USA 2020. Biden sulla soglia della Casa Bianca, Trump punta al caos

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NEW YORK. Joe Biden è pronto per diventare il 46° presidente degli Stati uniti, dopo che un’affluenza record in un’elezione unica e turbolenta lo ha messo in testa nei quattro Stati rimanenti, con la conta dei voti arrivati per posta che continua a dimostrarsi a favore dei Democratici.

Nella notte italiana Biden ha parlato alla nazione, durante il prime time Usa. Con la Georgia che è passata ai Dem ma che va a riconteggio e la Pennsylvania che ha annunciato di non riuscite a dare i risultati prima di domenica, l’ex vice di Obama doveva scegliere se forzare la mano o rimandare ancora. Con numeri così vicini non è una decisione scontata.

LA CNN HA RIFERITO che uno «spazio aereo di difesa nazionale» è stato istituito sopra la casa del candidato democratico, a Wilmington, nel Delaware: Biden ha iniziato a ricevere la protezione delle forze armate statunitensi, quelle riservate al presidente.

Già nella notte fra giovedì e venerdì, mentre Trump twittava furioso di brogli, elezioni rubate e imboscate varie, i servizi segreti implementavano la protezione personale di Biden a livelli presidenziali. Nonostante questi segnali istituzionali, un regolare trasferimento di potere sembra ancora tutt’altro che certo, con il presidente in carica che mostra in ogni modo di non avere intenzione di uscire dallo Studio ovale con grazia.

IL TEAM TRUMP continua a mandare mail di raccolta fondi: «Se contate i voti LEGALI, vinco facilmente le elezioni. Se contate quelli ILLEGALI e ARRIVATI TARDI, la sinistra radicale può rubarci questa elezione». Tutto questo sempre senza fornire nessuna prova di frodi da parte della campagna democratica.

Alla domanda sulla prospettiva che Trump si rifiuti di concedere la vittoria anche di fronte ogni tipo di evidenza, un portavoce della campagna di Biden, Andrew Bates, ha dichiarato alla stampa: «Come abbiamo detto il 19 luglio, il popolo americano deciderà queste elezioni. E il governo degli Stati uniti è perfettamente in grado di scortare dei trasgressori fuori dalla Casa bianca».

La sfida di Donald Trump alle istituzioni non ha ripercussioni solo sulle mosse dei democratici ma ha diviso il suo partito e lo staff della Casa bianca, creando uno spartiacque tra coloro che sono disposti a sostenere un’ultima disperata resistenza e quelli che lo spingono ad accettare la sconfitta, visto che di ora in ora è la matematica a muoversi inesorabile contro il tycoon.

Nelle prime ore di venerdì mattina, Biden aveva preso il comando della roccaforte repubblicana della Georgia e poche ore dopo aveva superato Trump in Pennsylvania, i cui soli 20 voti elettorali sono sufficienti per portarlo oltre la soglia e verso la Casa bianca.

IL LEADER REPUBBLICANO della maggioranza al Senato, Mitch McConnell, si è rifiutato di impegnarsi, rispondendo ai giornalisti che lo incalzavano: «Non risponderò a nessuna ipotesi su dove andremo a partire da qui». Tuttavia il senatore Gop Roy Blunt, molto vicino a McConnell, ha segnalato che sono in tanti nella leadership repubblicana a essere riluttanti nel seguire ciecamente Trump lungo la strada del caos costituzionale

. E le ragioni sembrano anche ovvie. «Non puoi interrompere il conteggio dei voti in uno Stato dove perdi e decidere che invece pretendi che il conteggio continui in un altro Stato dove stai vincendo – ha detto Blunt – Potrebbe essere così che vorresti vedere il sistema funzionare, ma non è così che funziona. Parte dell’obbligo della leadership è che dovresti sempre avere in mente cosa fare in caso di sconfitta e come gestirla».

I TENTENNAMENTI del partito non sono sfuggiti al clan dei Trump e su Twitter Donald Trump Jr. ed Eric Trump hanno lanciato l’allarme misto a un grido d’aiuto: «Dov’è il Gop?! I nostri elettori non dimenticheranno mai», ha twittato Eric con un’implicita minaccia di vendetta.

«La totale mancanza di azione da parte di quasi tutti i candidati del Gop per il 2024 è piuttosto sorprendente – ha twittato Don Jr – Hanno una piattaforma perfetta per dimostrare che sono disposti e in grado di combattere, ma invece si rannicchiano davanti alla folla dei media».

Mentre la famiglia Trump fa causa agli Stati, chiede riconteggi, twitta e lancia anatemi, la tensione di questi giorni ha riverberi nella vita reale. La polizia di Philadelphia ha dichiarato di aver arrestato due uomini che si stavano dirigendo, armati e senza permessi, in direzione del centro congressi statale dove vengono contati i voti, intenzionati a «prendere in mano la situazione»

* Fonte: Marina Catucci, il manifesto



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