by Claudia Fanti * | 3 Gennaio 2022 10:03
Proteste contro il presidente negazionista e le minacce all’Agenzia nazionale di sorveglianza sanitaria. E il consenso crolla: va in vacanza mentre Bahia è devastata dalle alluvioni
Un rumore così assordante di pentole – il cosiddetto panelaço – si era sentito poche volte in Brasile. A provocarlo, stavolta, è stato il pronunciamento di fine anno del presidente Bolsonaro: una nuova occasione per scagliarsi contro l’adozione del passaporto vaccinale e di «qualunque restrizione» nei confronti dei no vax e per insistere sulla necessità che i bambini siano vaccinati solo con il consenso dei genitori e dietro prescrizione medica.
LA DECISIONE di autorizzare la vaccinazione con Pfizer dei bambini tra 5 e 11 anni, adottata il 16 dicembre dall’Agenzia nazionale di sorveglianza sanitaria (Anvisa) – legata al ministero della Salute ma composta da epidemiologi, biologi e farmacisti non nominati dal governo – a Bolsonaro non è andata giù.
«Anvisa non è subordinata a me, non posso interferire, ma vogliamo divulgare i nomi delle persone che hanno approvato i vaccini per i bambini», aveva tuonato il presidente dopo l’approvazione della misura.
Un «metodo apertamente fascista» condannato dai funzionari dell’Agenzia che in una nota hanno parlato di «minaccia di ritorsione estremamente incompatibile con il regime democratico» e particolarmente allarmante in vista di una prevedibile nuova ondata di Covid nel paese. Tanto che il giudice della Corte suprema Ricardo Lewandowski aveva inviato alla Procura generale della Repubblica una richiesta di indagine nei confronti del presidente per minacce.
Da allora, insieme al ministro della Salute Marcelo Queiroga, Bolsonaro ha cercato di boicottare la misura in ogni modo possibile, aprendo una consultazione pubblica – che si concluderà oggi – per raccogliere le posizioni della società civile.
«È necessario condurre un’ulteriore analisi. La valutazione dell’Anvisa è una, quella del ministero della Salute è un’altra», ha dichiarato da parte sua Queiroga, annunciando una decisione per il 5 gennaio.
QUANTO GLI RISULTASSE indigesto il provvedimento dell’Anvisa il presidente lo aveva chiarito anche giovedì nel suo intervento in diretta sulle reti sociali: «Come potrei convivere con l’idea di aver provocato danni ad alcuni bambini per una mia omissione? Preferisco perdere le elezioni piuttosto che sopportare tale peso». E aveva annunciato che sua figlia Laura, di 11 anni, non sarebbe stata vaccinata.
E mentre la Corte suprema accentua le sue pressioni sul procuratore generale Augusto Aras, alleato di ferro del presidente, perché si decida a dar seguito alle indagini sui tanti reati di cui Bolsonaro è accusato – a cominciare dalle richieste di incriminazione avanzate dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul Covid – la possibilità che il presidente perda le elezioni si fa sempre più reale, a prescindere dalla vaccinazione dei bambini. Gli ultimi sondaggi lo accreditano di una percentuale tra il 21 e il 30% contro il 40-48% attribuito a Lula.
Bolsonaro ce la mette proprio tutta per perdere consensi, come andandosene in ferie a Santa Catarina e postando allegramente da lì le foto delle sue (interminabili) vacanze, mentre lo Stato di Bahia era alle prese con il maggiore disastro naturale della sua storia: le alluvioni senza precedenti che nei giorni scorsi hanno provocato 25 morti, oltre 400 feriti e più di 90mila sfollati.
E COME SE NON BASTASSE la sconcertante indifferenza mostrata nei confronti della popolazione bahiana, il presidente si è pure permesso di rifiutare gli aiuti umanitari offerti dall’Argentina per far fronte alle profonde conseguenze delle inondazioni.
* Fonte: Claudia Fanti, il manifesto[1]
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