Sulle pensioni in manovra ci sono solo poche decine di milioni: la mini-rivalutazione da «40 centesimi al mese» pari al 3% in più – dal 97% al 100% – per le pensioni tra le tre e le quattro volte il minimo, ossia tra i 1.522 e i 2.029 euro lordi al mese. Una misura che riguarda circa 2,8 milioni di pensionati, mentre nulla cambia per chi ha assegni pensionistici superiori. Negli ultimi sette anni di blocco della perequazione previsto dal SalvaItalia Monti-Fornero i pensionati hanno lasciato allo Stato 44 miliardi di euro.
«L’80 PER CENTO DELLE PENSIONI è compresa tra 800 e 1.500 euro lordi: sono le pensioni degli operai che se la sono guadagnata e delle donne, le più penalizzate dal sistema», denuncia Pedretti. «Perché non c’è il modo di trovare un po’ di risorse almeno per allargare la 14esima a partire dalle donne?», si chiede polemico.
Il leader dello Spi chiede quindi al parlamento emendamenti mirati, riconoscendo comunque «i 2 miliardi in più sul Fondo sanitario nazionale». «Apprezziamo gli sforzi, ma non umiliateci con 40 centesimi al mese e ridateci un sistema di rivalutazione piena», è l’appello rivolto anche ai parlamentari presenti in piazza.
La questione riguarda anche il carico fiscale sulle spalle dei pensionati, «il doppio che in Europa», rimarca il segretario generale della Uil e attualmente facente funzioni della Uilp, Carmelo Barbagallo. «Il governo – dice – non sta tenendo in giusta considerazione i pensionati. Che si stanno impoverendo» e, invece, sono «il vero ammortizzatore sociale di questo paese». Per questo va ridato loro potere d’acquisto: «Senza risposte la nostra mobilitazione continuerà», avverte.
IL SEGRETARIO GENERALE della Fnp Cisl Gigi Bonfanti nel suo comizio di chiusura e addio chiama tutti alla protesta: «È giunto il momento che insieme Cgil, Cisl e Uil proponiamo una grande manifestazione nazionale dei lavoratori e dei pensionati sui temi che ci uniscono: bisogna fare uno sciopero generale per i diritti, il lavoro e le pensioni. Ci rivedremo presto», dice, avvertendo anche di essere pronti ai presidi e «blocchi» per portare avanti la «battaglia per la dignità dei pensionati.
* Fonte: Massimo Franchi, il manifesto[1]