Sempre più popolare la lotta operaia della Gkn contro i licenziamenti
Delocalizzazioni. Si moltiplicano le prese di posizione a sostegno della resistenza delle tute blu contro la chiusura della “loro” fabbrica. Da sindaci e parlamentari dem toscani la richiesta all’esecutivo Draghi: “Agisca, ciò che sta accadendo ci riguarda tutti”. Le realtà di sinistra, dell’associazionismo e del sindacato in azione per la manifestazione di sabato. Oggi la serata all’Istituto De Martino “Le voci del lavoro” con operai e intellettuali. Il 21 settembre la sentenza del giudice sul ricorso della Fiom per comportamento antisindacale
FIRENZE. Come un fiume in piena che rompe gli argini, la mobilitazione che accompagna la lotta operaia delle tute blu Gkn contro la chiusura della “loro”fabbrica si sta sviluppando dando vita a cento rivoli, in ogni direzione possibile. E se a Firenze, in tutta l’area metropolitana e lungo il corso dell’Arno fino ad Empoli e a Pisa sono iniziati i volantinaggi di promozione della manifestazione nazionale di sabato (ore 15 Fortezza da Basso), negli ultimi tre giorni si sono succedute le prese di posizione di 100 sindaci toscani con un appello a Mario Draghi; quelle, analoghe, dei parlamentari dem toscani; l’incontro in remoto di una delegazione di parlamentari della Sinistra europea con Rsu e Collettivo di fabbrica, promossa da Potere al popolo; le quasi 10mila firme già raccolte dai tre ex presidenti regionali dem Vannino Chiti, Claudio Martini ed Enrico Rossi, da inviare a Palazzo Chigi. Infine, ciliegina sulla torta, la lucida serata di oggi all’Istituto Ernesto de Martino di Sesto Fiorentino con gli operai, intitolata “Le voci del lavoro”, con storici, antropologi e scienziati sociali che si occupano del mondo del lavoro, delle culture operaie e della storia del movimento sindacale. Colpiti, va da sé, dalle modalità di una resistenza operaia innovativa sia nelle forme che nel linguaggio, entrambi tesi ad allargare il più possibile la comprensione della posta in gioco, e la partecipazione alle iniziative di lotta.
A ennesima riprova, l’assemblea dei gruppi di sostegno alla vertenza Gkn, che si è svolta nel corso della festa dell’Arci fiorentina “Stella Rossa”, è stata tanto affollata quanto compatta nella conferma di un impegno h24 per promuovere la manifestazione, indetta direttamente dai 500 uomini e donne a cui è stato rubato il lavoro dalla sera alla mattina. Una manifestazione che con ogni probabilità vedrà fianco a fianco il sindacalismo confederale, Cgil in testa, e quello di base; tutte le realtà della pur variegata ma sempre vivace sinistra, non solo fiorentina e toscana, e l’associazionismo democratico di Arci e Anpi.
Lo stesso, egemone Pd toscano, nella presa di posizione dei “suoi” parlamentari che si accompagna a quella dei 100 sindaci che chiamano l’esecutivo Draghi ad agire, è chiaro: “E’ vero ciò che i sindaci toscani, a partire da quelli di Campi Bisenzio e di Firenze, ma con l’adesione di tantissimi primi cittadini, scrivono: ciò che è accaduto alla Gkn ci riguarda tutti. Riguarda le persone, i lavoratori e le lavoratrici, riguarda le comunità, riguarda l’economia reale, troppe volte travolta da quella finanziaria, troppe volte piegata agli interessi di pochi soggetti. Riguarda gli imprenditori veri, quelli che fanno i conti ogni giorno con le difficoltà dei mercati, il cui sforzo in questo passaggio stiamo sostenendo anche con le opportunità del Pnrr, riguarda il futuro di un Paese, il nostro, che sta ripartendo dopo quasi due anni di crisi legata alla pandemia, e dell’Europa. Noi quell’appello lo sentiamo nostro”.
E se le difficoltà intergovernative – ad esempio il ministro leghista Giorgetti, titolare del Mise, che snobba platealmente l’impegno della sua viceministra pentastellata Todde e ancor di più del suo collega al Lavoro, il dem Andrea Orlando – sono sotto gli occhi di tutti, la richiesta resta comunque ferma: “I tentativi in atto in questo momento da parte del governo possono essere uno strumento utile e devono arrivare a conclusione. Si lavori per modificare norme non più attuali, si lavori perché l’Europa si interroghi su una mobilità `a la carte´, secondo convenienza che non può avvenire senza contrappesi”.
“La nostra lotta – ha ricordato Dario Salvetti, delegato sindacale Fiom e nel Collettivo di fabbrica, all’assemblea aperta all’Arci– sta avendo visibilità ma non è meno importante di quelle organizzate in tutto il paese da tanti altri operai, dai precari, dalle partite Iva”. E c’è attesa anche per la sentenza del giudice del lavoro, prevista il 21 settembre, di fronte al ricorso della Fiom per il comportamento antisindacale di Gkn e del fondo finanziario Melrose che la controlla. Un giudizio favorevole potrebbe bloccare l’invio delle lettere di licenziamento, programmate per l’indomani.
* Fonte: Riccardo Chiari, il manifesto
Related Articles
Nei numeri c’è un’«eurorecessione» E i mercati non sono ancora al fondo
Lo stop della Cina blocca l’export tedesco. Ma l’America ora non aiuta Henry Kissinger trent’anni fa chiedeva quale fosse il numero di telefono dell’Europa.
Lo Stato punta sulla marmellata entra nella Rigoni con 14 milioni
Il Fondo Italiano d’Investimento fa capo al ministero del Tesoro
Draghi non vede spiragli di ripresa E Hollande taglia