by Simone Pieranni * | 22 Marzo 2022 9:47
Le truppe russe stringono l’assedio sulla città: la sua conquista sarà un crocevia fondamentale per le sorti militari e di Putin
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito quanto affermato da giorni: l’Ucraina non si arrenderà e non accetterà mai l’occupazione russa (oltre ad aver affermato, in serata, che se sarà raggiunto un accordo con la Russia sarà sottoposto a referendum). Le sue parole, oggi sarà ospite virtuale al parlamento italiano, provano a descrivere una situazione nella quale è indubbia la difficoltà russa a conquistare territori, benché secondo molti osservatori Mosca sia ormai prossima a conquistare Mariupol, dove le condizioni dei civili sono sempre più complicate.
LO HA TESTIMONIATO alla Reuters una ex bibliotecaria che da 11 giorni vive in uno scantinato: «Speriamo per il meglio: vivere come esseri umani. Il condominio è distrutto, tutto è distrutto. Stiamo cucinando con il fuoco. Per ora abbiamo del cibo e della legna da ardere. Tra una settimana non avremo più niente». Dopo aver rifiutato la resa, Kiev è però preoccupata per le sorti della città: se le armate russe dovessero conquistare Mariupol si tratterebbe di uno spartiacque molto rilevante da un punto di vista militare.
La città portuale, infatti, consentirebbe in primo luogo di dare continuità territoriale tra Crimea, Donbass e Russia; in secondo luogo la conquista della città avrebbe conseguenze economiche devastanti per l’Ucraina, perché è il porto più grande della regione del Mar d’Azov e sede di un’importante fabbrica siderurgica. Prima della guerra, Mariupol era un polo logistico chiave per l’acciaio, il carbone e il grano. Come specifica la Bbc – inoltre – la conquista della città sarebbe un colpo fatale per Kiev e ottimo per la Russia: è a Mariupol che i neonazisti del battaglione Azov hanno una delle loro basi più importanti.
«SE LA RUSSIA RIESCE a catturare un numero significativo di combattenti della Brigata Azov – ha scritto la Bbc – è probabile che verranno mostrati sui media controllati dallo stato russo come parte della guerra dell’informazione in corso per screditare l’Ucraina e il suo governo». Infine sarebbe una conquista molto importante per la retorica putiniana. Non è migliore la situazione in altre città ucraine: a Kiev (nuovo coprifuoco fino a mercoledì) i russi hanno colpito un centro commerciale (otto morti); secondo Mosca si trattava in realtà di un luogo usato dagli ucraini per tenere i razzi. Il sindaco di Odessa ha affermato nel pomeriggio che le forze russe stavano colpendo per la prima volta edifici alla periferia della città portuale.
LE FORZE RUSSE avrebbero aperto il fuoco e lanciato delle granate contro un gruppo di manifestanti ucraini nella città di Kherson, secondo i video postati da Max Seddon, giornalista del quotidiano britannico Financial Times. E un altro giornalista del Wall Street Journal, Yaroslav Trofimov, ha mostrato dei video che ritraggono persone ferite gravemente dagli spari sulla piazza.
Secondo Reuters, il governatore della regione di Zaporizhzhia, Oleksandr Starukh, ha affermato che la colonna di autobus con i civili pronti ad evacuare sarebbero stati colpiti dai bombardamenti russi.
Capitolo diplomazia: nonostante un altro incontro ieri tra le due delegazioni, ancora non si intravede una possibilità reale di giungere a un cessate il fuoco. Ieri è stata anche la giornata della recrudescenza della spaccatura tra Russia e Usa. «Organizzare un incontro tra i presidenti della Russia e dell’Ucraina richiede un accordo sui possibili risultati dei colloqui, ma le parti attualmente non hanno nulla da mettere sul tavolo a questo proposito», ha sottolineato ieri il ministro degli interni russo Peskov parlando con i giornalisti. E Kiev definisce non seri i colloqui in corso per bocca del consigliere di Zelensky: «La Russia non è seria riguardo ai colloqui di pace» ha sostenuto Alexander Rodnyansky.
SECONDO IL CONSIGLIERE, i colloqui mirano a «intrappolare l’Occidente nel pensare che ulteriori sanzioni non siano necessarie. Hanno usato questi colloqui come un modo per distrarre l’attenzione da ciò che sta accadendo sul campo di battaglia. Non si cerca la pace e allo stesso tempo si bombardano città su larga scala», aggiunge. I negoziati – in ogni caso – vanno avanti. Ieri sarebbero durati un’ora e mezzo tra le due delegazioni per continuare poi nel formato dei gruppi di lavoro.
IERI IL MINISTERO degli esteri russo ha convocato l’ambasciatore americano John Sullivan e gli ha consegnato una nota di protesta contro i commenti «inaccettabili» di Joe Biden sul presidente russo Vladimir Putin, definito «criminale di guerra» e «dittatore assassino». Infine, sempre ieri l’Onu ha dichiarato di aver registrato al 20 marzo 2.421 vittime civili in Ucraina: 925 morti e 1.496 feriti, cifre probabilmente al ribasso considerando le notizie che giungono da Mariupol, dove le autorità locali parlano di oltre 2.400 vittime.
* Fonte/autore: Simone Pieranni,il manifesto[1]
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