by redazione Diritti Globali | 8 Luglio 2021 16:24
La memoria è un potente e necessario strumento per la trasformazione sociale. Anche la memoria delle sconfitte. A Genova nel luglio 2001 si è consumata, sanguinosamente, una sconfitta epocale per quel “movimento dei movimenti” che aveva colto nel segno con le proprie analisi sulla trionfante globalizzazione neoliberista.
La successiva storia ha mostrato come e quanto quelle analisi fossero non solo fondate ma lungimiranti e come il trionfo apparente di quella globalizzazione fosse un precario castello di carte. La crisi finanziaria e quella pandemica, entrambe in corso, con effetti correlati e cause intrecciate, ne sono state le più vistose, drammatiche ed eloquenti manifestazioni.
Vent’anni dopo, assieme alla memoria, si tratta di recuperare lucidità e passioni, di uscire dai lockdown fisici e mentali per tornare nelle piazze. Possibilmente, avendo imparato qualche lezione. A partire da quella che intende la differenza e la pluralità una risorsa e una ricchezza.
Come primo e piccolo contributo, non autocelebrativo ma propositivo, in tal senso vogliamo ricordare che proprio allora, proprio lì, siamo nati come esperienza e come progetto teso a tematizzare i diritti globali come nuovo paradigma attorno al quale costruire analisi, inchiesta, pratica sociale, movimento.
L’agenzia Testimoni di GeNova ne fu un prima esemplificazione. Certo molto artigianale e volontaristica, ma da essa sono nati fili e percorsi che ci portano a essere ancora qui, e allo stesso tempo lì, per ripetere: avevamo e abbiamo ragione. Loro avevano però la forza, la forza bruta e assassina. Loro, quelli del G8, i ministri che erano nelle caserme o a Bolzaneto a sostenere i torturatori, quelli dell’incursione alla scuola Diaz, quelli che sui media mainstream avevano pazientemente e sapientemente costruito le premesse e le falsificazioni per montare il clima d’allarme e d’odio, per facilitare le divisioni e i personalismi, per giustificare preventivamente la mattanza.
Loro che sono poi sempre gli stessi, da sempre. Sono ancora quelli di oggi, di Santa Maria Capua Vetere, e, prima, delle mille e mille stragi e repressioni volute per soffocare nel sangue la radicalità e il cambiamento, per negare i diritti, deviare i bisogni, sottrarre i vocabolari e gli immaginari, soffocare le speranze di chi sta in basso, che, secondo loro, dovrebbe limitarsi ad aspettare e mendicare un “gocciolamento” dall’alto. Quel “trickle down”, truffaldina cornice ideologica della globalizzazione dei mercati, che ha ammansito e poi tradito le classi medie, ora rifugiate nell’ultima spiaggia del populismo. Mentre, dopo quella sociale, si avanza incontrastata la catastrofe ambientale.
Riannodare i fili di Genova, o meglio di Seattle, più che allora è diventata questione di vita e di morte.
Dobbiamo tutti scegliere da che parte stare, rompere le trappole del virtuale e tornare nel mondo reale. Per cambiarlo in radice.
In questo ventennale riproporremo sul nostro sito dirittiglobali.it alcuni dei nostri materiali di allora. Piccole briciole di Pollicino, non per ritrovare la strada di ciò che è inesorabilmente passato, ma per ricordare come costruirne una nuova e soprattutto in che direzione incamminarci.
(Sergio Segio)
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Nasce l’Agenzia nazionale di informazione “Testimoni di GeNova”
Nel mese di agosto 2001 si è costituita una nuova Agenzia nazionale di informazione.
Il gruppo redazionale, interamente composto da volontari, giornalisti e non, nasce all’indomani dei gravi avvenimenti che hanno scosso la città di Genova e segnato le iniziative di protesta contro il vertice del G8. Da qui la scelta del nome “Testimoni di GeNova”.
Quel momento viene assunto come riferimento iniziale, ma l’obiettivo prefissato è più generale e continuativo: ovvero quello di contribuire a un’informazione attenta, approfondita e capace di dare obiettivamente conto dei fatti e delle opinioni sui contenuti e sulle problematiche connesse alla globalizzazione, ai diritti umani, al rapporto Nord/Sud del mondo in tutti gli aspetti e le implicazioni sociali, politici, economici.
Interlocutori privilegiati del nostro lavoro sono, ovviamente, tutti i media, ma anche i movimenti sociali critici nei confronti dei modelli economici neoliberisti e, in specifico, quell’arco vasto e plurale di forze e culture che avevano dato vita al Genoa Social Forum, nonché quell’area di singoli cittadini che non hanno appartenenze organizzative ma vogliono essere testimoni e protagonisti di un nuovo impegno politico e sociale.
Si tratta di un “movimento nel movimento” che, troppo spesso, viene sacrificato dalle logiche dei gruppi organizzati e reso vieppiù invisibile dalle semplificazioni giornalistiche.
Il nostro sforzo sarà anche quello di operare in collegamento, e valorizzare al massimo, quanto viene già realizzato sulle medesime tematiche da altri operatori dell’informazione o da realtà associative.
È attivo un indirizzo e-mail (testimonidigenova@noprofit.org[1]), dove possono essere inviate testimonianze, informazioni, richieste e dove si raccolgono ulteriori adesioni e disponibilità a partecipare all’iniziativa.
Periodicamente la redazione produrrà materiali giornalistici e dossier tematici che verranno trasmessi via mail. I materiali sono via via pubblicati sul sito di Carta: www.carta.org[2], nella sezione Agenzia.
Natale Alfonso (insegnante)
Maurizio Baruffi (giornalista)
Mauro Boglione (giornalista)
Paolo Borghi (obiettore di coscienza)
Katia Bouc (studentessa)
Manuela Cencetti (disoccupata)
Ettore Colombo (giornalista)
Marianna Corte (redattrice)
Gianmarco Della Vecchia (libero professionista)
Maurizio Dematteis (giornalista)
Giovanni Godio (giornalista)
Michele Marangi (giornalista)
Giorgio Morbello (giornalista)
Enrico Panero (giornalista)
Francesco Piperis (giornalista)
Marcella Rodino (giornalista)
Cristina Rowinski (precaria)
Maria Rowinski (precaria Università)
Sergio Segio (giornalista)
Roberto Varone (volontario cooperazione)
Cristiano Zuccher (studente/obiettore di coscienza)
Olga Baldassi Pezzoni (Milano)
Sergio Capelli (giornalista, Torino)
Paolo Cento (parlamentare)
Annapaola Cova (Centro di Iniziativa Europea, Milano)
Enzo Crolle (social worker, Amsterdam)
Antonio D’Alessandro (giornalista, Roma)
Anna Ianniello (Torino)
Carlo Leone (educatore Comunità Lucignolo, Catanzaro)
Anna Lubrano (giornalista, Milano)
Maria Grazia Meriggi (docente università di Bergamo)
Sara (giornalista, Torino)
Assunta Signorelli (psicologa, Trieste)
Stefano Anastasia (pres. Associazione Antigone, Roma)
Emilia Aronica (dir. Servizio sanitario, Milano)
Don Andrea Gallo (coord. Comunità San Benedetto al Porto, Genova)
Stefano Neri (direttore Informazione Senza Frontiere)
Salvatore Palidda (sociologo, Milano)
Mauro Palma (rappresentante dell’Italia al CPT – Commissione europea per la prevenzione della tortura)
Achille Saletti (pres. Associazione Saman, Milano)
Marcello Zinola (segretario Associazione stampa ligure, Genova)
Tutti i materiali prodotti sono liberamente riproducibili, in tutto o in parte, da qualsiasi media purché venga citata la fonte (Agenzia nazionale di informazione “testimoni di GeNova”), l’autore (nel caso di articoli firmati) e dandone comunicazione alla Redazione dell’Agenzia.
Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2021/07/come-eravamo-e-dove-andiamo-i-diritti-globali-al-tempo-di-genova/
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