Messico. La strage senza fine di giornalisti, appello alle istituzioni

Messico. La strage senza fine di giornalisti, appello alle istituzioni

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Diritti umani e libertà di espressione. Cresce la violenza come «sistema culturale». L’allarme lanciato da Miguel Morra, direttore della Commissione statale per i diritti umani della Bassa California

 

Heber López Vásquez è il sesto tra giornaliste e giornalisti ad essere ucciso in questo 2022 in Messico. Il suo omicidio, avvenuto il 10 febbraio nello stato di Oaxaca, ha fatto scattare la reazione della «Defensoria de los Derechos Humanos del Pueblo de Oaxaca» che in un suo comunicato evidenzia «il grave clima di precarietà» esistente nel paese «per l’esercizio della libertà di espressione», aggiungendo di «aver avviato, tra gennaio 2015 e il 31 dicembre 2021, 288 indagini derivate da denunce e/o atti relativi a violazioni dei diritti dei giornalisti o giornaliste».

I REPORTER DI CAMERA E SENATO il 15 febbraio hanno protestato contro il governo messicano, per i suoi silenzi. Chi segue la cronaca del senato all’inizio della conferenza stampa del gruppo di maggioranza Morena si è alzato e ha svuotato la sala. Quasi in contemporanea i colleghi alla camera hanno manifestato rumorosamente, filmandosi e fotografandosi. Sempre martedì alcuni artisti di strada hanno realizzato a Città del Messico, nel quartiere Roma, un murales per esigere giustizia per i giornalisti e le giornaliste uccisi/e.

«Dobbiamo ammettere che in questo momento nel Paese la violenza persiste ed è arrivata ad un livello molto preoccupante» dice Miguel Morra, direttore della Commissione statale dei diritti umani della Bassa California (Cedhbc), dove si trova Tijuana, città dove solo in questo 2022 sono stati uccisi Ernesto Islas Flores, Lourdes Maldonado, e Margarito Martínez. «Il nostro appello – prosegue – è un richiamo alla responsabilità delle istituzioni statali che devono conformarsi alle risoluzioni della Corte Interamericana e al Sistema Universale di Protezione dei Diritti Umani, perché i singoli stati e lo stato federale devono rispondere di quello che succede nel Paese». Morra ricorda come il sistema “violenza” a Tijuana sia cambiato negli anni e dopo una fase di lieve calo sia nuovamente in crescita.

NELLA FASE ATTUALE sono aumentate notevolmente le richieste di verifica dell’operato delle autorità pubbliche, a tutti i livelli. Il governo della Bassa California, ora nella mani di una donna, Marina del Pilar Ávila, sarà valutato anche nella capacità di cambiare passo in materia. Il cambio di governo ha resettato i piani di protezione dei giornalisti e dopo i recenti omicidi le pratiche di riorganizzazione del programma sono state velocizzate. Allo stesso tempo Morra denuncia «il paradosso per cui continuiamo a denunciare violazioni di diritti umani molto preoccupanti come la detenzione arbitraria e gli abusi della polizia. Indipendentemente dalle responsabilità, sempre più evidenti a partire dal 2011, anno della riforma del sistema di protezione dei diritti umani nel paese, gli indicatori ci mostrano che siamo ancora lontani dal costruire uno scenario di pace in Messico e che la violenza non solo risponde a gruppi criminali ma si sta diffondendo come un sistema culturale molto preoccupante».

SECONDO MORRA NEL PAESE è «sempre stato un lavoro a rischio quello del giornalista, così come quello nella difesa dei diritti umani. In Bassa California Nord noi della commissione per i diritti umani abbiamo subito attacchi minori: furti e minacce, siamo stati attaccati per le nostre posizioni sull’aborto, per la difesa della comunità Lgbt o dei migranti, ma fortunatamente tutto questo ha solo provocato molta preoccupazione. In Bassa California Sud, nel 2017 è stato assassinato il presidente della Commissione dei Diritti Umani con un famigliare.

Morra ricorda che la violenza di genere nonché «abusi sessuali, femminicidi, crimini contro i minori nella stragrande maggioranza dei casi si verificano all’interno dei nuclei familiari». Per il presidente della Commissione dei Diritti Umani «non parliamo solo delle assenze nel combattere il crimine e il narcotraffico, ma delle assenze nel costruire un sistema culturale basato sul rispetto dei diritti umani. Questa è la sfida che dovrebbe affrontare lo Stato».

* Fonte/autore: Andrea Cegna, il manifesto

 

ph by ProtoplasmaKid, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons



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