by Sabato Angieri * | 12 Luglio 2022 11:04
Dopo il sanguinoso attacco di Chasiv Yar, ieri è toccato a Kharkiv. La carica di Zelensky per riprendere il sud con un milione di soldati. Nessuna «pausa operativa» per l’artiglieria di Mosca nella regione di Donetsk: oltre 60 raid in due giorni
KRAMATORSK. In Donbass non c’è nessuna «pausa operativa» delle truppe russe. Lo ha detto domenica nel suo consueto discorso notturno alla nazione il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. L’artiglieria russa continua a colpire i centri dell’oblast di Donetsk e, secondo fonti ucraine, tra il 9 e il 10 luglio ci sarebbero stati oltre 60 attacchi.
Il più eclatante e sanguinoso è stato quello di domenica mattina a Chasiv Yar, una cittadina a pochi chilometri da Kostantinyvka, a sud di Kramatorsk. Qui i missili hanno colpito un vasto complesso residenziale in cui le abitazioni dei civili erano adiacenti agli edifici militari. Alcuni degli ordigni lanciati hanno effettivamente colpito le strutture militari, probabilmente l’obiettivo primario, ma, come spesso accade in questi casi, altri si sono abbattuti su un palazzo residenziale di 5 piani.
IL BILANCIO AL MOMENTO è di 26 morti ma, secondo il servizio statale di emergenza, altre 22 persone potrebbero essere ancora sotto le macerie. Dalla mattinata di lunedì a oggi 6 persone sono state estratte vive dalle macerie ma sono già diverse ore che non si spera più per gli altri dispersi. Come se non bastasse, i soccorritori sono stati costretti a scavare per ore sotto una pioggia torrenziale che ha complicato ulteriormente le operazioni di recupero.
Anche la scorsa notte il cielo si è illuminato a giorno almeno un paio di volte e in direzione nord-est, ovvero verso la linea del fronte con i territori del Lugansk occupati, si è svolto un confronto serrato tra le due artiglierie durato diverse ore.
POCO PIÙ A SUD il distretto di Bakhmut è quello che sta soffrendo di più nelle ultime ore e si registra almeno un tentativo di avanzata a nord-est della città. Tuttavia, la strategia russa sembra più orientata a isolare la città dai rifornimenti e a bombardare l’autostrada verso ovest, in direzione di Slovjansk, in modo da poter preparare il campo per un nuovo assalto via terra. A pochi chilometri, Siversk continua a essere martellata incessantemente e nel fine settimana i russi sono riusciti a passare il fiume Seversky-Donets, ma non è ancora chiaro se l’operazione sia stata condotta in massa o se si tratti solo di alcuni manipoli di avanguardie.
Tuttavia, ieri non è toccato solo al Donbass piangere i propri morti. A Kharkiv un nuovo attacco missilistico effettuato con il sistema di lancio multiplo “Smerch”, simile al “Grad” e ancora meno preciso, ha colpito un centro commerciale e diversi edifici residenziali verso le 10 del mattino. Al momento si registrano 6 morti e 31 feriti, ma sembra che il bilancio sia destinato a salire ancora.
NEANCHE ODESSA è stata risparmiata. Kyrylo Tymoshenko, vice-capo del gabinetto del presidente, ha dichiarato che sette missili sono stati lanciati da caccia russi in volo sopra la nenisola di Crimea. Gli attacchi aerei russi hanno colpito una casa, un’infrastruttura portuale e alcuni campi, ma non ci sono state vittime, secondo il Comando operativo meridionale dell’Ucraina.
Tra l’altro, è significativo notare che nel sud del Paese sembra che si stia effettivamente preparando un attacco da parte delle forze di Kiev. Potrebbe essere questo il vero significato della dichiarazione rilasciata dal ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov, al Sunday Times inglese: «Il presidente Volodymyr Zelensky ha ordinato all’esercito ucraino – afferma Reznikov – di riconquistare le aree costiere occupate che sono vitali per l’economia del Paese».
IN ALTRI TERMINI, i vertici di Kiev avrebbero suonato la carica per la riconquista del sud, in particolare del territorio di Kherson. Si è espressa in merito anche la vice-premier ucraina, Iryna Vereshuk, che in un intervento televisivo sulle reti nazionali ha esortato i civili dell’oblast di Kherson a evacuare «poiché le forze armate ucraine stanno pianificando una controffensiva nell’Ucraina meridionale».
Inoltre, Reznikov ha anche dato un’indicazione molto preziosa per gli analisti che da mesi si interrogano sulla quantità di effettivi di cui possono disporre le forze armate ucraine al momento. Si tratterebbe quasi di un milione di soldati, ovviamente contando la Guardia nazionale, i battaglioni di difesa territoriale e i volontari ancora in addestramento.
A PROPOSITO DI CIFRE, è significativo segnalare che finalmente i funzionari ucraini hanno diffuso una notizia che riguarda il numero di militari di Kiev dispersi. Secondo quanto dichiarato da Oleg Kotenko, commissario per le persone scomparse in circostanze speciali, ha dichiarato al media Suspilne che 7.200 unità in servizio sono state segnalate come disperse a un call center istituito ad hoc dall’inizio della guerra. Secondo le stime di Kotenko, la maggior parte di loro sarebbero al momento prigionieri di guerra in territorio russo.
Tuttavia, non avendo conferme dalla controparte, o indagini realizzate da organizzazioni indipendenti, non ci è dato sapere se questa cifra è verosimile e, soprattutto, quanti di questi dispersi siano già da considerare caduti.
* Fonte/autore: Sabato Angieri, il manifesto[1]
ph by State Emergency Service of Ukraine, CC BY 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/4.0>, via Wikimedia Commons
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