by Chiara Cruciati * | 5 Ottobre 2022 17:42
Femminista, giornalista e accademica, è la quinta vittima di un agguato a mano armata nel corso degli ultimi 12 mesi nel Kurdistan iracheno
Alle 10 di ieri mattina a Suleymaniyah, città orientale del Bashur (il Kurdistan iracheno) è stata uccisa Nagihan Akarsel. Femminista, accademica e giornalista curda originaria del Bakur (il Kurdistan turco), la sua è una storia densa: ex giornalista dell’agenzia Diha, chiusa per decreto del governo turco nel 2016, direttrice della rivista Jineology e parte del Jineolojî Research Center, stava lavorando all’apertura di un’accademia di Jineolojî e di una libreria delle donne a Suleymaniyah.
Jineolojî, la scienza delle donne, è uno dei componenti fondamentali del movimento di liberazione curdo e dal 2015 parte della rivoluzione in corso nel Rojava: lo studio della storia, della società e delle scienze dal punto di vista delle donne, nell’idea che la loro narrazione sia stata occultata e negata nel corso dei secoli, impedendo così una democratizzazione reale delle società e una reale uguaglianza di genere.
Akarsel è la quinta attivista curda a subire un agguato a mano armata in pieno giorno nella regione negli ultimi 12 mesi, attacchi imputati dal movimento curdo a membri dei servizi segreti turchi infiltrati in Bashur: il 28 agosto Suheyl Xurid Eziz, del consiglio esecutivo del Movimento Azadi; il 17 maggio Zeki Çelebi e il 16 settembre 2021 Ferhad Barsi Kondu, rifugiati politici dal Bakur; e il 17 settembre 2021 Yasin Bulut, del Comitato delle Famiglie dei Martiri del Pkk.
* Fonte/autore: Chiara Cruciati, il manifesto[1]
Photo by ANF News
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