by redazione | 18 Giugno 2020 10:11
I volontari della Mezzaluna rossa l’hanno trovata sulla spiaggia di Sorman, adagiata sulla sabbia nel suo pigiama con disegnato un piccolo coniglio. Aveva pochi mesi ed è una delle 12 vittime del naufragio avvenuto sabato scorso sei miglia al largo della coste di Zawiya, in Libia.
A darne notizia è stata Alarm Phone, la piattaforma che aiuta in migranti che si trovano in difficoltà nel Mediterraneo. Una vicenda che ricorda drammaticamente quella del piccolo Aylan Kurdi, il bimbo siriano di etnia curda di soli tre anni annegato nel 2015 in un naufragio analogo e ritrovato su una spiaggia di Bodrum, in Turchia.
Nel Mediterraneo si continua a morire, ma allo stesso tempo si continua a fuggire dalla Libia. Ieri la Sea Watch 3, nave dell’omonima ong tedesca, ha tratto in salvo cento migranti che si trovavano su un’imbarcazione 29 miglia al largo sempre di Zawiya, mentre l’aereo Moonbird, della stesso ong, ha avvistato altre tre imbarcazioni in difficoltà. La Mare Jonio ha denunciato invece il respingimento operato – ha scritto Mediterranea – da «miliziani libici, su motovedette donate dal nostro Paese, di decine di profughi verso le bombe e la tortura da cui tentavano di fuggire». Infine l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha reso noto l’intervento della cosiddetta Guardia costiera libica che sempre ieri ha intercettato e riportato indietro 130 migranti.
Proseguono infine i mini sbarchi. Ieri ce ne sono stati quattro di tunisini arrivati sull’isola di Lampedusa, per un totale di 53 persone. Tra di loro anche un bimbo di due anni, giunto con la madre. Dall’inizio dell’anno gli arrivi via mare sono 5.655, quasi il triplo rispetto a quelli dell’analogo periodo dello scorso anno.
* Fonte: il manifesto[1]
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