Rincari delle bollette, il governo cerca «8-10 miliardi» per tamponare

Rincari delle bollette, il governo cerca «8-10 miliardi» per tamponare

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Il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani: Il salasso «non dipende dalla transizione ecologica ma dal prezzo del gas». È scontro: Salvini torna a chiedere uno scostamento di bilancio da 30 miliardi. Le difficoltà della politica davanti a uno degli effetti della crisi mondiale innescata dalla pandemia, uno dei temi più drammatici e meno discussi dalla società dello spettacolo ipnotizzata da un’altra crisi politica: il Romanzo Quirinale

 

Il governo sta cercando otto o dieci miliardi di euro per mitigare l’annunciato aumento del costo dell’energia e, soprattutto del gas, una delle conseguenze dell’aumento delle materie prime ed effetto della crisi innescata dalla pandemia. Ieri, durante un’audizione davanti alle commissioni riunite Attività produttive della Camera e Industria del Senato il ministro della transizione ecologica (Mite) Roberto Cingolani ha detto che tre miliardi arriverebbero dalla cartolarizzazione degli oneri Asos, 1,5 miliardi dalle aste Ets (Emission trading system), 1,5 miliardi dal taglio degli incentivi sul fotovoltaico (il cosiddetto Conto energia), uno-due miliardi dal taglio degli incentivi sull’idroelettrico, 1,5 miliardi dalla negoziazione a lungo termine delle energie rinnovabili. Si pensa a tagli dell’Iva sulle bollette o all’extra-gettito delle accise, ma ci vuole il parere della Commissione Ue.

LA PROPOSTA è in una bozza consegnata alla presidenza del Consiglio. Non è chiaro al momento se sarà discussa in un consiglio dei ministri che dovrebbe essere convocato domani per affrontare l’altro problema della quarta ondata del Sars Cov 2, la variante «Omicron»: ristori per bar, ristoranti e turismo, sport e discoteche, «cassa Covid»: 1 miliardo e duecento milioni di euro. Sono state diffuse voci secondo le quali le iniziative anti-rincari potrebbero slittare ancora e rinviate forse alla prossima settimana, quella che potrebbe essere il fotofinish del governo visto che Draghi potrebbe essere eletto al Quirinale entro il 3 febbraio.

A PALAZZO CHIGI ieri sera tutto un susseguirsi fino a tardi di riunioni sul doppio dossier ristori-caro bollette. Il dossier è seguito dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli. Dal lato dei partiti stamattina il ministro leghista dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti farà una videoconferenza con le organizzazioni e le imprese. Per evitare di restare scoperti nella competizione interna alla maggioranza su un tema straordinariamente sottovalutato da un dibattito drogato dal gioco di ombre creato sul Quirinale i Cinque Stelle hanno lanciato anche un altro “bonus” di cui ormai sono diventati specialisti. Dopo quello problematico sull’edilizia ieri hanno parlato di un “Superbonus energia imprese”, una misura che si potrebbe tradurre in nuovi trasferimenti di ricchezza alle imprese presentati come un “provvedimento strutturale”.

IL GOVERNO resta bloccato da giorni, stretto tra il romanzo Quirinale, la crisi politica creata dalla strategia del «governo del presidente» e della maggioranza Frankenstein composta per tenerlo in vita e le vere emergenze create da una crisi anche stavolta sottovalutata mentre continua a presentare conti salatissimi E continua il pressing dei partiti come Lega e Cinque Stelle, o anche il Pd. Ieri Matteo Salvini (Lega), tra una sparata sul Quirinale e un’altra per tenere Draghi a palazzo Chigi, ha rilanciato l’ipotesi di uno scostamento di bilancio da 30 miliardi al fine di contenere il caro-bollette. Ipotesi che sembra essere stata respinta dal Ministero dell’Economia, tanto è vero che è stato mandato avanti Cingolani con quella sugli 8-10 miliardi. Si parla di ipotesi come la possibilità di destinare i proventi delle aste per le emissioni di Co2 a mitigare aumenti del gas che sembrano essere superiori addirittura al 700%. In alto mare, invece, l’altra ipotesi di un contributo dei grandi gruppi. Era stata ventilata in questi giorni confusi per un governo e una maggioranza ipnotizzati dalla prevedibile crisi politica dovuta al passaggio di Draghi da Palazzo Chigi al Quirinale.

SALVINI ha messo in giro un’altra ipotesi: la stasi del suo governo sul caro-bollette sarebbe dovuto al fatto che «mancherebbe l’ok dell’Europa». «Vuol dire che qualcuno non ha capito: se c’è l’emergenza sanitaria c’è anche l’emergenza energetica, c’è poco da fare». La visione ristretta del redivivo sovranista non riesce a concepire le difficoltà sistemiche che questa incredibile fiammata dei prezzi ha generato sia su un paese come l’Italia che importa la maggior parte del suo fabbisogno di gas (70 miliardi di metri cubi , mentre solo 4,5 sono prodotti da noi), sia sul continente alle prese con una contesa geo-economica enorme con la Russia di Putin e le politiche dei gasdotti. Non è chiaro in che modo l’«ok dell’Europa» stia condizionando la partita interna sul caro-bollette, ma il nervosismo di Salvini è la reazione a un problema strutturale che il governo non è in grado di affrontare date le incertezze politiche in cui naviga. In audizione Cingolani ha detto che i prezzi del gas non caleranno nel breve termine e serve una strategia strutturale Ue». «Non possiamo continuare ogni trimestre a tirare fuori cash che mitiga solo una parte dell’aumento che di solito a due zeri». In ogni caso «il caro bollette di questo momento non dipende dalla transizione ecologica», ma «da congiunture correlate al prezzo del gas».

* Fonte: Roberto Ciccarelli, il manifesto

Foto: Christian Oehlenberg da Pixabay



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