Regno Unito. La Corte suprema contro Shell: «Risarcisca le comunità nel Delta del Niger»
La Corte suprema del Regno Unito ha stabilito che le comunità nigeriane che hanno subito danni derivanti dall’attività della multinazionale petrolifera Shell a causa della sua attività possono adire a una corte britannica per rivendicare i loro diritti. In un’udienza trasmessa in diretta streaming nella tarda mattinata di ieri, il massimo organo giudiziario con sede a Londra ha capovolto un pronunciamento emesso nel 2020 da una corte d’appello che aveva dato torto ai ricorrenti, le comunità di Bille e di Ogale, nel Delta del Niger.
La compagnia anglo-olandese Shell non aveva contestato l’accusa di essere responsabile dell’inquinamento dell’area, dovuto a sversamenti di petrolio negli specchi d’acqua e alle emissioni nocive collegate al fenomeno del gas flaring, sostenendo però che a dover rispondere di quanto accaduto fosse solo la sua filiale nigeriana e in base alle normative del Paese africano.
LA BATTAGLIA LEGALE è durata cinque anni e si è conclusa con una squillante vittoria delle comunità, circa 40mila persone, per lo più pescatori e contadini, le quali denunciano come decenni di inquinamento abbiano gravemente compromesso le loro vite, la loro salute e l’ambiente locale.
Le comunità, rappresentate dallo studio legale Leigh Day, hanno sostenuto che la Shell, in base alla Common Law britannica, aveva l’obbligo di assistere le persone che avevano subito gravi danni a causa delle sistematiche carenze in materia di salute, sicurezza e ambiente di una delle sue filiali all’estero.
Daniel Leader, partner di Leigh Day, ha affermato che la sentenza è uno «spartiacque» per «le comunità impoverite che cercano di chiedere conto alle grandi corporation». Lo studio legale ha reso noto che l’importo del risarcimento richiesto deve ancora essere determinato. La Shell si è detta «molto delusa» dal pronunciamento dell’Alta corte.
Per la più ricca multinazionale europea è un altro duro colpo dopo quello patito in Olanda due settimane fa, quando all’Aja due contadini nigeriani avevano vinto la loro causa per le conseguenze patite da vari sversamenti di petrolio occorsi nei pressi dei villaggi di Goi e Oruma, sempre nel Delta. In quel caso a essere dichiarata colpevole era la filiale nigeriana della Shell, per questo il caso londinese crea un precedente molto rilevante a livello internazionale.
VAL LA PENA RICORDARE che i nove stati che compongono le regione del Delta del Niger, nel sud della Nigeria, sono i più ricchi di petrolio del Paese, ma anche quelli dove a causa dell’inquinamento l’aspettativa di vita è di 10 anni inferiore rispetto alla media nazionale. La Shell detiene le licenze per circa il 50% della produzione di petrolio del Delta, seguita in ordine di importanza dall’italiana Eni, anch’essa attiva nell’area fin dagli anni Sessanta del secolo scorso.
* Re:Common
Fonte: Luca Manes, il manifesto
ph by NigerTZai, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons
Related Articles
No Tap. In Puglia prosegue la lotta, tra arresti e fogli di via
Il Gasdotto della Discordia. Sabato 52 fermi, continua la lotta tra Emiliano e il governo
Dalla nevicata al crollo del Pincio così la cultura del piagnisteo degrada la Roma di Alemanno
Il muro del Pincio è infatti il muro della modernità , non le rovine e le vestigia delle mura aureliane che continuano a sgretolarsi, sasso su sasso, dopo il disastro del 2007, ma i mattoni dell’architetto Valadier, pietre lavorate e disegno, i confini belli normali e solidi della città viva, il simbolo dell’eleganza e del garbo dei romani, la scena
della bella époque italiana, dei primi baci, delle fughe adolescenziali, delle poesie di Pascarella e degli struggimenti di D’annunzio: «L’autunno moriva dolcemente».
Frane, fiumi di fango, case crollate Morti e dispersi in Liguria
Autostrade spezzate e comuni isolati. Tre vittime accertate nella notte Almeno tre morti, cinque dispersi, centinaia di evacuati, paesi isolati, cellulari in tilt, crolli e scene di distruzione nella Liguria di Levante e in particolare nei paesi appenninici di Borghetto, Brugnato e Carrodano e in quelli costieri di Bonassola, Levanto, Vernazza e Monterosso, lungo il litorale delle Cinqueterre.