Francia. Jean Castex presenta il suo governo, un ministero ai Verdi

by redazione | 7 Luglio 2020 11:30

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PARIGI.Nuovo governo in Francia, per far fronte al dopo-Covid, con la grave crisi economica che si annuncia e per rispondere alla sconfitta della République en Marche alle elezioni municipali. Il primo ministro, Jean Castex, un tecnocrate che viene dalla destra, è stato nominato qualche giorno fa. Ieri il nuovo governo, 16 ministri e 14 ministri delegati (17 donne, 15 uomini se si conta anche Castex), con qualche sorpresa: all’Ambiente, dopo il successo dei Verdi alle municipali che hanno conquistato le grandi città (Lione, Bordeaux, Strasburgo, Marsiglia) è nominata Barbara Pompili, nome noto nel mondo ambientalista, accolta senza troppe critiche (Greenpeace: «Speriamo che faccia meglio di chi l’ha preceduta»). Barbara Pompili è numero due del governo, dopo Jean-Yves Le Drian (ex Ps), che resta agli Esteri e all’Europa.

Due grosse sorprese: agli Interni Gérald Darmanin, che era al Bilancio, sostituisce lo screditato Christophe Castaner, che era contestato dai sindacati di polizia dopo essere stato accusato di coprire le violenze della polizia, mentre alla Giustizia è nominato il celebre avvocato penalista Eric Dupont-Moretti, soprannominato «aquitator» (che ottiene assoluzioni ai processi). Darmanin viene dalla destra, e già Castex in un primo atto dalla nomina a primo ministro ha visitato un commissariato a La Courneuve (Seine-Saint-Denis), un atto che è interpretato come un appoggio alla polizia, mentre l’«ordine repubblicano» è stato citato dal nuovo primo ministro come una linea direttrice del governo: il precedente governo aveva coperto la repressione dei gilet gialli e delle proteste contro la riforma delle pensioni, ma se ne va perché ha scontentato la polizia (mentre ieri il Consiglio di stato ha dato ragione ai sindacati e stabilito che l’autorizzazione della Prefettura per le manifestazioni non può essere obbligatoria come avrebbe voluto il governo, anche se c’è la crisi del Covid, perché significa limitare la libertà di manifestare). Eric Dupont-Moretti alla Giustizia, al posto della socialista Nicole Belloubet, è una mano tesa verso gli avvocati, che hanno più volte manifestato malcontento. Dupont-Moretti, avvocato molto mediatico che a tempo perso fa anche teatro, è molto critico sulla Procura finanziaria, che ha appena condannato l’ex primo ministro e candidato alle presidenziali, François Fillon, a 5 anni di carcere (3 con la condizionale) per il Penelopegate (soldi pubblici attribuiti alla famiglia). L’altra novità è la Cultura: al posto dello sbiadito Frank Riester (che va al Commercio estero) è nominata la spumeggiante Roselyne Bachelot, 74 anni, un’ex ministra di Chirac e Sarkozy (alla Sanità e all’Ecologia), che si era riciclata ne talk show televisivi. Anche lei ha fatto del teatro, come Dupont-Moretti (ha recitato nei Monologhi della vagina). Sibeth Ndiaye perde la carica di portavoce, che va al giovane Gabriel Attal (nel governo di Edouard Philippe si occupava dei giovani). Tra i pezzi grossi, Jean-Michel Blanquer resta all’Educazione nazionale, Florence Parly alla Difesa, Bruno Le Maire all’Economia e alle Finanze, che aggiunge alle sue competenze il «Rilancio». Al Lavoro va Elisabeth Borne, una tecnica (che era all’Ambiente). «Un governo liberale banale», liquida il leader della France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon.

Jean Castex non farà la tradizionale dichiarazione politica di fronte al Parlamento prima di metà luglio: aspetta l’intervento di Emmanuel Macron del 14 luglio, perché quest’anno il presidente ha deciso di riprendere una tradizione che aveva finora trascurato. In altri termini, è Macron che tiene le redini, c’è in realtà un anno di tempo per raddrizzare la barra, prima che inizi la campagna per le presidenziali della primavera del 2022. Conciliare l’ecologia con l’economia, di fronte a una crisi sociale drammatica, mentre si stanno già sommando gli annunci di tagli all’occupazione, Air France, Airbus, Sanofi, Nokia, Renault, adesso anche Edf. La riforma delle pensioni torna subito in primo piano, assieme alla conclusione del tavolo sulla Sanità.

Marsiglia si è aggiunta sabato alle vittorie dell’opposizione: è stata eletta una sindaca che viene dal mondo ecologista, Michèle Rubirola, 63 anni, medico impegnata nei quartieri popolari. La coalizione di sinistra fondata sui collettivi cittadini, Printemps Marseillais, era arrivata in testa come numero di voti, ma il sistema di elezione del sindaco (non diretto, ma da parte dei consiglieri eletti per «settori») ha reso la battaglia complicata fino all’ultimo, sabato scorso. Rubirola mette fine a un regno della destra di 24 anni.

* Fonte: Anna Maria Merlo, il manifesto[1]

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