Virus globale: più di mille contagiati in Italia, prima vittima Usa

by Gilda Maussier * | 1 Marzo 2020 8:28

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Gli Stati uniti innalzano al massimo il livello di allerta, da 3 a 4, per i viaggi in Italia e in Corea del Sud

Il bollettino italiano del Coronavirus ha registrato ieri 228 nuovi contagi e 8 decessi. Le regioni del Nord continuano ad essere le più colpite, motivo per il quale è stata prorogata di un’altra settimana (fino all’8 marzo) la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Ma anche nel Sud sono stati accertati casi, sia pure isolati. Così come in Europa: oltre alla Francia che è il Paese più interessato dopo il nostro, il contagio cresce e tocca in particolare la Germania e la Spagna.

Sembra invece essersi stabilizzata l’epidemia in Cina, dove per la prima volta si registra un numero di contagi minore che nella Corea del Sud. Qui c’è il secondo caso al mondo (dopo il Giappone) di recidiva. Ma il Covid 19 raggiunge anche l’altra sponda dell’Atlantico, in particolare Brasile, Canada e Usa. Nello Stato di Washington c’è addirittura la prima vittima statunitense. In questa situazione, che mostra sempre più un quadro da pandemia, molti Paesi hanno innalzato il livello di allerta verso l’Italia sbarrando le frontiere ai viaggiatori provenienti dal nostro territorio. «Do not travel», è la raccomandazione degli States ai propri cittadini diretti nel nostro Paese.

MA ANDIAMO PER ORDINE: l’ultimo bollettino emesso ieri dal Dipartimento della Protezione Civile parla di «1049 persone positive al virus» in Italia. «A queste si aggiungono – ha riferito il commissario ad acta, Angelo Borrelli – 50 guariti e 29 persone decedute, anche se questo numero potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso. Complessivamente, dall’inizio dell’emergenza sono stati dunque 1.128 i contagiati. Oltre 18.500 i tamponi effettuati».

La Protezione civile snocciola i dati nel dettaglio: «I casi accertati di Coronavirus in Lombardia sono 615, 217 in Emilia-Romagna, 191 in Veneto, 42 in Liguria, 13 in Campania, 11 in Piemonte, 11 in Toscana, 11 nelle Marche, 6 nel Lazio, 4 in Sicilia, 3 in Puglia, 2 in Abruzzo, 1 in Calabria e 1 nella Provincia autonoma di Bolzano. I pazienti ricoverati con sintomi sono 401, 105 sono in terapia intensiva, mentre 543 si trovano in isolamento domiciliare». Borrelli ha poi ringraziato la macchina della Protezione civile che «ha coinvolto 1.700 uomini, di cui 800 nostri volontari», e «il ministro Speranza per l’importante accordo con Google e Youtube per mettere in evidenza l’informazione attendibile e certificata che si trova in rete».

IN QUESTA SITUAZIONE le scuole riapriranno lunedì in Liguria (tranne che nella provincia di Savona) e in Piemonte mercoledì prossimo, mentre su richiesta degli stessi amministratori regionali, rimarranno chiuse ancora per una settimana in Veneto, Emilia Romagna e Lombardia. Alcuni ospedali, come quello di Lodi e di Cremona, sono sotto pressione per il gran numero di nuovi ricoverati. «Abbiamo bisogno di personale specializzato – è la richiesta dell’assessore regionale Gallera – Stiamo interloquendo col governo per inserire la possibilità di assunzione di pensionati, sia medici che infermieri». C’è bisogno inoltre di individuare presidi ospedalieri in cui collocare i pazienti infetti «in modo da poterli gestire in modo più strutturato e organizzato». A Cremona l’ospedale è pieno, non può accogliere più nessuno. In terapia intensiva, riferiscono i sanitari, ci sono anche molti giovani. Il problema delle struttura lombarde, inoltre, sta anche nel fatto che un 10% di medici è fuori gioco a causa del Covid-19.

Per arginare l’inevitabile contagio, l’Europa si attrezza: dopo Parlamento e Commissione Ue, anche il Comitato europeo delle regioni e il Comitato economico e sociale ha cancellato «fino a nuove disposizioni» tutte le missioni «non essenziali» verso le regioni italiane più colpite, dopo aver fatto lo stesso con Cina, Hong Kong, Macao, Singapore e Corea del Sud. Gli Usa hanno innalzato al massimo il livello di allerta, da 3 a 4, per i viaggi nelle zone più colpite in Italia e in Corea del Sud, come ha annunciato il vice presidente Mike Pence in una conferenza stampa alla Casa Bianca nella quale Trump ha dato notizia della prima vittima statunitense: una donna medico di 50 anni morta nella contea di King, vicino Seattle. Nell’Oregon, invece, si registra il terzo caso americano di infezione da coronavirus di origine sconosciuta (nessun contatto con la Cina né con altri focolai).

MONITORAGGI RAFFORZATI e restrizioni varie per i viaggiatori dall’Italia vengono adottati in un numero sempre maggiore di Paesi: dopo Regno Unito, Romania, Israele, Seychelles, Mauritius e Giordania, si aggiungono Kuwait, Isole Cook e Tuvalu, Macao, Panama, Ciad, Malta, Eritrea, Montenegro, Territori Palestinesi, Messico, Malaysia, Nicaragua, Russia, Bielorussia, Cipro, Slovacchia, Sudafrica e Cuba. Mentre i voli diretti da Milano e Bologna sono stati interrotti da Repubblica Dominicana, Montenegro, Antigua e Barbuda.

Precauzioni necessarie ma sicuramente non sufficienti: il Covid 19 ha infatti già contagiato in Francia 73 persone, 16 nuovi casi registrati ieri, con «59 pazienti in ospedale, 12 guariti e 2 morti», come ha riferito il ministro della Sanità Olivier Véran annunciando l’annullamento della mezza maratona prevista oggi a Parigi e di tutti gli eventi sul territorio nazionale con oltre cinquemila persone. In Spagna il numero dei casi accertati è arrivato a 43 e in Germania almeno quattro dei 185 bambini che frequentavano l’asilo dove insegna la maestra contagiata nei giorni scorsi, sono risultati positivi. Annullata, a Bonn, la più grande fiera mondiale dedicata al turismo.

IN CINA INFINE ci sono stati ieri altri 47 decessi (2835 vittime in tutto, i pazienti guariti sono 39.002) e 427 nuovi casi: sono in aumento rispetto ai 327 del giorno prima, ma meno dei 594 registrati nella Corea del Sud dove una donna di 73 anni si è ammalata di nuovo dopo essere guarita. A Pechino però fanno ancora danno le parole del governatore del Veneto Luca Zaia. «In un momento cruciale come questo, in cui Cina e Italia si trovano fianco a fianco ad affrontare l’epidemia – ha commentato il portavoce dell’ambasciata cinese in Italia – un politico italiano non ha risparmiato calunnie sul popolo cinese. Si tratta di offese gratuite che ci lasciano basiti. Il nuovo Coronavirus è un nemico comune, che richiede una risposta comune. In un momento cosi difficile, è necessario mettere da parte superbia e pregiudizi e rafforzare la comprensione e la cooperazione al fine di tutelare la sicurezza e la salute comune dell’umanità intera».

* Fonte: Gilda Maussier, il manifesto[1]

 

Foto di _freakwave_ da Pixabay

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