landini: «Siamo pronti a confrontarci, come abbiamo sempre fatto con tutti i governi, ma vi giudicheremo sui fatti. Sappiate che, se non cambia la situazione, non solo torneremo in piazza ma ci mobiliteremo in tutti i luoghi di lavoro per impedire che la strage prosegua. Ci aspettiamo risposte concrete a partire dall’emergenza bollette, del reddito e della precarietà».
FINORA NESSUN CORRETTIVO serio è stato messo in campo. Nel 2021 ci sono stati 1.221 morti, 3,34 al giorno, lo stesso trend di quest’anno: «Significa che il sistema è malato – ha incalzato Landini -. Sono numeri che danno un’idea molto chiara del modello economico, di un modo di fare impresa inaccettabile perché si basa sullo sfruttamento e sul peggioramento delle condizioni di vita. Non si può morire quando sei in alternanza scuola-lavoro. Occorre investire, assumere nuovi ispettori e potenziare i servizi». E ancora: «In un anno ci sono 117mila visite ispettive ma le aziende nel nostro paese sono milioni. Un’impresa ha una possibilità di essere visitata una volta ogni 20 anni. I soldi pubblici non vengano più dati a pioggia ma vincolati agli investimenti, alla sicurezza e all’occupazione che crei. E serve una riforma fiscale degna di questo nome che combatta la evasione fiscale».
INFINE I CONTRATTI: «Lo diciamo anche al nuovo governo: per affrontare la questione della sicurezza bisogna innanzitutto superare la precarietà e, secondo punto, fare finalmente una legge che impedisca la logica del massimo ribasso». Altro tema affrontato è l’introduzione di una patente a punti per incentivare le aziende a mettersi in regola nell’applicazione delle norme sulla sicurezza, escludendo quelle non in regola dai bandi di gara. «Dietro alle morti c’è una logica aberrante, quella del profitto a tutti i costi – il commento di Bombardieri -. Alle associazioni datoriali diciamo di buttare fuori le aziende che violano le norme, fuori anche dagli appalti pubblici. Abbiamo già da tempo presentato tre piattaforme unitarie su lavoro, pensioni e fisco, siamo pronti a confrontarci col governo appena ci chiamerà. Chiediamo che si introduca l’omicidio sul lavoro quando si riscontrano responsabilità chiare da parte delle aziende come chi manomette i macchinari per aumentare la produzione, non sono incidenti ma omicidi. Vogliamo una procura speciale per i morti sul lavoro».
UN TEMA SU CUI BATTE anche la Cisl con Sbarra: «Vergognoso che chi espone i lavoratori a rischi di ogni genere sia punito con una sanzione amministrativa di poche migliaia di euro. Chi non applica le norme si rende deliberatamente responsabile dei morti, degli incidenti e deve andare in galera. Bisogna dare una stretta penale contro il lavoro nero, grigio e non contrattualizzato». Sul piano politico: «Ci aspettiamo il consolidamento delle misure d’emergenza varate in questi mesi, che si lavori sul Pnrr senza rimettere tutto in discussione. L’aumento dei prezzi energetici e alimentari, il pericolo di una nuova recessione: avanza uno tsunami, bisogna alzare argini».
* Fonte/autore: Adriana Pollice, il manifesto
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