* Fonte: Giansandro Merli, il manifesto[4]
by Giansandro Merli * | 9 Gennaio 2021 19:31
I migranti entrati irregolarmente in Europa nel 2020 sono il 13% in meno rispetto all’anno precedente: circa 124mila persone, il numero più basso dal 2013. A dirlo è l’agenzia europea per il controllo delle frontiere esterne Frontex, che attribuisce le cause della diminuzione «all’impatto delle misure anti Covid-19». Del totale fanno parte i richiedenti asilo e coloro che poi ottengono la protezione internazionale. Come i siriani, che restano la nazionalità più presente.
Il calo complessivo non è omogeneo nelle cinque rotte percorse dai migranti per raggiungere i paesi Ue. Partendo da ovest, Frontex registra il numero più alto da quando ha iniziato a raccogliere i dati, nel 2009, nella rotta che collega l’Africa Occidentale alle isole Canarie (Spagna): 22.600 persone. Questo tragitto ha ripreso vigore soprattutto negli ultimi mesi ed è estremamente pericoloso: l’associazione Caminando Fronteras ha stimato[1] 45 naufragi e 1.185 morti. Calano invece gli accessi in Spagna attraverso il Mediterraneo o Ceuta e Melilla: – 28% rispetto al 2019 (16.969 persone).
Nel Mediterraneo centrale la tendenza è opposta: da Algeria, Tunisia e soprattutto Libia lo scorso anno sono arrivate 35.628 persone, il 154% in più. La destinazione principale è l’Italia (per il Viminale[2] sono stati 34.154 gli sbarchi) e in misura molto minore Malta.
Aumentano anche gli ingressi lungo la rotta terrestre che attraversa i Balcani: 26.928 persone (+78%). In questi giorni arrivano immagini drammatiche sulle condizioni di vita dei migranti intrappolati a Lipa, in Bosnia, mentre negli ultimi mesi si sono moltiplicate le accuse di violenza contro le polizie dei diversi Stati.
Colpisce il dato che viene dall’Egeo: -76% di ingressi, 19.681 persone. In quest’ultima rotta è stata denunciata da organizzazioni umanitarie e stampa la complicità di Frontex con le prassi illegittime delle autorità greche. Ieri il Consiglio europeo per rifugiati ed esiliati (Ecre), una rete di 95 Ong, ha pubblicato un report[3] che definisce i respingimenti verso la Turchia «violenti, illegali e sistematici».
* Fonte: Giansandro Merli, il manifesto[4]
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