by Stefano Mauro * | 13 Marzo 2021 18:56
«Una situazione insostenibile e una spirale di violenza e rapimenti che il presidente Buhari non riesce a fermare, ma che, al contrario, si sta espandendo dalle violenze jihadiste di Boko Haram nel nord-est a quelle dei gruppi di “banditi” negli stati centro-settentrionali, mettendo a rischio la vita di civili e studenti». Con questa dichiarazione Atiku Abubakar, leader del Partito democratico popolare (Pdp), principale partito di opposizione, ha accusato l’inerzia del presidente Muhammadu Buhari e la difficile situazione legata alla sicurezza in Nigeria.
Ieri un gruppo di oltre cento «banditi» (come vengono chiamati dalle autorità nigeriane) hanno preso d’assalto l’ennesima scuola, il Federal College of Forestry della città di Mando nella stato di Kaduna, e hanno rapito almeno trenta studenti come ha affermato su twitter il governatore dello stato, Nasir Ahmed El-Rufai. Secondo quanto riporta la Bbc l’attacco è «motivo di forte imbarazzo per le autorità nigeriane», perché la scuola si trova alla periferia di una grande città e vicino a un’accademia militare, mentre la maggior parte dei precedenti rapimenti sono avvenuti in aree rurali più isolate.
Al rapimento di ieri nello stato di Kaduna , si aggiungono altri tre attacchi di questi ultimi due giorni che hanno causato almeno 30 vittime in diversi stati nel nord-ovest e nel centro della Nigeria. Mercoledì uomini in motocicletta hanno invaso il villaggio di Damaga, nello stato di Zamfara, uccidendo dieci persone e causando il panico tra gli studenti medi che sono fuggiti dalla scuola per paura di essere rapiti. Giovedì altri due attacchi: nello stato centrale di Nasarawa con 17 vittime uccise a colpi di machete e nello stato del Niger con altri 3 civili uccisi.
Incursioni e assalti per saccheggiare bestiame o rapire studenti a scopo di estorsione che, secondo Malik Samuel, analista dell’Istituto Studi Strategici (Iss) di Bamako ed esperto di Nigeria, mettono in evidenza «le connivenze tra le formazioni jihadiste presenti nel paese e i gruppi di “banditi”, aumentate progressivamente a causa di una crescente povertà in queste regioni».
Sia il presidente Buhari che i diversi governatori degli stati federali hanno affermato di «aver preso misure adeguate per garantire la sicurezza dei civili» e di essere contrari ai negoziati con le bande armate. Anche se, come afferma il quotidiano nigeriano The Punch, in tutti i recenti rapimenti «le autorità hanno pagato riscatti o preso accordi con i “banditi” per liberare tutti gli ostaggi».
Secondo il governo federale sono «almeno 500 gli studenti rapiti in questi tre mesi del 2021», mentre nel 2020 i gruppi criminali hanno ucciso più di 937 persone, rapito 1.972 persone e rubato quasi 7mila capi di bestiame nel solo stato di Kaduna, come indicano anche le autorità locali.
Questa settimana, il vicino stato del Niger ha annunciato la chiusura di tutte le scuole secondarie per alcune settimane e altri tre stati del nord (Kano, Yobe e Katsina) hanno hanno fatto lo stesso a causa «del forte rischio per gli studenti».
* Fonte: Stefano Mauro, il manifesto[1]
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