Mariupol, evacuati tutti i civili. La polizia contro le mogli dei militari ucraini
L’annuncio delle autorità ucraine. Onu chiede apertura dei porti del paese per scongiurare l’incombente minaccia di carestia
Tutte le donne, i bambini e gli anziani sono stati evacuati dall’acciaieria Azovstal di Mariupol, secondo le autorità ucraine. La città portuale era già stata teatro di feroci battaglie nel 2014, nel primo – e non riuscito – tentativo russo (all’epoca dell’annessione della Crimea) di espandere la propria zona occupata.
Era destino che dopo l’invasione diventasse uno dei luoghi simbolo di questa guerra: fondamentale per i russi e base delle forze più agguerrite ucraine, a partire da quel battaglione Azov che dopo aver imperversato su piazza Maidan nel 2014 è diventato l’ultimo baluardo difensivo della città.
Da oltre un mese Mariupol è sotto pesanti bombardamenti: stando a chi è riuscito a entrare nella città, di Mariupol come era non è rimasto praticamente niente.
POI È STATA LA VOLTA del mastodontico complesso dell’acciaieria, rifugio di militari e civili e colpito a ripetizione dall’esercito russo. Un inferno, come più volte definito, dal quale le mogli dei soldati chiedono di fare uscire non solo i civili ma anche i militari. Era questa la richiesta di un gruppetto di persone che venerdì hanno manifestato proprio sulla piazza Maidan a Kiev e sono state disperse dalla polizia locale.
Ne ha dato conto il Guardian, secondo il quale «gli agenti di polizia hanno ordinato alle donne di lasciare la piazza poiché l’evento non era stato autorizzato e hanno ordinato la coscrizione a un certo numero di uomini presenti» che sarebbero stati portati in questura.
Sempre riportato dal quotidiano britannico, Yulia Girdvilis, capo del dipartimento di comunicazione della polizia di Kiev, avrebbe dichiarato che «non ci sono stati arresti. All’evento c’erano agenti di polizia che hanno spiegato che durante la legge marziale gli eventi di massa non sono consentiti e le persone se ne sono andate di propria spontanea volontà. All’evento erano presenti commissari militari che avevano l’autorità di controllare i documenti degli uomini. Alcuni di loro, quelli sulla trentina, sono stati portati negli uffici di leva per ulteriori indagini».
SEGNALI CHE MARIUPOL e la strenua difesa da parte degli ultimi uomini dell’Azov resta controversa; nelle settimane precedenti si era diffusa la notizia della richiesta dei militari di potersi arrendere, negata da Kiev.
E ora le mogli dei soldati (alcuni dei quali morti) provano a intercedere per loro, ma senza successo.
Di sicuro quanto accade a Mariupol poteva determinare per Putin un obiettivo raggiunto da mostrare alla propria opinione pubblica il 9 maggio. Non sarà così e la parata dovrà dissimulare per lo più: dopo la prima parte fallimentare della guerra, la mancata conquista di Kiev e il definitivo arretramento sugli obiettivi minimi, ovvero il Donbass, anche quest’ultimo territorio fatica a mostrare successi da parte dei russi.
E DOPO L’UMILIAZIONE dell’affondamento dell’incrociatore Moskva e della fregata Admiral Makarov, sul fronte marittimo ieri è arrivata anche la notizia da parte ucraina dell’affondamento della Serna, un mezzo da sbarco.
Le autorità ucraine hanno mostrato le immagini video dell’imbarcazione colpita dal Bayraktar TB2, un drone sofisticato, invitando i russi a fare la propria parata in fondo al mare. Sul tema si sono nuovamente espressi i servizi di intelligence americani alla luce dell’inchiesta del New York Times sull’aiuto agli ucraini nell’uccisione di generali russi e in generale sul sostegno tecnologico agli ucraini che avrebbe consentito non solo azioni sul campo ma anche affondamenti di navi.
E sui porti ieri si è espressa l’Onu, attraverso Programma alimentare mondiale (Pam ) per la riapertura dei porti dell’Ucraina per scongiurare l’incombente minaccia di carestia: «I porti nella zona di Odessa devono essere riaperti con urgenza per evitare che la crisi globale della fame sfugga al controllo», si legge sul sito istituzionale del Pam. Oggi infine incontro straordinario del G7 più Zelensky «sugli ultimi sviluppi dell’invasione russa dell’Ucraina, sugli sforzi per rafforzare il paese e sui modi per dimostrare la continua unità del G7 ne
* Fonte/autore: Simone Pieranni, il manifesto
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