Vaccini. La Commissione UE verso la sospensione dei brevetti, ma solo temporanea
Sospensione temporanea dei brevetti sui vaccini anti-Covid, nell’ambito della procedura Trips della Wto: è su questa procedura che si sta poco per volta costruendo un accordo nella Ue. Ieri sera, era atteso il voto finale del Parlamento europeo su questa risoluzione. Non è la levata dei brevetti come hanno chiesto nell’ottobre scorso India e Sudafrica, proposta approvata in seguito da una sessantina di paesi e sostenuta da un “Manifesto” firmato da più di 350 personalità mondiali. È un compromesso, che cerca di salvare equità e solidarietà da un lato, senza pestare i piedi a Big Pharma. La questione sarà dibattuta al G7 in Cornovaglia questo fine settimana.
NEL FRATTEMPO, il Parlamento europeo, il mese scorso, ha fatto passare a sorpresa un emendamento della Gue (sinistra) che invita la Ue a «sostenere l’iniziativa presentata da India e Sudafrica al Wto per la sospensione temporanea dei diritti di proprietà intellettuale sui vaccini, le attrezzature e le terapie per far fronte al Covid-19». A maggio, nel dibattito che aveva fatto seguito all’annuncio dell’amministrazione statunitense a favore di una sospensione temporanea dei brevetti, gli eurodeputati si erano mostrati divisi. Da un lato, alcuni deputati di sinistra, la Gue, ma anche S&D e Verdi, favorevoli alla rinuncia ai diritti di proprietà intellettuale, per migliorare l’accesso mondiale a vaccini abbordabili. «La Ue deve fare tutto il possibile per aiutare i paesi poveri, incapaci di cavarsela da soli – ha affermato Iratxe Garcia Perez, presidente del gruppo S&D – parliamo di un obiettivo che non è solo umanitario ma anche geostrategico» e che richiede «soluzioni straordinarie» di fronte alla morte di milioni di persone nel mondo. «Per il momento – ha sostenuto il verde Philippe Lambers – centinaia di migliaia di persone non hanno ancora accesso ai vaccini che potrebbero salvare la vita, perché non sono nate nel posto giusto. L’Europa deve considerare i vaccini un bene comune mondiale, la quantità disponibile e i prezzi non possono essere lasciati alla discrezione di 3 a 4 gruppi farmaceutici». Più indignata Manon Aubry, della Gue: «Come mai ancora oggi stiamo discutendo della sospensione dei brevetti sui vaccini? Avrebbe dovuto essere un’evidenza fin dall’inizio».
PER UNA PARTE dell’Europarlamento invece la levata dei brevetti non porterebbe a risultati rapidi. «La sospensione dei brevetti è un processo lungo e complesso, quello che dobbiamo fare è inviare l’aiuto ai paesi poveri, adesso», sostiene Dacias Ciolos di Renew. «Abbiamo bisogno di levare gli ostacoli all’esportazione dei componenti e dei vaccini, i doni devono essere aumentati», per Esther de Lange, del Ppe. Per l’estrema destra di Ecr, «la levata dei brevetti è una falsa buona idea». L’altro gruppo di estrema destra, Id, si è scagliato contro «un attacco contro la proprietà, nello specifico quella intellettuale».
Di fronte a queste prese di posizione, la Commissione ha definito una linea: «Siamo sempre stati coscienti della necessità di una solidarietà mondiale e l’abbiamo dimostrata con un’azione significativa», ha affermato il vice-presidente Valdis Dombrovkis. «Accelerare la produzione e condividere i vaccini il più ampiamente, il più rapidamente e a un costo abbordabile è il mezzo più efficace per lottare contro la pandemia nel mondo», ha precisato.
Il commissario al Mercato unico, Thierry Breton, insiste sul fatto che la Ue è «il primo produttore mondiale» di vaccini e che ne ha esportato il 50% nel resto del mondo: 329 milioni di dosi esportate dalla Ue, contro 255 milioni della Cina, 66 milioni dell’India, 15 milioni della Russia, e solo 10 milioni da parte degli Usa, per non parlare della Gran Bretagna, che a tutt’oggi è a zero dosi esportate.
LA UE È IL PRIMO contributore del programma Covax, con 100 milioni di dosi, insistono alla Commissione. Nel secondo semestre di quest’anno, la previsione di produzione nella Ue è di un miliardo di dosi (metà per l’export). E sono in corso trasferimenti di tecnologie, per l’apertura di una fabbrica in Senegal, per esempio. La Ue è in questo momento soprattutto preoccupata per l’andamento a rilento della vaccinazione nei paesi confinanti: Ucraina, Bielorussia, Moldavia, Georgia.
* Fonte: Anna Maria Merlo, il manifesto
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