Con l’Us Citizenship Act di Biden 9 milioni di immigrati saranno cittadini
NEW YORK. Il mandato presidenziale di Joe Biden è ancora agli inizi, ma si è già contraddistinto per riforme pesanti riguardo l’immigrazione, con un pacchetto chiamato formalmente Us Citizenship Act 2021, che include l’introduzione di un percorso di otto anni per dare la cittadinanza a oltre 9 milioni di immigrati illegali, oltre a preservare e rafforzare il programma «Daca», voluto da Obama per legalizzare i giovani americani arrivati in Usa a seguito di genitori illegali.
GLI ORDINI ESECUTIVI firmati ieri di fatto annullano una serie di mosse fondamentali del suo predecessore. Come quella che consentiva di negare le carte verdi agli immigrati che beneficiavano di programmi come il Medicaid, le case popolari o i buoni federali per il cibo.
Biden ha anche deciso di ordinare una revisione di tutti gli ostacoli legali all’immigrazione e all’integrazione messi in atto da Trump, con un decreto di ampio respiro i cui effetti diventeranno chiari solo nei prossimi mesi.
PER RESTARE IN LINEA con le promesse elettorali, uno degli ordini esecutivi prevede la formazione di un gruppo di lavoro incaricato di riunire le famiglie di migranti separate al confine per via dalla politica di «tolleranza zero» messa in atto nel 2018 per volere di Trump con la benedizione di tutto il partito repubblicano e l’aiuto del Dipartimento di Giustizia che vedeva in queste separazioni un ottimo deterrente per frenare l’immigrazione illegale negli Usa. Quella politica ha consentito ai funzionari di rimpatriare gli adulti che erano entrati illegalmente, mentre i loro figli, alcuni anche piccolissimi, come nel caso di un neonato di nove mesi recapitato a New York, venivano posti sotto la custodia federale.
PER DENUNCIARE e spiegare con i fatti la crudeltà di quel provvedimento, in quel caso il sindaco di New York Bill De Blasio aveva indetto una conferenza stampa lampo tenuta mentre aveva il neonato in braccio per mostrare che razza di criminale poteva essere un bambino di nove mesi.
Molti avvocati si prestarono per rappresentare questi bambini pro bono, pubblicando su Twitter le cronache dettagliare, strazianti e surreali, delle udienze con quelli che chiamavano «i clienti» e che avendo 3, 4, 5 anni, agivano in modo tale da rendere evidente tutta l’assurdità crudele della vicenda.
«LA MIA CLIENTE di 5 anni non sa da che Paese proviene – aveva scritto l’avvocato Laura Barrera – Prepariamo il suo caso disegnando immagini con i pastelli dei membri delle gang che stazionavano fuori dal suo asilo. A volte preferisce disegnare coni gelato e cuori». Una causa federale nel distretto meridionale della California, ha identificato la presenza più di 600 bambini separati dai genitori tra il 2017 e il 2018 che non sono ancora stati riuniti alla loro famiglia.
DI FRONTE ALLE PROTESTE l’amministrazione Trump era stata costretta a ridimensionare questa politica inumana, ma centinaia di bambini migranti non sono ancora stati restituiti ai genitori. «L’ex presidente era così concentrato sulla costruzione del muro con il Messico – ha detto un funzionario dell’amministrazione Biden – che non ha fatto nulla per affrontare la causa principale del perché le persone arrivano al nostro confine meridionale. È stata una strategia limitata, dispendiosa e ingenua, e ha fallito. La strategia di Biden è incentrata sulla premessa di base che il nostro Paese è sicuro, più forte e più prospero con un sistema di immigrazione ordinato e umano che accoglie gli immigrati, tiene unite le famiglie e consente, sia agli immigrati appena arrivati che a chi ha vissuto qui per generazioni, di contribuire più pienamente al nostro Paese».
* Fonte: Marina Catucci, il manifesto
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