by redazione | 25 Settembre 2020 12:46
È stato tramite Louis Althusser, di cui fu amica fedele nel periodo più difficile e interlocutrice senza concessioni negli anni di crisi del comunismo occidentale, che ho incontrato Rossana Rossanda, poco dopo il «convegno di Venezia» su «Potere e opposizione nelle società post-rivoluzionarie» del 1978.
Presto la nostra relazione divenne più personale, coinvolgendo altri compagni e amici, alcuni dei quali sono ancora in vita e non hanno rinunciato alle speranze che convividevamo : « trasformare il mondo» e «cambiare la vita». Ho rispettato in lei una persona più anziana, un’ispiratrice, una guida ad un tempo esperta e benevola.
Ho imparato da lei a tenere assieme, nei limiti del possibile, il rigore di una posizione di partito e l’apertura alle novità della storia, a tutte le sorprese buone e cattive del mondo contemporaneo.
Con lei e alcuni altri, ho cercato «controcorrente» di immaginare un’Europa dei lavoratori emancipati dallo sfruttamento, donne e uomini in cerca di autonomia e eguaglianza, della solidarietà tra i cittadini di una nazione e gli stranieri che la abitano, un’Europa che resiste a tutti i populismi, in breve un’Europa comunista.
Non siamo sempre stati d’accordo al 100% – e per fortuna ! – ma credo che abbiamo coltivato il rispetto, l’ascolto reciproco, la fiducia intellettuale, cose così rare nelle lande della politica, a cui continuerò ad ispirarmi con lei e in sua memoria.
* Fonte: Étienne Balibar, il manifesto[1]
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