Lo scrittore Salman Rushdie accoltellato nello Stato di New York
Non è in pericolo di vita. Nel 1989 la fatwa dell’ayatollah Khomeini dopo la pubblicazione dei «Versetti satanici». Nel dare la notizia i media iraniani lo definiscono ancora come «scrittore blasfemo»
Mancava qualche minuto all’inizio dell’incontro quando un uomo è salito sul palco e lo ha colpito al collo con un’arma da taglio. Soccorso e trasportato in ospedale, lo scrittore britannico di origine indiana non sarebbe in pericolo di vita. Sono più di trent’anni, da quando nel 1989 l’ayatollah Khomeini emise una fatwa nei suoi confronti dopo la pubblicazione dei Versetti satanici, libro considerato «blasfemo» dagli integralisti islamici, che Salman Rushdie, 75 anni, conduce un’esistenza sospesa, vivendo protetto quotidianamente dalle autorità britanniche, ma esposto costantemente al rischio che i suoi nemici passino dalle parole ai fatti.
ANCHE SE ANCORA non si conoscono le motivazioni dell’aggressore, è questo ciò che è accaduto ieri intorno alle 11, le 17 in Italia, poco prima che Rushdie iniziasse a parlare, in un anfiteatro di circa quattromila posti nella città di Chautauqua, nello stato di New York, nell’ambito di un dibattito sugli scrittori e gli artisti esiliati negli Stati uniti. Rushdie si era appena seduto quando l’assalitore è salito correndo sul palco. A fermarlo, dopo che aveva inferto i primi colpi, un agente della forze dell’ordine cui probabilmente lo scrittore deve la vita.
Ad essere attaccato, anche se a quanto sembra non è stato ferito in modo grave, anche Henry Reese, tra i fondatori della ong di Pittsburgh City of Asylum che si occupa proprio dei programmi destinati agli autori che necessitano di protezione e assistenza perché vittime di persecuzioni, che avrebbe dovuto moderare l’incontro.
Una volta bloccato l’assalitore, Rushdie è stato immediatamente soccorso e trasportato in elicottero nel più vicino ospedale per le cure del caso. Fonti mediche hanno però fatto notare come lo scrittore sia comunque riuscito ad alzarsi da solo dal palco al Chautauqua Institution prima che i sanitari, e i presenti si prendessero cura di lui. Una foto scattata subito dopo l’aggressione mostra un agente della sicurezza con le mani sul petto di Rushdie mentre un altro gli tiene le gambe sollevate in aria.
«È stata una cosa assolutamente orribile», ha detto un testimone secondo cui – dopo essere corso sul palco proveniente dalla parte sinistra della sala – l’aggressore ha «colpito ripetutamente» lo scrittore. Parlando con i reporter della Bbc, uomo – che era seduto a 14, 15 file di distanza dal palco – ha riferito che i presenti sono rimasti «profondamente scossi» per quanto hanno visto.
SALMAN RUSHIDE è «vivo e sta ricevendo le cure di cui ha bisogno in ospedale», ha dichiarato la governatrice di New York, Kathy Hochul, incontrando la stampa in seguito all’aggressione.
Tra le prime reazioni di condanna dell’aggressione e di sostegno a Rushdie si registrano quelle del primo ministro britannico Boris Johnson che si è detto «atterrito» dai fatti.
NEL FRATTEMPO, malgrado gli anni trascorsi dalla fatwa di Khomeini – che fino ad ora causato la morte del traduttore giapponese del libro, il ferimento dell’editore norvegese e del traduttore italiano – ieri, nel dare la notizia dell’accaduto, le principali testate online iraniane hanno ribadito i toni violenti nei confronti dello scrittore. Il sito dell’agenzia Irna titolava: «Attacco a Salman Rushdie autore del libro blasfemo Versetti satanici». E, nel testo dell’articolo veniva definito come l’autore «che insultava il Profeta dell’Islam». Le medesime, ripetute accuse di blasfemia sono arrivate anche dall’agenzia Isna e dalla Press Tv sempre legate alle autorità di Tehran.
* Fonte/autore: Ester Nemo, il manifesto
ph by ActuaLitté, CC BY-SA 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0>, via Wikimedia Commons
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