Legge di Bilancio, passa la fiducia. Salta la cannabis light, resta la bagarre

by Nina Valoti * | 17 Dicembre 2019 17:28

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La legge di bilancio vede lo striscione d’arrivo dopo la fiducia votata ieri sera dal Senato.
A palazzo Madama la lunga giornata di scontri e riscritture del maxiemandamento del governo si conclude con 166 Sì – un buon risultato – nonostante la richiesta di «cambio di passo» di Renzi – e 128 No, compreso l’ormai ex M5s Gianluigi Paragone che parla di «mano vra scritta dai burocrati di Bruxelles».

Si era partiti la mattina con lo scontro sull’emendamento che dava il via libera alla cannabis light. Il provvedimento, a firma del senatore cinquestelle Matteo Mantero e approvato dalla maggioranza in commissione Bilancio, è stato stralciato perché giudicato «inammissibile» dalla presidente del Senato per «estraneità di materia».

MA I PROBLEMI della maggiornza non erano finiti. La Ragioneri ha chiesto oltre una settantina di correzioni alle modifiche apportate dalla commissione Bilancio: le 39 misure sotto la lente per le coperture anche il ripristino delle sconto in fattura per eco e sismabonus per i condomini, mentre arriva lo stralcio della sospensione del reddito di cittadinanza in caso di lavori brevi e dell’estensione ai pediatri dei fondi per avere macchinari per gli esami in studio. A queste si aggiunge la richiesta di correzioni definite «di drafting» – di scrittura – per altre 29 norme.

«Tutti i rilievi della Ragioneria sono stati recepiti in commissione, compresi gli stralci», ha annunciato a metà pomeriggio il presidente della commissione Daniele Pesco (M5s) e così si è arrivati alla fiducia posta dal ministro per i rapporti col Parlamento Francesco D’Incà.

Il maxiemendamento è come al solito un testo di compromesso raggiunto a fatica dalla maggioranza con il governo a far da paciere fra le varie componenti.

Oltre all’emendamento sulla cannabis, sono stati dichiarati inammissibili la Tobin tax e anche il rinvio della fine del mercato tutelato dell’energia al 2022. Restano invece 1200 contratti in più per i medici specializzandi, il bonus per l’acquisto del latte artificiale per le mamme che non possono allattare al seno, l’equiparazione delle atlete ai colleghi maschi come sportivi professionisti.

SALE AL 40% LA PERCENTUALE di donne nei Cda e i monopattini elettrici potranno circolare, rispettando il codice della strada.

Il governo, con diverse riscritture, ha di fatto quasi azzerato le varie imposte di scopo introdotte con la manovra. La tassa sulla plastica si fermerà a 45 centesimi al chilo (da 1 euro) e partirà da luglio. Si applicherà anche sui monouso in tetrapack ma non sui contenitori di medicinali e sui dispositivi medici. La tassa sullo zucchero resta a 10 cent al litro ma partirà da ottobre, mentre la revisione della tassazione sui mezzi aziendali non porterà più incassi ma, si augura l’esecutivo, un ricambio del parco auto green: le auto più ecologiche impatteranno sul reddito infatti per il 25% (meno dell’attuale percentuale), le più inquinanti fino al 60%. Unica a non essere rivista la tassa su filtri e cartine per il tabacco. Nuova, ma rivista e corretta, la Robin tax sui concessionari dei trasporti, una addizionale Ires del 3,5%. I concessionari non potranno nemmeno beneficiare del nuovo credito d’imposta 4.0 che sostituisce iper e superammortamento.

Le nuove coperture invece arrivano da un’ulteriore stretta da 300 milioni sui giochi. Dal primo marzo sale al 20% il prelievo sulle vincite oltre i 500, comprese le lotterie istantanee come i Gratta e Vinci. Nel caso delle new slot, le Vlt, il prelievo sale al 20% sopra i 200 euro, dal prossimo 15 gennaio.

ARRIVERANNO RISORSE aggiuntive per i Vigili del fuoco, un pacchetto di misure per gli enti locali con più spazio per gli investimenti e per i servizi. Sale la dotazione del fondo per la non autosufficienza, fino a 300 milioni l’anno dal 2022. Al 5 per mille vengono destinati 10 milioni in più. Mentre altri 100 milioni aggiuntivi vengono appostati per il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione.

Il maxiemendamento invece non ha soddisfatto i pensionati. Che anche questa mattina scenderanno in piazza con Cgil, Cisl e Uil al terzo presidio in una settimana a piazza Santi Apostoli. «Il governo continua ad ignorare un tema di estrema rilevanza come quello della non autosufficienza delle persone anziane – denuncia il segretario generale dello Spi Cgil Ivan Pedretti – . È un errore clamoroso. Ci sentiamo francamente presi in giro e per questo porteremo in piazza tutto il nostro malcontento, a partire da domani (oggi, ndr) in piazza Santi Apostoli per poi proseguire il 19 e il 20 dicembre davanti al Parlamento».

* Fonte: Nina Valoti, il manifesto[1]

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