Calano i contagi ma non i decessi, boom dei test sierologici

by Andrea Capocci * | 15 Aprile 2020 15:16

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I nuovi contagi sono meno di tremila. In Toscana 400 mila test sierologici, mentre i tamponi scarseggiano. Il 55,7% dei lavoratori attivi durante il lockdown.

Il numero di vittime in 24 ore non accenna a scendere: sono state 602 ieri, secondo la protezione civile, e portano il totale a oltre 21 mila vittime dall’inizio dell’epidemia. Ma la discesa dei contagi prosegue, pur nelle oscillazioni quotidiane. Ieri sono state 2972, e in totale sono 162 mila i casi positivi registrati finora. Era dal 13 marzo, oltre un mese fa, che il numero di nuovi contagi non scendeva sotto quota tremila.

IN CALO DEL 2,2% sul territorio nazionale il fabbisogno di posti letto in terapia intensiva. «La situazione delle terapie intensive è in miglioramento», ha detto Massimo Antonelli, direttore del reparto di rianimazione del Policlinico Gemelli di Roma, che ha presentato il bollettino quotidiano con il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli. Secondo Antonelli, le terapie intensive hanno garantito ovunque lo stesso livello di qualità delle cure, anche nelle regioni in cui la pressione ha portato gli ospedali al collasso: «Grazie alla collaborazione con la Lombardia abbiamo fatto un paragone: i ricoverati in quella regione sono stati nelle ultime 4 settimane 3.862, i dimessi 1.296, i degenti sono ancora 1.240, con il 65% di sopravvivenza. Nel Lazio in un lasso di tempo simile sono stati 424 i ricoverati in terapia intensiva, un quarto dimesso e un quarto ancora degente. Sopravvivenza al 65%, la stessa».

LA STESSA QUALITÀ delle cure non sarà garantita ai migranti salvati nel Mediterraneo a rischio Covid. Secondo Borrelli, è possibile che i migranti non possano sbarcare a terra nemmeno per curarsi o per entrare in quarantena. «Ho nominato soggetto attuatore il capo Dipartimento delle Libertà civili e dell’immigrazione, il prefetto di Bari, che sta lavorando per individuare le soluzioni sia per quanto riguarda la possibilità di fare quarantene sulle navi che per trovare delle strutture a terra», ha detto Borrelli.

SULLA TERRAFERMA si discute di «fase due», ma non per tutti. Per gli anziani si prevede una quarantena prolungata, secondo Antonelli. «Una tutela maggiore per loro è molto indicata. In casa fino a dicembre? Dipende dagli sviluppi della pandemia e dai dati epidemiologici». In Toscana, invece, ci si attrezza per effettuare test sierologici 400 mila persone, tra sanitari e non, che potranno lavorare senza tanti limiti in caso di acquisita immunità. Allo scopo, il governatore della Toscana Enrico Rossi ha stipulato un accordo con 61 laboratori privati disponibili.

Tutta questa abbondanza di test sierologici è sospetta: finché si trattava di proteggere i sanitari e la popolazione, i tamponi scarseggiavano e i laboratori privati non erano disponibili. O addirittura andavano perse persino le richieste di test per i pazienti più gravi. È ciò che è successo a Torino, dove i medici di famiglia lamentano che le loro prescrizioni di test diagnostici non sono mai state prese in considerazione dalla Asl cittadina. Piuttosto debole la scusa accampata dall’assessore alla Sanità piemontese Luigi Icardi: «Dalle prime informazioni sembrerebbe evidente che il problema sia stato causato da uno straordinario flusso di email». La Regione ha chiesto chiarimenti anche alle altre Asl sull’accaduto.

MA SE I RISULTATI del lockdown si vedono ancora troppo poco, forse non si tratta solo di un problema informatico ma è colpa del numero di aziende che non si sono mai fermate davvero. Il sospetto viene leggendo le cifre dell’Istat che ha mappato le attività «sospese» e «attive», senza considerare lo smart working. Secondo il rapporto dell’Istituto, il 55,7% dei lavoratori ha proseguito a lavorare durante il lockdown, mettendo a rischio contagio se stessi e le proprie famiglie.

* Fonte: Andrea Capocci, il manifesto[1]

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

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