Migranti. Egeo: tra Rodi e Creta in un naufragio muoiono in 50
MEDITERRANEO. Erano diretti in Italia. Sei vittime al largo della Tunisia. Sbarchi a Lampedusa e Roccella
Sono almeno 50 i dispersi nell’ultimo grande naufragio avvenuto nel Mediterraneo, ma le speranze di trovarli in vita sono praticamente nulle. La strage è avvenuta nella notte tra martedì e mercoledì nel mar Egeo, al largo dell’isola di Karpathos, tra Rodi e Creta. Il barcone era partito dalle coste turche di Antalya due giorni prima.
Sul posto sono arrivati diversi mezzi di guardia costiera e marina ellenica che hanno coordinato i soccorsi. Due persone sono state trasferite a Karpathos in elicottero e 27 a Kos con una petroliera greca. I sopravvissuti – tutti uomini, iracheni, iraniani e afghani – hanno raccontato che a bordo c’erano un’ottantina di migranti. Il barcone era diretto in Italia, seguendo quella rotta orientale che giunge sulle coste salentine o più spesso calabresi e di cui hanno discusso il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il primo ministro italiano Mario Draghi durante l’incontro di inizio luglio. Nei primi sei mesi di quest’anno è stata percorsa da 4.240 persone (in quel momento l’11% del totale).
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SECONDO I DATI dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) nel corso di quest’anno le persone morte nel Mediterraneo orientale erano 64, mentre lo scorso anno sono state 111. Il 19 giugno ne sono annegate otto al largo dell’isola di Mykonos, nell’arcipelago delle Cicladi.
I migranti che attraversano l’Egeo sono al centro di un più ampio scontro tra Grecia e Turchia sullo status quo, in termini di militarizzazione e risorse energetiche, di quell’area del Mediterraneo. Atene accusa Ankara di non rispettare l’accordo sul blocco delle partenze (aumentate negli ultimi mesi) che ha ratificato con l’Unione europea a marzo 2016, dopo il grande esodo di rifugiati, soprattutto siriani, iniziato nell’estate dell’anno precedente.
LA TURCHIA, al contrario, punta il dito verso il paese ellenico per i respingimenti in mare che il governo di Kyriakos Mitsotakis (Nea dimokratia) continua a negare nonostante quanto dimostrato da numerose inchieste giornalistiche e dai video che ritraggono rifugiati abbandonati in mare su zattere galleggianti o mandati indietro attraverso il moto ondoso prodotto dalle motovedette. Le violazioni dei diritti umani nell’Egeo sono stati tra i motivi che hanno spinto l’ex direttore di Frontex Fabrice Leggeri a dimettersi a maggio scorso.
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All’incirca nelle stesse ore della strage al largo della Grecia un’imbarcazione partita dalla Tunisia è affondata a poche miglia dalle isole Kerkennah. I soccorritori di guardia costiera, marina e protezione civile tunisina hanno salvato 20 migranti e recuperato sei corpi senza vita. I cadaveri sono stati trasportati all’obitorio dell’ospedale Habib Bourguiba di Sfax. Appena 24 ore prima altre sei persone dirette in Spagna avevano perso la vita al largo dell’Algeria. Secondo l’Oim sono almeno 1.080 i migranti morti nel 2022 nel mar Mediterraneo, lungo le diverse rotte migratorie.
LA TRAVERSATA è andata meglio a quelli che ieri sono riusciti a sbarcare a Roccella Jonica e Lampedusa. Nel comune calabrese sono giunti 59 pakistani a bordo di un veliero che era rimasto alla deriva nelle acque di Monasterace ed è stato poi condotto in porto da guardia costiera e di finanza. Quattro gli sbarchi nella maggiore delle Pelagie: 60 persone di nazionalità tunisina partite da Zarzis e Sfax. Un’altra imbarcazione è in arrivo mentre scriviamo, dovrebbe trasportare una settantina di migranti.
Davanti alle coste della Sicilia occidentale continua a ciondolare la Sea-Eye 4: a bordo ci sono 88 naufraghi. Il capitano della nave umanitaria ha avanzato la prima richiesta di porto il 2 agosto, ma non ha ancora ricevuto alcuna indicazione dal Viminale. Intanto la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha espresso soddisfazione per i «primi passi concreti» dell’accordo europeo che dovrebbe portare al ricollocamento dall’Italia verso 21 paesi (18 Ue e tre associati) di circa 10mila migranti. La scorsa settimana alcuni funzionari francesi hanno visitato il Cara di Bari per selezionare le persone e altrettanto dovrebbero fare omologhi tedeschi nei prossimi giorni. I due paesi hanno messo a disposizione le quote maggiori: 3.500 e 3.000 posti.
* Fonte/autore: Giansandro Merli, il manifesto
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