Escalation. Putin: «Scontro Nato-Russia una catastrofe globale»

Escalation. Putin: «Scontro Nato-Russia una catastrofe globale»

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Per il leader del Cremlino «non servono più attacchi su larga scala» Ma il conflitto si allarga: colpita anche la regione russa di Belgorod

 

La notizia del giorno è che anche Putin può uscirsene con qualcosa di condivisibile a livello mondiale. Tra le tante cose dette ieri a Astana, nell’incontro stampa che si è tenuto a margine della sua visita in Kazakhstan, spicca la considerazione sulla «catastrofe globale» a cui porterebbero eventuali scontri diretti tra la Nato e la Russia . «Spero che chi ne parla sia abbastanza intelligente da non compiere questo passo» ha detto.
IL PRESIDENTE RUSSO ha reso poi noto che la «mobilitazione parziale» di 300 mila uomini sarà ultimata nell’arco di due settimane (la cartolina è già arrivata a 222mila persone, 33mila uomini sono già inquadrati nei loro reparti e in 16 mila sono già al fronte), che non sono previste ulteriori campagne di reclutamento, così come «non c’è la necessità di nuovi massicci attacchi sul territorio ucraino, per ora».

Quanto alle sollecitazioni per aprire un negoziato, che arrivano soprattutto da India e Cina, il leader russo ha detto in sostanza di essere sempre stato disponibile al dialogo, mentre Zelensky lo ha vietato per legge. «Abbiamo sempre manifestato la volontà di trattare e abbiamo anche raggiunto alcune intese a Istanbul., Questi accordi in realtà erano stati quasi siglati. Ma appena le nostre truppe si sono ritirate da Kiev, le autorità ucraine hanno subito perso la voglia di negoziare».
PER IL RESTO nessun rimpianto, Putin è sicuro che la Russia abbia fatto la «cosa giusta». E ora minaccia di chiudere anche i corridoi attraverso cui passano le esportazioni di grano ucraino, come da accordo mediato da Turchia e Onu. Che è destinato a saltare, dice il leader del Cremlino, qualora venisse dimostrato che viene utilizzato per compiere «atti di terrorismo»,
Ordinari atti di terrore, morte e distruzione si sono ripetuti ancora ieri su tutto il fronte e anche un po’ oltre, tra continui raid russi e nuovi raid ucraini in territorio russo.
LA CONTROFFENSIVA NEL SUD è sempre più vicina a Kherson, dove le autorità occupanti ora chiedono a Mosca di accelerare l’evacuazione e l’accoglienza nella Federazione della popolazione a causa dell’intensificarsi dei colpi di artiglieria sulla città. Le forze di Kiev fanno sapere di aver riconquistato nell’ultimo mese circa 600 tra città, villaggi e frazioni.
Ma tra ieri e l’altro ieri hanno anche alzato il tiro, colpendo ripetutamente la confinante regione russa di Belgorod e dimostrando così come le le ultime forniture di armamenti a lunga gittata ottenute dall’Occidente possano più facilmente trasformarsi da difensive a offensive.

«Morti e feriti», riferisce l’agenzia di stato russa Ria Novosti, si registrano nel villaggio di Oktyabrsky dopo che un missile ha centrato un deposito di munizioni. A Belgorod un altro missile ha colpito un condominio, dice il sindaco Anton Ivanov. Colpita e interrotta anche una centrale elettrica, messa fuori uso la rete ferroviaria di Novyi Olisky.
IN RISPOSTA, «almeno cinque missili sparati da Belgorod» sarebbero caduti nella regione ucraina di Kharkiv, denuncia il capo dell’amministrazione regionale, Oleh Syniehubov. In precedenza i russi erano tornati a bombardare Mykolaiv, dove l’11enne estratto vivo dalle macerie il giorno prima è deceduto in ospedale. Le truppe di Mosca, secondo fonti dell’intelligence britannica, starebbero inoltre avanzando verso Bakhmut, centro urbano di strategica importanza, nella est dell’oblast di Donetsk .
LA CASA BIANCA intanto si dice intenzionata a sanzionare chiunque fornisca armi e tecnologia ai russi. Solito indiziato speciale l’Iran. Però l’Unione europea ha rinunciato per ora a prendere provvedimenti analoghi in attesa di informazioni più certe sulla fornitura di droni kamikaze iraniani a Mosca, che Teheran da parte sua continua a negare.

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LA NOTIZIA FLASH

Indispettito per la scarsa considerazione ricevuta dai suoi piani di pace, Elon Musk comunica che non può sostenere in eterno le spese di Starlink, il sistema satellitare che ha garantito l’accesso al web in Ucraina durante il conflitto. Musk chiede al Pentagono di subentrare. Ma il primo consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak, dice che sarà Kiev a trovare una soluzione: «Piaccia o meno Starlink ci è stata di grande aiuto e capiamo che il business ha le sue regole».

* Fonte/autore: Ester Nemo, il manifesto



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