Migranti in fuga dalla Turchia, nel 2019 70 mila hanno raggiunto l’Europa
«Al momento 200-250 mila migranti si stanno dirigendo verso le nostre frontiere, stiamo provando a impedire il loro passaggio con alcune misure, ma non è facile». Parlando ad Ankara dei profughi in fuga dalla regione di Idlib, nel nord ovest della Siria, Recep Tayyip Erdogan ne approfitta per lanciare quello che, seppure indirettamente, ha tutta l’aria di essere l’ennesimo messaggio minaccioso all’Europa, probabilmente in vista di un possibile intervento turco in Libia dopo l’operazione condotta lo scorso novembre contro i curdi proprio in Siria.
DA TEMPO IL CONFINE TURCO siriano è infatti protetto da un muro che impedisce il passaggio ai siriani in fuga dalla guerra, senza contare le truppe di Ankara presenti in terra siriana e che difficilmente resterebbero a guardare senza reagire un eventuale tentativo di superamento della frontiera. Improbabile, quindi, che i timori del presidente turco possano concretizzarsi. Ciò non toglie che chi vede nella fuga la sua unica speranza di sopravvivenza, non sia disposto a rischiare il tutto per tutto.
I 250 mila disperati di cui parla Erdogan non sarebbero del resto i primi a tentare la sorte puntando verso nord, spinti magari anche dalla speranza che per i 3,7 milioni di profughi presenti oggi in Turchia le cose stiano lentamente cambiando e che i continui scontri di Erdogan con l’Unione europea possano aver portato ad un allentamento dei controlli.
I numeri, del resto, farebbero intendere proprio questo: tra gennaio e dicembre dell’anno appena trascorso sono infatti 70.002 i migranti che dalla Turchia sono riusciti a raggiungere l’Europa, il 46% in più rispetto al 2018 quando erano stati 47.847.
LA MAGGIOR PARTE ha raggiunto la Grecia, dove sono sbarcati in 68 mila, mentre 1803 sono arrivati in Italia, 197 in Bulgaria e 261 Cipro. La novità riguarda la nazionalità: il 30% delle richieste di asilo alle autorità greche sono state presentate da afghani, che hanno superato i siriani (14%) come gruppo maggioritario per numero di richieste di protezione.
I dati emergono da un rapporto riservato della Ue pubblicato nei giorni scorsi dalla stampa tedesca, rapporto dal quale traspare anche una certa dose di preoccupazione delle istituzioni europee. Vero è che a fronte di un aumento delle partenze, si registra anche un’impennata nel numero dei migranti fermati dalla polizia turca mentre tentavano di raggiungere l’Europa.
Secondo i dati forniti dal ministro dell’Interno turco Suleyman Soylu, nel 2019 sono stati 445 mila contro i 268 mila del 2018. 105 mila sono invece le persone rimpatriate nei paesi di origine.
LA QUESTIONE che preoccupa Bruxelles, riassunta nel documento reso pubblico in Germania, è quanto la Turchia sia ancora intenzionata a trattenere i profughi all’interno dei propri confini, nonostante il miliardo di euro in più chiesto da Erdogan in aggiunta ai 6 miliardi già versati dalla Ue. Nel documento non si nascondono infatti dubbi sull’effettiva applicazione da parte della Turchia dell’accordo siglato nel 2016 con l’Ue per il controllo dei flussi di migranti.
* Fonte: Leo Lancari , il manifesto
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La fine era nota. Almeno nella sostanza. Poi, naturalmente, c’è una questione di proporzioni, di relazioni, di scelte soggettive. Che in politica contano, eccome. Tuttavia la vicenda tedesca non si discosta di molto dalle coordinate che da circa un ventennio regolano la partita tra destra e sinistra in Europa.
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