by Simone Pieranni * | 19 Aprile 2022 8:57
Zelensky chiede nuove armi per contrastare la prossima offensiva russa nel Donbass e consegna il questionario per l’adesione alla Ue
Mentre Mariupol non è ancora presa, come hanno di nuovo affermato le autorità ucraine, e tutto si prepara per lo scontro nel Donbass (il cui vero e proprio inizio dipenderà anche dalle condizioni climatiche, perché neve e pioggia delle settimane scorse hanno rallentato sia russi sia ucraini), arriva la notizia di una onorificenza che Mosca ha attribuito al battaglione responsabile del massacro di Bucha, cittadina nei pressi di Kiev, dove una volta andate via le truppe russe si sono scoperte le prime prove di torture, stupri ed esecuzioni sommarie da parte dei soldati di Mosca.
IL PRESIDENTE RUSSO Putin ha infatti «premiato» il reparto di stanza a Bucha assegnando il titolo onorifico di «Guardia» alla 64esima brigata di fucilieri motorizzati. Secondo quanto si legge sul sito del Cremlino la decisione viene giustificata per «l’eroismo di massa, coraggio e forza che è stato dimostrato dai militari durante le azioni belliche del personale effettivo della difesa della patria e degli interessi di stato».
E un’altra Bucha si teme possa essere Izium, 70 miglia a sud-est di Kharkiv, e località che i russi potrebbero utilizzare per lanciare il loro assalto contro le truppe ucraine nel Donbass. Prima dell’occupazione russa, ha riportato il Guardian «le autorità locali riuscirono a evacuare parte della popolazione. Ma secondo i funzionari, circa 10.000-15.000 cittadini rimangono intrappolati, il loro destino incerto».
Siamo di fronte ad azioni deliberate per uccidere civili pacifici. Tutte le nostre città e villaggi si trovano nella stessa situazione
Andriy Sadovyi (sindaco di Leopoli)
«NON POSSIAMO SAPERLO con certezza, perché circa 1.000 civili sono stati uccisi in attacchi – ha detto il sindaco della città Marchenko -, l’ultima evacuazione è avvenuta il 10 marzo. Abbiamo organizzato un corridoio verde con 60 autobus. Gli aiuti umanitari sono arrivati e le persone sono fuggite su quegli autobus». Izium è ora diventato un punto logistico fondamentale per le forze russe. Secondo i funzionari ucraini, la sua cattura ha permesso alla Russia di spostare l’artiglieria di 30 miglia verso le aree del Donbass sotto il controllo ucraino. «Le nostre truppe li tengono lì», ha detto Marchenko.
«Ma stanno spostando le loro truppe dalle regioni di Kiev e Chernihiv a Iiyum. Stanno concentrando i loro uomini, macchinari e attrezzature per far avanzare il loro attacco al Donbass». Con l’avanzare delle forze russe, i sindaci di Balakliya e Kupyansk, città rispettivamente a 30 miglia e 43 miglia da Izium, avrebbero stretto un accordo con le autorità russe. Entrambi rischiano ora l’ergastolo o la condanna a morte per tradimento.
NONOSTANTE LE MIRE sul Donbass, che secondo Mosca di recente costituirebbe il vero obiettivo dell’«operazione speciale» in Ucraina, Mosca sta lanciando missili ad ampio raggio su città dell’ovest del paese per colpire infrastrutture, impianti di armi e per terrorizzare la popolazione; stando al parere di alcuni analisti sarebbero elementi che contraddistinguono il cambio di tattica russa a seguito dell’avvicendamento ai vertici con l’arrivo del generale Dornikov come nuovo comandante.
Si tratterebbe di una sorta di operazione di «ammorbidimento» prima dello sforzo militare finale nella regione che Putin vuole portare a casa (in modo completo e non una parte sola come era prima della guerra). Ieri infatti quattro razzi russi hanno colpito Leopoli, uccidendo sette persone e ferendone almeno 11. Tre dei razzi hanno colpito infrastrutture militari. Ma il quarto – riportano i media internazionali – avrebbe mancato l’obiettivo colpendo un’officina di riparazione di automobili.
Il sindaco di Leopoli ha accusato il Cremlino di genocidio e dopo l’attacco – riportato dalla Bbc – ha detto che «Quello che vediamo oggi è un genocidio. È un’azione deliberata dell’aggressore per uccidere civili pacifici. Tutte le nostre città e villaggi si trovano nella stessa situazione». La Russia dal canto suo ha ribadito che i suoi attacchi sono stati condotti «contro obiettivi esclusivamente militari».
Per questo da Kiev continuano a ribadire la necessità – specie nei confronti dell’Europa – di armi adatte al nuovo fronte che si verrà a creare. Nel frattempo ieri Zelensky ha realizzato un video nel quale ha ufficializzato la consegna dei documenti necessari per fare partire l’iter per l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea. Infine, due combattenti britannici catturati dai russi sono apparsi alla tv di stato di Mosca e avrebbero chiesto di essere scambiati con Medvedchuck, catturato da Kiev e considerato a inizio conflitto l’uomo con il quale Putin puntava a sostituire Zelensky al vertice di un’Ucraina assoggettata a Mosca.
Oggi il New York Times ha pubblicato un reportage nel quale sostiene di aver verificato l’utilizzo di bombe a grappolo da parte dell’esercito ucraino per riconquistare un villaggio in precedenza preso dai russi. C’è una convenzione contro questo tipo di arma, non firmata – guarda un po’ – da Usa, Russia e Ucraina.
In precedenza anche i russi, in Ucraina, avrebbero usato lo stesso tipo di arma. Come scrive il Nyt a proposito dell’utilizzo fatto dai soldati di Kiev, “la decisione degli ucraini di colpire il proprio villaggio con una munizione a grappolo in grado di uccidere a casaccio persone innocenti sottolinea il loro calcolo strategico: questo è ciò che dovevano fare per riconquistare il loro villaggio, a qualunque costo”.
* Fonte/autore: Simone Pieranni, il manifesto[1]
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