Il virus non uccide la solidarietà. Spesa a domicilio per anziani e persone sole

by Luca Martinelli * | 12 Marzo 2020 9:42

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Il telefono di Gianfilippo Mignogna, sindaco di Biccari, in provincia di Foggia, squilla ininterrottamente dal mattino del 10 marzo: «Noi sindaci dei Monti Dauni siamo in difficoltà di fronte all’emergenza Coronavirus – racconta -. Abbiamo pochissimo personale e pochi mezzi, una fragilità che deriva dal fatto che ci troviamo in un’area marginale, ma anche da scelte della Regione Puglia: non sappiamo, ad esempio, chi è arrivato dal Nord, chi si è eventualmente messo in auto-quarantena».

Di fronte al decreto emanato nella serata di lunedì 9 marzo, che ha allargato anche alla Puglia le misure straordinarie per il contenimento del virus, la piccola ma coesa comunità di Biccari (2.700 residenti, ma il numero di abitanti effettivi è inferiore) ha risposto avviando un servizio volontario di «Consegna a domicilio per anziani e persone sole». «È un’iniziativa della cooperativa di comunità – sottolinea Mignogna -, nata dall’esigenza di dire alle persone “state a casa” e ricordare a tutti che non sono soli. È un modo di praticare “la vicinanza nella lontananza”, per provare a tenere le fila di un discorso comune, dire alle persone “noi ci siamo, potete chiamarci, per la spesa o anche per altro”. A Biccari il parroco ha detto la messa in streaming, un segno di resistenza e speranza: se penso alle persone anziane, abituate alla celebrazione del pomeriggio, sono piccole cose per non perderci nell’isolamento».

La spesa a domicilio è stata lanciata sui social nel pomeriggio del 9 marzo. Sono una decina i volontari che si sono impegnati per le consegne: «Le prime adesioni sono quelle di persone, soci della cooperativa di comunità ma non solo, che si sono offerta per darci una mano. Ci coordiniamo usando un gruppo Whatsapp – racconta Nicola Moccia, 25 anni, presidente della coop -. In paese abbiamo diffuso la notizia con locandine piazzate nei punti di passaggio, un modo per arrivare ai più anziani».

Gli ordini vengono raccolti utilizzando un telefono intestato alla cooperativa. Al momento della consegna il volontario lascia il pacco di fronte alla casa, suona il campanello, si allontana, quindi attende che l’anziano apra la porta e ritiri. «La spesa non viene pagata immediatamente. Si “segna”. Non c’è passaggio di soldi: lo scambio si basa sulla fiducia, e sul mutualismo» sottolinea Nicola.

Martedì 10 marzo il servizio è stato attivato anche a San Leo, nell’entroterra riminese, in Alta Valmarecchia, in accordo con l’amministrazione comunale e le forze dell’ordine. La cooperativa di comunità Fer-Menti Leontine è nata nell’agosto del 2019, dandosi come primo obiettivo quello di ri-attivare lo storico forno del borgo. «Di fronte all’emergenza (tutta la provincia di Rimini è stata dichiarata “zona arancione” con il decreto firmato nella notte tra il 7 e l’8 marzo, ndr) abbiamo pensato di offrire l’unica risposta possibile: siamo una cooperativa al servizio di questa comunità, e ci rendiamo disponibili, questo è il senso e il ruolo che vogliamo avere nel territorio – racconta Marta Ciucci, 31 anni, vice-presidente di Fer-Menti Leontine -. Qui vivono molti anziani, anche isolati, ed abbiamo pensato di proporci come volontari per portare a casa ciò che serve e ridurre al massimo gli spostamenti, una forma di solidarietà personale ma anche logistica». I pochi negozi di San Leo – due minimarket, la macelleria, la farmacia – stanno collaborando. I cittadini possono chiamare direttamente i negozi, che quindi contattano i volontari per le consegne. La spesa verrà pagata in un secondo momento. «Abbiamo preso spunto dall’esperienza di Biccari: sono stati disponibili a raccontarci l’organizzazione del servizio. A noi – dice Marta – quest’esperienza offre l’opportunità per strutturare una rete che potrà facilmente riattiviarsi».

Anche a Castelnovo ne’ Monti e Vetto, sull’Appennino reggiano, è attivo un servizio gratuito di consegna di generi di prima necessità, ricette mediche e farmaci. Lo realizzata la Croce Verde, insieme al Dipartimento Protezione Civile e ai giovani del progetto Cieli Sereni. Collaborano supermercati, alimentari e farmacie della zona. Nelle aree marginali l’emergenza è (anche) uno strumento per attivare comunità solidali. Usando modelli replicabili, da copiare.

* Fonte: Luca Martinelli, il manifesto[1]

Foto di gburrull da Pixabay

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  1. il manifesto: https://ilmanifesto.it/

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