Spagna. Razzismo e granate sul centro dei minori migranti a Madrid

by Luca Tancredi Barone, Lorenzo Pasqualini * | 6 Dicembre 2019 9:55

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MADRID. Una squadra speciale esperta in disinnesco di esplosivi è intervenuta l’altro ieri mattina a Madrid, nel quartiere popolare di Hortaleza, per far esplodere in modo controllato una granata militare che era stata lanciata nel cortile di un centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati.
La zona dove è avvenuto il ritrovamento, nel cuore di uno storico quartiere popolare della capitale spagnola, a meno di quattro chilometri dal luogo in cui si sta svolgendo la Cop25, è stata recintata fino a conclusione delle operazioni di disinnesco. Nessuna persona è risultata ferita.

Il centro per minori di Hortaleza, sovraffollato da diverso tempo, era finito più volte nei mesi scorsi al centro dell’attenzione mediatica, soprattutto perché l’estrema destra aveva cavalcato le lamentele dei residenti durante la campagna elettorale.

I residenti denunciano da mesi una crescente sensazione di insicurezza per piccoli furti e risse fra giovani al di fuori del centro. E Vox ha trasformato i Mena (la fredda sigla che indica i minori non accompagnati) in obiettivo dei suoi attacchi politici. I lavoratori della struttura denunciano anche un ambiente di lavoro particolarmente difficile per il sovraffollamento.

Nel centro c’è posto per 50 minori, ma gli ospiti sono molti di più. Nel 2018 e nel 2019 il numero di minori migranti non accompagnati arrivati nella Comunidad de Madrid è quasi duplicato rispetto al 2017. Sono stati 1.570 i bambini e gli adolescenti stranieri arrivati nella regione madrilena nel 2018, a fronte dei 980 del 2017.

Il centro di Hortaleza aveva già subito un assalto a ottobre, quando una trentina di persone – una banda di dominicani, secondo il giornale El Mundo – erano entrate nel cortile della struttura armate di spranghe, per «punire» i giovani residenti responsabili, secondo loro, di un furto.

A novembre c’era stata anche una concentrazione, davanti la struttura, da parte del gruppo neofascista Hogar Social, omologo spagnolo di CasaPound. Ma è soprattutto il partito Vox ad aver fatto campagna elettorale in questo quartiere negli ultimi mesi, vincolando la presenza di questo centro minori a un aumento della delinquenza.

Il partito di estrema destra (che è entrato per la prima volta nel Parlamento spagnolo in questo 2019) ha ottenuto percentuali oltre il 20% nella zona alle elezioni del 10 novembre scorso, aumentando fortemente il numero di consensi rispetto alle elezioni del 28 aprile. Il governo ad interim, guidato dal Partito socialista nell’attesa che si formi un nuovo esecutivo, ha parlato di un evento grave e ha chiesto a Vox di porre fine ai discorsi di «odio e xenofobia», che potrebbero essere «anticamera di fatti più gravi».

Durissimi i partiti della sinistra, da Podemos a Izquierda Unida, che hanno accusato la formazione guidata da Abascal di alimentare l’odio verso i giovani immigrati. Vox – che ieri insieme ai popolari ha bloccato la condanna ufficiale dell’Asamblea de Madrid proposta da Unidas Podemos – ha parlato di «demonizzazione» del partito da parte di mass media e politica. E sostiene, senza dati, che esiste un «aumento di delinquenza in relazione all’immigrazione illegale».

Intanto il dramma dell’immigrazione non si ferma neppure con il freddo di questi giorni. L’altro ieri notte un’imbarcazione carica di migranti di varie nazionalità provenienti dal Gambia è affondata al largo delle acque di Nouadhibou, diretta verso le isole Canarie.

Sono almeno 58 le persone morte, tra cui donne e bambini, ma si parla di almeno altre 40 persone di cui non si ha notizia. In 83 sono riuscite a raggiungere a nuoto le coste mauritane e a dare l’allarme. Dieci sono in condizioni gravissime.

Cinque giorni fa 24 migranti, aiutati dai bagnanti, avevano raggiunto l’isola di Gran Canaria. Tra loro anche minori non accompagnati, proprio quelli che poi finiscono nei centri come quelli attaccati dai fascisti. Quest’anno in Spagna sono arrivati 27mila migranti, la metà che nel 2018.

Ma alle Canarie gli arrivi sono aumentati del 22% rispetto all’anno scorso, in cui già gli arrivi erano triplicati rispetto al 2017: si tratta ormai di una nuova rotta migratoria alternativa al Mediterraneo. Molti attivisti saharawi perseguitati dal governo marocchino cercano asilo politico in Spagna proprio passando dalle Canarie (a 400 chilometri via mare dai campi dove vivono sotto occupazione marocchina).

Ma non sempre ci riescono, come è successo al 27enne Hussein Bachir Brahim, che il governo spagnolo a gennaio ha rimandato in Marocco. Proprio la settimana scorsa è stato condannato a dodici anni di carcere.

* Fonte: Luca Tancredi Barone, Lorenzo Pasqualini,  il manifesto[1]

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