by Sabato Angieri * | 27 Febbraio 2022 9:58
Nella capitale si diffondono video sulla presenza dei sabotatori. Coprifuoco dalle 17. Registrati violenti scontri nella zona di Zhuliavny, vicino all’aeroporto. Per Reuters sarebbero pronti a intervenire anche battaglioni di ceceni
KIEV. Nella metro Kreschyatyk, fino a tre giorni fa snodo centrale dei trasporti urbani di Kiev, oggi si entra solo passando attraverso i controlli dei militari. Documenti, perquisizione e divieto categorico di filmare e fotografare. La lunga scala mobile che porta ai treni è deserta, ai suoi piedi altri due volontari di guardia e poi si sente subito, assordante, il rumore dei motori dell’aria calda e dell’aereazione.
DECINE DI PERSONE si sono trasferite qui per ripararsi durante questi primi giorni di guerra. Ci si chiede come facciano a stare tutto il giorno in quel luogo, tra un sedile della metro e le gallerie di collegamento agli altri binari e, soprattutto, come facciano a sopportare quel ronzio costante. Per i bambini all’inizio potrà forse sembrare anche un gioco, ma come facciano i genitori a tenerli sottoterra e ad evitare che piangano costantemente rimane un mistero. Deve essere uno sforzo psicologico immane.
Il terzo giorno di ostilità è iniziato con le dichiarazioni ottimistiche del ministero della difesa e dei media ucraini che riportavano una situazione generalmente favorevole in tutti i principali fronti aperti dai russi. La prima buona notizia era che l’esercito invasore non era riuscito a sfondare in nessuna direzione. La seconda che le perdite russe erano almeno tre (se non cinque) volte superiori a quelle ucraine.
LA TERZA CHE DAGLI USA e da altri stati amici erano in arrivo soldi e armi. Nel corso della giornata si è poi aggiunta la decisione di alcuni stati, tra cui l’Italia, di escludere le banche russe dal sistema Swift, il che provocherà danni consistenti all’economia russa. Tuttavia, più o meno contemporaneamente, il sindaco di Kiev, l’ex-pugile Vitali Kitschko, ha fatto diramare la notizia che il coprifuoco era anticipato alle 17. In seguito, si è deciso di includere anche l’intera giornata di domenica nelle limitazioni al movimento delle persone e, quindi, per quasi 40 ore in città non potrà circolare nessuno. Il comunicato era accompagnato da una postilla «chiunque sarà trovato in strada dopo le 17 sarà considerato un nemico». Un messaggio che non lasciava adito a fraintendimenti.
Prima della guerra in molti temevano quelle che si potrebbero definire «cellule dormienti» all’interno delle grandi città. Si paventavano rivolte pilotate da filo-russi, disordini, azioni mirate. Ciò non è avvenuto. Ma ora, data la struttura stessa delle forze di difesa ucraine, soprattutto nelle città, la paranoia ha raggiunto livelli estremi. Il Kyiv Independent stamane riportava l’abbattimento di un mezzo civile sul quale si trovavano due sabotatori russi sotto mentite spoglie proprio vicino a piazza Maidan. Il canale telegram Nexta, molto popolare nel Paese, citava fonti della difesa riportando l’uccisione di un manipolo di infiltrati alla periferia della città.
D’ALTRONDE, A QUESTO PUNTO del conflitto, possiamo già iniziare a immaginare i possibili sviluppi. Se da un lato già da ieri era evidente che l’interesse principale dei russi fosse la conquista della capitale, le notizie di oggi modificano lo scenario e aggiungono molti elementi da tenere in considerazione. Innanzitutto, l’imminente arrivo di nuove truppe dalla Russia, colonne corazzate e reparti di fanteria. Per tutto il giorno Reuters ha rilanciato la notizia che fossero già pronti a intervenire dei battaglioni ceceni nella presa di Kiev. L’agenzia di stampa riportava che questi gruppi fossero già stati dislocati nei boschi intorno alla capitale e che, a un dato segnale, sarebbero arrivati a dar manforte alle truppe d’invasione per colpire una lista di persone specifiche. Qualche media addirittura parlava del fatto che ai soldati ceceni fosse stato dato un mazzo di carte dalle quali «pescare» la propria vittima. Poi, verso le 18, il ministero della difesa russo ha confermato che i ceceni sarebbero pronti a intervenire e a entrare in Ucraina dalla Russia. Com’è evidente, è difficile orientarsi in questo scontro mediatico che fa parte, a tutti gli effetti, del conflitto.
CECENI A PARTE, però, ciò che è certo è che i russi stanno ricevendo nuove truppe. Sempre nel pomeriggio, sono state diffuse le immagini delle colonne di carrarmati diretti a Mariupol, la città che dall’inizio del conflitto ha pagato il prezzo più alto in termini di vittime.
Da Sumy arrivano immagini drammatiche di attacchi ai civili ucraini, case in fiamme e mezzi esplosi. A Kherson, che ieri i russi davano per conquistata e oggi il ministro della difesa ucraino ha definito «in bilico», le truppe russe avrebbero colpito un mezzo della Croce Rossa uccidendo tutte le persone all’interno del veicolo. Finora i media russi non confermano e non smentiscono.
A Kharkiv i combattimenti sono stati serrati e Russia Today ha diffuso le immagini di numerosi reparti di rinforzi in arrivo per piegare la resistenza della città. Odessa è sempre in bilico e, ora che la marina di Mosca ha bloccato il Mar d’Azov e ha iniziato le manovre nel Mar Nero, potrebbe essere il prossimo obiettivo.
LA CHIAVE DI VOLTA sembra essere comunque Kiev. Mentre scriviamo, nei sotterranei dell’hotel adibiti a rifugio antiaereo, una delle poche dipendenti della struttura rimaste (gli altri sono fuggiti tra mercoledì e giovedì) ci avvisa in modo scorbutico di disattivare la geolocalizzazione nei cellulari e nei vari dispositivi elettronici. Dopo poco riusciamo a capire da cosa derivi la sua premura: nelle chat della città stanno circolando sempre più notizie sui sabotatori russi. Pare che pochi minuti fa due di questi siano stati fermati a poca distanza dal nostro edificio, dove, da qualche ora sono arrivati anche dei rifugiati da altre zone della città.
Intanto, tra Peremohu e Povitroflotskyi, a sud-ovest di Kiev si combatte apertamente. Prima delle dieci si erano già registrati violenti scontri nella zona di Zhuliavny, vicino all’aeroporto, dove dei blindati russi sono stati distrutti dalle truppe regolari ucraine. Nelle stesse ore un palazzo residenziale è stato colpito da un ordigno ed ora è in fiamme.
SUL CORSO PEREMOHU le forze di difesa territoriale (civili e paramilitari) hanno respinto l’offensiva di blindati russi colpendoli con bombe molotov. Ora però, poco prima di chiudere questo racconto di una giornata tremenda, sono arrivati i video che gli abitanti di quei quartieri hanno caricato nelle chat cittadine: da un lato si lanciano incessantemente razzi e dall’altro si risponde con i mortai. A breve i russi potrebbero arrivare al ministero delle infrastrutture.
* Fonte/autore: Sabato Angieri, il manifesto[1]
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