Global Terrorism Index 2019. Isis più debole, tornano i Talebani
Il Global Terrorism Index (Gti),report annuale del think tank inglese Institute for Economics and Peace, definisce il terrorismo come «la minaccia o il ricorso all’uso della forza e della violenza, da parte di un attore non statale, per raggiungere un obiettivo politico, economico, religioso, sociale attraverso la paura, la coercizione o l’intimidazione».
Per la prima volta dal 2014, Daesh (Siria e Iraq, ndr) non è più il gruppo terroristico più mortale al mondo (- 69% degli attacchi), soppiantato dalla rinnovata attività dei talebani in Afghanistan (primo nella classifica in termini di vittime). Per quanto riguarda Boko Haram, è ancora l’organizzazione terroristica africana più attiva, nonostante le divisioni.
Cinque nazioni africane sono tra le prime 10 di quelle con il più alto aumento di morti legate al terrorismo: Nigeria (+ 508), Mali (+ 286), Mozambico (+110), Burkina Faso (+ 40) e Ciad (+ 34). Tra il 2002 e il 2018, l’87% dei decessi si è concentrato in dieci paesi: nel Maghreb-Medio Oriente con quasi 93.000 vittime, 45.000 nell’Africa sub-sahariana.
Ancora una volta, ad eccezione dell’Afghanistan, i dieci paesi la cui economia soffre di più dal terrorismo sono tutti africani e arabi: in ordine, Iraq, Nigeria, Repubblica centrafricana, Siria, Mali, Libia, Somalia , Sudan del Sud e Yemen.
Il report registra una riduzione degli atti terroristici nel mondo, ma rileva che non è giunto il momento del trionfalismo. Stiamo assistendo ad una frammentazione di nuovi gruppi nati ed affiliati dopo la caduta dello Stato islamico, con oltre 40 nuove formazioni che si sono costituite dal 2017.
* Fonte: Stefano Mauro, il manifesto
Related Articles
L’analista israeliano Sergio Yahni: « L’obiettivo di Tel Aviv a Gaza è rafforzare Netanyahu »
Obiettivo di Netanyahu è rafforzare il suo governo, schiacciando gli alleati-avversari, e distruggere Hamas per allontanarlo dalla Cisgiordania, spiega l’analista Sergio Yahni
Sarkozy: « A Parigi la conferenza sul futuro della Libia »
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE dichiarato ieri il presidente francese Nicolas Sarkozy dopo una lunga telefonata con Barack Obama. I due capi di Stato stimano che la fine del dittatore sia « ineluttabile e vicina » , e guardano già al dopo Gheddafi: « Abbiamo espresso la volontà di unire la comunità internazionale dietro il popolo libico, per aiutarlo nella transizione politica in uno spirito di riconciliazione e di unità nazionale » .
Unicef: ogni giorno 2.500 giovani contagiati dall’Hiv
Secondo un rapporto globale sulla prevenzione dell’Hiv lanciato oggi, si stima che ogni giorno 2500 giovani vengano contagiati dal virus Hiv. Mentre la diffusione dell’Hiv e’ leggermente diminuita tra i giovani in genere, le giovani donne e le ragazze adolescenti si trovano di fronte a un rischio particolarmente elevato di infezione, a causa sia della loro vulnerabilita’ a livello biologico sia della disuguaglianza e dell’esclusione che patiscono a livello sociale.