Migranti. Due naufragi nel Mediterraneo con 76 vittime

Migranti. Due naufragi nel Mediterraneo con 76 vittime

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Nuova strage al largo delle coste tunisine. I barconi partiti dalla Libia. Uno si è ribaltato durante il salvataggio delle Ong. Altri due Sos lanciati da Alarm Phone, ma le autorità italiane e maltesi non rispondono

Un’altra notte tragica nel Mediterraneo: tra martedì e mercoledì due barconi si sono capovolti facendo decine di vittime. Il primo era partito da Zuara, ovest di Tripoli, e sarebbe affondato in acque tunisine a sud-ovest delle isole Kerkennah. Non sono state diffuse da fonti ufficiali le coordinate dell’evento, che risulta fuori rotta rispetto alla linea immaginaria che collega la città libica all’isola di Lampedusa. La marina tunisina ha fatto sapere di aver salvato 24 persone e trovato un cadavere. I sopravvissuti sono stati trasferiti nell’ospedale di Sfax. Nessuna speranza per i 75 che mancano all’appello.

LA NOTIZIA è stata diffusa ieri mattina dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Secondo il Forum tunisino per i diritti economici e sociali a bordo c’erano siriani, egiziani, marocchini, palestinesi, bengalesi e persone di diversi paesi dell’Africa sub-sahariana. Solo poche ore prima sette migranti erano annegati al largo delle coste di Mellitah, tra Tripoli e Zuara. In quel caso i 17 superstiti sono stati riportati a terra dalla «guardia costiera» libica.

È ANDATA MEGLIO a un gruppo di 110 migranti partiti da Abu Kammash, in Libia vicino al confine tunisino, e avvistati martedì sera da un peschereccio. Il veliero Astral, della Ong Open Arms, ha ascoltato via radio il messaggio di allarme. Intorno alle 20 Alarm Phone ha allertato le autorità italiane, maltesi e tunisine. Alle 23.30 è giunto sul posto il veliero Nadir, della Ong Resqship, che pattugliava la zona. Nel frattempo pare che il motore del barcone fosse andato in panne facendolo entrare, ormai alla deriva, nelle acque territoriali tunisine. All’una di notte sul posto è arrivato Astral. Sono stati distribuiti i giubbotti di salvataggio in una situazione estremamente complessa: per il buio e perché con il motore spento il barcone aveva iniziato a riempirsi d’acqua e inclinarsi. E infatti poco dopo si è ribaltato. C’è un’immagine scattata dalla fotografa Valeria Ferraro che ritrae il momento esatto del capovolgimento: nel buio del Mediterraneo si vedono le persone in mare con i giubbotti arancioni, mentre alcune tentano disperatamente di aggrapparsi allo scafo ormai perpendicolare all’acqua.

I SOCCORSI di Nadir e Astral sono stati immediati. Tutte le persone dovrebbero essere in salvo, anche se la situazione caotica ha reso difficile il conteggio. Sono state fatte salire a bordo di tre zattere gonfiabili, dispositivi di emergenza che le Ong utilizzano in casi estremi in attesa dei rinforzi. Magari da parte delle autorità. Rinforzi che però non sono arrivati. Durante la notte il centro per il coordinamento marittimo di Roma ha risposto che il caso si trovava in acque territoriali tunisine. Le autorità del paese nordafricano si sono fatte vive solo dopo l’alba, dicendo che avrebbero mandato una nave della marina. È arrivata intorno alle 11: dal primo allarme erano trascorse 15 ore. Quando i naufraghi hanno visto l’unità militare si sono tuffati in mare: temevano di finire in un paese che non garantisce il diritto d’asilo e negli ultimi mesi è stato accusato di respingere in Libia, attraverso il confine terrestre, gruppi di migranti soccorsi in mare.

A QUEL PUNTO Astral ha ricevuto dai tunisini l’indicazione di prendere a bordo i naufraghi. Su un veliero di poco più di 30 metri di lunghezza, oltre l’equipaggio, sono così saliti in 110. Astral ha iniziato a navigare verso nord, anche perché le condizioni del mare sarebbero peggiorate di lì a breve. Ha nuovamente chiesto l’intervento delle autorità italiane. Alla fine ha raggiunto autonomamente Lampedusa: mentre scriviamo si trova davanti alle coste dell’isola ma non ha ancora un porto di sbarco.

SEMPRE IERI Alarm Phone (Ap) ha diffuso altri due Sos. Una barca con 25 persone dispersa tra Tunisia e Italia. Un’altra partita da Benghazi con 31 persone e in difficoltà nelle acque internazionali della zona Sar maltese. Secondo Ap le autorità di La Valletta hanno risposto di non ritenerla in pericolo. Nelle vicinanze c’era il mercantile Histria Coral. Non si sa se i due barconi siano giunti a destinazione.

* Fonte/autore: Giansandro Merli, il manifesto



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