Dopo le epurazioni, Zelensky blinda l’apparato con i fedelissimi

by Sabato Angieri * | 29 Luglio 2022 14:59

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Il nuovo procuratore generale nel mirino delle critiche, dall’interno e dagli stessi Stati uniti

 

L’apparato statale ucraino si allinea sempre di più al suo leader e i fedelissimi di Zelensky vengono nominati a capo delle istituzioni fondamentali della repubblica. Dopo il Procuratore generale, Andriy Kostin, è stata la volta della giudice della Corte costituzionale, Olga Sovgyria, e del Procuratore capo anticorruzione, Oleksandr Klymenko. Le modalità adottate per la scelta dei nomi hanno sollevato non poche perplessità sia sul piano interno sia sul piano internazionale.

KLYMENKO avrà come compito quello di supervisionare tutti i casi perseguiti dall’Ufficio nazionale anticorruzione dell’Ucraina (Nabu), in un Paese che è ai primi posti negli indici mondiali di corruzione da decenni. Tra l’altro, la lotta alla corruzione era stata uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale di Zelensky il quale si era proposto come risolutore di un problema estremamente gravoso per la società e l’economia ucraina. Dopo l’elezione, tuttavia, lo stesso presidente non aveva mostrato la solerzia preannunciata e, prima dell’inizio della guerra, l’opposizione interna lo ha spesso criticato per i suoi rapporti con l’oligarca Kolomoisky (proprietario delle reti tv dove Zelensky lavorava prima di entrare in politica) e il suo entourage.

LO SCORSO ANNO si era quasi giunti alla nomina di un capo del Nabu e si trattava proprio di Kylymenko, il quale aveva ottenuto il punteggio più alto nella valutazione effettuata dalla commissione di selezione creata ad hoc. Ma i membri filogovernativi della commissione, invece, puntavano su Andriy Kostin, favorito di Zelensky. Il «Centro d’azione anticorruzione», AutoMaidan, Dejure (un think tank legale) e Transparency International avevano concluso che Kostin non soddisfava gli standard di etica e integrità e violava il principio di neutralità politica, quindi ne avevano impedito la nomina.

DOPO IL VETO su Kostin, i membri filogovernativi della commissione di selezione sono stati accusati di aver bloccato e sabotato le riunioni della commissione per mesi, e gli osservatori internazionali li hanno accusati di non essere disposti a selezionare un procuratore indipendente. Non si dimentichi che nel 2020 Kostin era stato accusato di corruzione, ma, secondo osservatori indipendenti, i pubblici ministeri e i tribunali hanno di fatto smontato il caso. Ciò non ha impedito al governo ucraino di nominare Kostin alla carica prestigiosa di Procuratore generale affidandogli il compito di nominare il capo del Nabu. Stupisce che la scelta sia stata rivolta proprio al suo rivale di un tempo, ovvero Klymenko.

SECONDO un’indagine di Radio Free Europe, i membri della commissione filogovernativa che avevano promosso la candidatura di Kostin erano stati scelti dal vice-capo dello staff di Zelensky, Oleg Tatarov. Vitaly Shabunin, capo del comitato esecutivo del Centro d’azione anticorruzione, aveva dichiarato nel 2021 che «Tatarov si è personalmente assicurato che Kostin passasse alla fase successiva» del processo di selezione. Anche per questo, ma non solo, Tatarov è diventato un simbolo di impunità e illegalità per gli attivisti anticorruzione.

Ricordiamo che Tatarov è il vice di Andriy Yermak, il capo-gabinetto di Zelensky che da settimane viene accusato dalla senatrice repubblicana americana (di origini ucraine) Victoria Spartz, di fatti gravissimi. Secondo Spartz, Yermak è colpevole di aver fatto trapelare informazioni alla Bielorussia su un’operazione ucraina per la cattura di mercenari russi, di aver sabotato la difesa dell’oblast di Kherson durante l’invasione russa, di aver ritardato acquisti urgenti di equipaggiamento militare e di aver «assicurato alla leadership ucraina che non ci sarebbe stato alcun attacco da parte della Russia a febbraio». Inoltre il fratello di Yermak è stato indagato per la presunta vendita di posti di lavoro statali per conto del capo dello staff di Zelensky, mentre Tatarov è stato accusato di corruzione. Entrambi si sono dichiarati estranei ai fatti.

ANCHE LA NOMINA da parte del Parlamento ucraino della deputata Olga Sovgyria a giudice della Corte costituzionale ha destato polemiche. Addirittura, costituirebbe una «violazione della costituzione» in quanto «figura non politicamente neutrale» stando alle dichiarazioni di Mykhailo Zhernakov, avvocato cofondatore del think-tank legale Dejure (lo stesso che si è opposto a Kostin).

* Fonte/autore: Sabato Angieri, il manifesto[1]

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