by redazione | 16 Ottobre 2020 15:46
Sono oltre 1,32 milioni le famiglie che a settembre hanno ricevuto il reddito o la pensione di cittadinanza dall’Inps per oltre tre milioni di persone coinvolte. Secondo l’Osservatorio dell’Inps i beneficiari del «reddito di cittadinanza» (RdC), una misura che sarà condizionata all’obbligo di un lavoro, sono residenti al Sud, soprattutto in Campania: il 20,3% del totale. Solo nella provincia di Napoli risiedono oltre 166 mila famiglie che percepiscono la misura. È un numero superiore alla Lombardia (112 mila) e il Veneto (36 mila). I percettori della «pensione di cittadinanza» sono 137 mila. Su 3,1 milioni di persone coinvolte sul «reddito», 813 mila sono minorenni. In prevalenza (60%) i nuclei che lo percepiscono sono composti da una o al massimo due persone; il numero medio di persone per nucleo familiare è pari a 2,4 e l’età media dei componenti è pari a 35,7 anni. A settembre il beneficio è scaduto per 376 mila nuclei familiari che potranno fare una nuova domanda dopo un mese. L’importo medio mensile ad oggi è 526 euro (563 euro in media per il «reddito di cittadinanza» e 246 euro per la «pensione di cittadinanza»). L’importo è in media più alto al Sud con 562 euro a famiglia mentre al Nord è 452 euro e al Centro a 484.
L’Inps ha diffuso ieri i dati sul «Reddito di emergenza», misura messa in campo durante l’emergenza da Covid 19 per massimo due mensilità. L’Istituto ha erogato almeno una mensilità a 290 mila famiglie. Le persone coinvolte sono 698 mila per un importo medio mensile a famiglia di 558 euro. È scaduto ieri il termine per la presentazione della nuova domanda. La domanda può essere presentata direttamente online sul sito dell’Inps oppure tramite i Caf.
Sono numerose le proposte di riforma del «reddito». C’è quella del Basic Income Network-Italia, illustrata nell’intervista a Philippe Van Parjis[1] . Ci sono le otto proposte dell’«Alleanza contro la povertà» composta da 36 associazioni: allargare la platea dei beneficiari con la possibilità di accedere al «reddito di cittadinanza» anche per chi ha ricevuto il «reddito di emergenza»; incrementare il sostegno per le famiglie in povertà con figli; sostituire l’attuale scala di equivalenza con quella dell’Isee; eliminare il tetto per le famiglie numerose; includere gli stranieri riducendo gli anni di residenza richiesti per l’accesso alla misura, da 10 a 2 anni
* Fonte: Roberto Ciccarelli, il manifesto[2]
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