Clima. Tassonomia Ue, 10 buoni motivi per portarla in tribunale
Includere gas e nucleare nella transizione ecologica è illegale. Su questa base alcune associazioni europee ambientaliste (tra cui Wwf e Greenpeace) vogliono fare ricorso alla Corte di giustizia europea
Includere il gas e il nucleare nella tassonomia verde è illegale: viola l’Accordo di Parigi sul clima, la Legge europea sul clima, il Trattato dell’Ue che impone la protezione ambientale e addirittura è in contraddizione con il Regolamento sulla tassonomia che la Commissione europea stessa si è data.
SU QUESTA BASE LEGALE, alcune organizzazioni ambientaliste e della società civile – da Greenpeace al Wwf, da ClientEarth a Transport & Environment a Ecco ed altre ancora – stanno valutando un’azione giudiziaria contro l’Atto delegato della Commissione sulla tassonomia, concepito come «tappa essenziale per canalizzare gli investimenti verso attività sostenibili» e rivelatosi un provvedimento che equipara gli investimenti in impianti nucleari e a gas (seppure con un’efficienza maggiore di quelli esistenti) a quelli in fonti rinnovabili.
IL PRIMO PASSO SARA’ UNA RICHIESTA formale di revisione del provvedimento: tuttavia, poiché sarà improbabile che Ursula von der Leyen torni sui suoi passi, l’ultima possibilità per far valere una migliore protezione del clima e dell’ambiente sarà un ricorso alla Corte Europea di Giustizia. La via giudiziaria per escludere gas e nucleare dalla tassonomia verde non sarà né breve – potrebbero volerci almeno 2 anni – né facile, e per questo sarebbe importante che tra i ricorrenti ci fossero anche alcuni stati membri, oltre ad Austria e Lussemburgo che si sono già dichiarati a favore. Nel frattempo, a partire dal 1 gennaio 2023, quando il provvedimento entrerà in vigore, le organizzazioni si propongono di monitorare attentamente l’uso che verrà fatto della tassonomia verde, per denunciarne distorsioni rispetto agli obiettivi originari. Secondo varie fonti, includere gli investimenti in gas e nucleare come necessari alla transizione verso la decarbonizzazione è stato un errore per almeno 10 motivi.
1. NON FAVORISCE LA COMPETITIVITA’ delle imprese italiane. Secondo il think tank italiano per il clima Ecco «la creazione di filiere produttive legate alle tecnologie verdi porta sviluppo economico e aumento dell’occupazione resiliente agli shock. Tra i settori che la tassonomia esplicitamente include infatti ci sono settori chiave del tessuto industriale italiano, tra cui edilizia, trasporti e logistica, oltre all’indotto dell’efficienza energetica (ad esempio pompe di calore, in cui l’Italia è un’eccellenza internazionale). La tassonomia permette l’accesso a capitali con maggiore facilità e a costo più basso per l’innovazione verde. L’inclusione di gas e nucleare crea però un enorme richiesta di fondi su impianti che – nel caso del nucleare – necessitano di un finanziamento misurato in miliardi di euro. Tale domanda di capitali ridurrebbe la disponibilità, e alzerebbe potenzialmente i costi, per la piccola e medie impresa e per le tecnologie alternative di cui l’Italia ha urgentemente bisogno, come rinnovabili, efficienza energetica e mobilità elettrica».
2. È CONTRO LA SCIENZA DEL CLIMA. Una lettera firmata da 226 scienziati di varie discipline, scritta all’indomani della comparsa di gas e nucleare tra gli investimenti sostenibili – non erano inclusi nella prima versione dell’Atto delegato – condannò senza mezzi termini il provvedimento perché contiene «affermazioni infondate che sono contrarie alla scienza del clima. La tassonomia Ue per la finanza sostenibile era stata concepita come un punto di riferimento scientifico per evitare il greenwashing. Con questa proposta diventa essa stessa uno strumento di greenwashing».
3. VIOLA I PRINCIPI DELLA PARTECIPAZIONE dei cittadini. Secondo l’europarlamentare verde Rosa d’Amato (ex-M5S) «la Commissione europea non ha rispettato i principi base della partecipazione dei cittadini perché non ha sottoposto il provvedimento che adotta la tassonomia ad una consultazione pubblica di 4 settimane durante le quali i cittadini avrebbero potuto esprimere il loro parere».
4. È CONTRO LA SOVRANITA’ ENERGETICA dell’Ue. «L’Ue importa il 100% dell’uranio che usa per il nucleare, di cui il 20% dalla Russia, e il 90% del gas, il 40% sempre dalla Russia. Come può questa tassonomia aiutare la sovranità energetica europea?», si chiede l’europarlamentare verde tedesca Jutta Paulus.
5. IL NUCLEARE E’ PERICOLOSO. SIC!
6. È UNA MINACCIA ALLE FUTURE generazioni. Anche i Fridays for Future hanno manifestato a Strasburgo per l’esclusione di gas e nucleare dalla tassonomia: «È un provvedimento inaccettabile, perché minaccia noi giovani, oltre ad essere chiaramente contraddittorio – ha dichiarato Martina Comparelli, portavoce FFF Italia – da una parte l’Europa si propone diminuire il consumo di gas entro il 2030, ma dall’altra lo considera una fonte di transizione».
7. È UN REGALO A PUTIN. CI RICORDA Greenpeace che Gazprom, Rosatom e Lukoil si sono subito dichiarati a favore dell’inserimento di gas e nucleare nella tassonomia europea, uno strumento che ora rischia di rafforzare la dipendenza dalle forniture fossili da Mosca e in definitiva di rivelarsi un favore a Putin.
8. FA PERDERE TEMPO. «TUTTI SANNO che per costruire un impianto che produce energia nucleare servono 15-20 anni e che il prezzo delle rinnovabili è inferiore a quello del gas. A chi giova?», si chiede l’europarlamentare verde Eleonora Evi.
9. AUMENTA IL COSTO DELLA VITA. «Promuovere le infrastrutture del gas come verdi è come dire che i boiler inefficienti sono una scelta sostenibile – dice l’europarlamentare verde irlandese Ciaran Cuffe – mentre in realtà sappiamo che non fanno che aumentare la povertà energetica delle famiglie. Invece, è il costo dell’energia prodotta con fonti rinnovabili ad essere sempre più basso. Solo investire su queste fonti alternative ci può garantire sicurezza energetica e riduzione dei prezzi dell’energia».
10. LA TASSONOMIA MINACCIA ANCHE le foreste. Il dibattito su gas e nucleare in tassonomia ha oscurato quello sulle foreste. Secondo Filippo Mattioli, avvocato di ClientEarth «incoraggiare investimenti nelle biomasse forestali come ambientalmente sostenibili è come incoraggiare la distruzione delle foreste. Se bruciamo il legno per produrre energia tagliamo alberi e non facciamo che peggiorare la crisi climatica».
* Fonte/autore: Daniela Passeri, il manifesto
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