by Chiara Cruciati * | 1 Agosto 2021 9:07
Turchia. Sette morti, la loro casa data alle fiamme. A maggio erano stati aggrediti da 60 persone: «Siamo i lupi grigi, non potete vivere qui». L’Hdp accusa il governo di incitare alla violenza contro i curdi
Hanno attaccato la loro casa a Konya, nel distretto di Meram, li hanno uccisi con colpi di pistola e poi hanno dato fuoco all’abitazione: così sono morti sette membri della famiglia curda Dedeogullari, venerdì sera, in Turchia.
Sette persone che vivevano lì da 24 anni e che avevano subito altre aggressioni e minacce. Tutte denunciate alla polizia, senza risultato. Il motivo lo hanno dato ieri la procura (che ha fermato dieci sospetti) e i ministri degli Interni Soylu e della giustizia Gul: non si è trattato di un crimine d’odio o razzista, ma «di una disputa che va avanti da 11 anni tra due famiglie».
Diversa l’opinione della comunità curda e dei partiti di opposizione che accusano il governo di incitamento all’odio e alla violenza, lo stesso clima che ha portato all’uccisione di Deniz Poyraz[1] in una sede dell’Hdp a Smirne il mese scorso e all’omicidio di un contadino curdo 10 giorni fa, il 43enne Hakim Dal, di nuovo a Konya, città particolarmente conservatrice.
E che aveva portato a maggio a un’altra brutale aggressione contro i Dedeogullari: 60 persone avevano preso d’assalto la loro casa, li avevano picchiati selvaggiamente con bastoni, pietre e coltelli e gridato loro «Siamo i lupi grigi, non permetteremo ai curdi di vivere qui».
I sospetti erano stati tutti rilasciati, con la polizia che ha contro-accusato la famiglia («Li avete provocati»), nonostante l’aperta dichiarazione di colpevolezza del gruppo ultranazionalista e fascista.
«Il linguaggio discriminatorio e di odio del regime e l’attitudine anti-curda sono la principale causa degli omicidi», ha commentato il parlamentare del Partito democratico dei Popoli (Hdp), Mahmut Togrul.
Un’attitudine che ha tra i suoi primi target proprio l’Hdp, sottoposto da anni a una campagna politica volta alla messa al bando[2], tra arresti di deputati, sindaci e sostenitori, commissariamenti dei comuni e inchieste per terrorismo.
«In una sola settimana ci sono stati una serie di attacchi razzisti contro i curdi nelle province di Afyon, Ankara e Konya – hanno scritto ieri i responsabili degli affari esteri dell’Hdp, Feleknas Uca e Hisyar Ozsoy – Quei ripetuti attacchi razzisti non sono casuali e se il governo non cambia la sua politica nei confronti dei curdi, aumenteranno e diventeranno ancora più violenti».
* Fonte: Chiara Cruciati, il manifesto[3]
photo by ANF News
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