Polizia violenta, a Parigi botte ai migranti

by redazione | 25 Novembre 2020 9:39

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PARIGI. Le immagini dell’inaudita violenza gratuita dell’intervento compiuto lunedì sera dalla polizia in place de la République per evacuare un accampamento di fortuna di 450 migranti – immagini che l’articolo 24 della legge sulla “sicurezza globale” votata ieri in prima lettura all’Assemblée nationale vorrebbe mettere fuori legge – hanno sollevato in Francia un’ondata di indignazione a tutti i livelli.

LA PROCURA DI PARIGI ha aperto un’inchiesta, Médecins sans frontières ha sporto denuncia contro il prefetto Didier Lallement, la Commissione europea ricorda che i giornalisti devono poter lavorare liberamente e in sicurezza. «Queste immagini servono» ha detto in aula la deputata della France Insoumise Clémentine Autain, rivolgendosi al ministro degli Interni Gérald Darmanin, «che ha voluto la loro proibizione».

Protestano gli avvocati parigini, alcuni erano presenti a République come i giornalisti, uno dei quali è stato aggredito da un poliziotto. Per il segretario della Cfdt, Laurent Berger, «per fortuna ci sono le immagini» di quello che è successo, «scandaloso, allucinante, un intervento totalmente sproporzionato e inaccettabile contro gente accampata pacificamente in piazza con delle tende, non fanno male a nessuno, il solo problema è l’alloggio. E non ci sono soluzioni di alloggio».

Il comunista Ian Brossat assessore al comune di Parigi, parla di «risposta di polizia a una situazione sociale», le tende smantellate in fretta e furia, anche quando c’era una persona dentro. Il segretario del Ps, Olivier Faure, di «immagini insopportabili» e si rivolge a Darmanin: «non è lei che vuole eliminare queste immagini con la legge sulla sicurezza globale?». Yannick Jadot, leader dei Verdi, denuncia «una deriva liberticida pericolosa. Darmanin e Macron hanno istituito il reato di informare». Per la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, c’è stato un «uso della forza sproporzionato e brutale. Dico attenzione: lo metto in prospettiva con il voto dell’articolo 24, vuol dire che c’è un problema democratico». Hidalgo ha scritto ieri a Darmanin: «voglio spiegazioni».

Nel mondo politico si alzano voci per chiedere le dimissioni del Prefetto di polizia, Didier Lallement (che si è già distinto nel recente passato per ordini di repressione violenta) e anche di Darmanin. Il ministro cerca di salvarsi, definendo «choccanti» alcune immagini e chiedendo un rapporto in 48 ore per far luce su «fatti inaccettabili». «Ipocrita» gli ha risposto l’associazione Utopia 56, che accompagna gli esiliati ed era presente a République lunedì sera.

LE TENDE ERANO STATE FORNITE da organizzazioni umanitarie, l’allestimento dell’accampamento improvvisato è stato un gesto disperato per «rendere visibili coloro che si cerca di disperdere». Le centinaia di profughi, la maggioranza afgani, che si sono trovati sotto le tende a République, sono i migranti che non hanno trovato una soluzione di alloggio dopo l’evacuazione dell’accampamento precario il 17 novembre scorso a Saint-Denis, vicino allo Stade de France, dove sopravvivevano da un po’ di tempo circa 4mila persone.

La Prefettura nell’ultima settimana ha fatto di tutto per evitare che i profughi si riunissero e arrivassero nel centro di Parigi. Lunedì notte una parte è stata scortata fino a Aubervilliers, nel nord della capitale, dove c’è stata una distribuzione di generi alimentari. Altri, che hanno cercato di fuggire perché non hanno ottenuto l’asilo, sono stati inseguiti nelle strade di Parigi, persino di fronte alla sede del comune. C’è anche l’immagine «ungherese» dello sgambetto che un poliziotto fa a un uomo, facendolo cadere.

Per la Prefettura, «la costituzione di questi accampamenti, organizzati da certe associazioni, non è accettabile. La Prefettura di polizia ha quindi proceduto immediatamente alla dispersione di questa occupazione illecita dello spazio pubblico. Tutte le persone che hanno bisogno di alloggio sono invitate a presentarsi nei centri di accoglienza di giorno, dove orientamenti verso soluzioni di alloggio adatte alla loro situazione sono proposte regolarmente ai migranti».

LE SOTTOSEGRETARIE Marlène Schiappa (cittadinanza) e Emmanuelle Wargon (casa) hanno pubblicato un comunicato per prendere le distanze: «I migranti devono essere trattati con umanità» e ricordato che 3mila persone sono state alloggiate dopo l’evacuazione di Saint-Denis (il comune di Parigi denuncia però che non sono stati presi in considerazione due luoghi offerti, il Parc des Expositions, e l’Espace Champerret, vuoti a causa del lockdown).

Dissensi nel governo: il ministro della Giustizia, Eric Dupont-Moretti afferma che «è escluso proibire ai giornalisti di filmare». I deputati della maggioranza sono suonati: al voto della legge sulla sicurezza globale ci sono state astensioni alla République en Marche, molte all’alleato del MoDem, un segno di sfida verso il ministro degli Interni (la legge è passata con 388 voti a favore, 104 contrari, 66 astensioni, poi passerà al Senato a gennaio prima di tornare all’Assemblea, emendata).

C’è un appello di (ex) elettori di Macron, dal regista Costa-Gavras al calciatore Lilian Thuram per modificare la legge. Il primo ministro, Jean Castex, sta cercando di disinnescare le critiche: ha promesso di sottoporre al Consiglio costituzionale d’articolo 24, il più controverso della legge sulla «sicurezza globale», che punisce fino a un anno di carcere e 45mila euro di multa chi diffonde immagini che possono permettere di identificare un poliziotto, con l’intenzione «manifesta» di nuocere. «Non è vergognoso fare un passo indietro», suggerisce il leader della France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon.

QUALCHE DUBBIO anche nella polizia, dove ci sarà un’inchiesta interna. Per il sindacato dei commissari di polizia, ci sono stati «gesti inappropriati di alcuni poliziotti verso giornalisti e migranti». Ma per il sindacato Synergie officiers «la violenza è dalla parte dei militanti altermondialisti, bobo (borghesi-bohémiens, ndr), che teleguidano questa gente disprezzandola profondamente». E’ la linea della destra. «La polizia non ha fatto altro che eseguire ordini giusti, legittimi, opportuni», per il républicain Eric Ciotti, che si sogna ministro degli Interni. Applausi dal Rassemblement national

* Fonte: Anna Maria Merlo, il manifesto[1]

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