Mozambico. Offensiva jihadista a Cabo Delgado, 180 persone bloccate in albergo

by Stefano Mauro * | 28 Marzo 2021 19:07

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Mozambico. In azione gli elicotteri “mercenari” assoldati dal governo di Maputo. Ma la battaglia continua

Oltre180 le persone, compresi alcuni lavoratori stranieri, sono intrappolate all’interno dell’hotel Amarula nella città di Palma, sotto assedio da tre giorni dopo l’attacco di un centinaio di miliziani del gruppo Ansar al-sunna al-Shabaab – affiliato allo Stato Islamico Provincia dell’Africa Centrale (Iscap) – nella regione settentrionale del Mozambico di Cabo Delgado.

IL MINISTERO DELLA DIFESA di Maputo ha confermato che l’offensiva jihadista è cominciata «nel pomeriggio di mercoledì con i terroristi che hanno prima colpito la locale stazione di polizia per poi saccheggiare l’area commerciale e numerose banche di Palma, nella penisola di Afungi, con le forze di sicurezza ancora impegnate per ristabilire l’ordine».

«Mentre la popolazione locale fuggiva, i lavoratori delle numerose società impegnate nella zona si sono rifugiati nell’hotel in attesa di essere tratti in salvo – ha dichiarato Human Rights Watch -, diversi testimoni riferiscono di aver visto numerosi corpi nelle strade con i miliziani che sparavano indiscriminatamente sulle persone in fuga verso la boscaglia». Secondo Hrw nell’area operano anche alcuni elicotteri, molto probabilmente quelli dei mercenari assoldati dal governo mozambicano, della società privata sudafricana Dick Advisory Group, con «bombardamenti che hanno colpito infrastrutture civili e hanno causato la distruzione di gran parte della città».

Secondo Al-Jazeera un elicottero «avrebbe tentato di prelevare alcune delle persone intrappolate nell’hotel, ma, a causa della violenta risposta dei miliziani e della mancanza di carburante, si è dovuto ritirare». Inutili anche i tentativi di trovare una via d’uscita con un convoglio via terra. Da più di un mese le strade che portano alla città e a tutta l’area della penisola di Afungi – centro nevralgico di un progetto di estrazione di idrocarburi, uno dei maggiori investimenti del settore in Africa – sono bloccate dai miliziani. I circa 30mila abitanti possono approvvigionarsi solo via mare.

L’ATTACCO, che ha messo in evidenza una meticolosa preparazione logistica da parte degli Al-Shabaab, è avvenuto poco dopo l’annuncio della francese Total di voler riavviare i lavori per la costruzione di una piattaforma offshore per l’estrazione di gas liquefatto (Fnlg), con un investimento di oltre 20 miliardi di dollari che coinvolge anche altri partner internazionali come ExxonMobil ed Eni.

Lo scorso dicembre i miliziani avevano attaccato numerosi cantieri nell’area, costringendo la Total ad evacuare il proprio personale, mentre la ripresa dei lavori di costruzione è stata condizionata dall’accordo raggiunto successivamente tra il colosso francese e il governo mozambicano per la creazione di «un’area di protezione in un raggio di 20 km dalle zone di estrazione».

Mentre la comunità internazionale e i paesi vicini invocano un rafforzamento delle forze armate per combattere i jihadisti, le Ong condannano «una militarizzazione cieca» che acuisce il risentimento della popolazione che vive in miseria per l’accaparramento delle ricchezze del paese e l’oblio da parte del governo centrale.

Secondo i dati forniti dall’Onu sono almeno 2600 i civili uccisi dall’inizio degli attacchi jihadisti (2017) nella zona di Cabo Delgado, con oltre 950mila profughi che si trovano senza alcun aiuto umanitario da più di sei mesi.

* Fonte: Stefano Mauro, il manifesto[1]

 

 

ph by BlookyNapsta, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

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