by Yurii Colombo * | 27 Ottobre 2019 20:45
Due coltellate dirette al cuore una delle quali una molto profonda, inferte fuori da un supermercato a Zaparoze in Ucraina, stavano per uccidere Anzhelika Belov, 24 anni, da sempre attivista e dirigente dell’organizzazione per la difesa dei diritti umani delle popolazioni rom Zaporizhzhya Roma Center Lacho Drom. Fortunatamente le coltellate hanno toccato solo marginalmente polmoni e fegato e un intervento chirurgico di 4 ore e mezza dovrebbe aver portato fuori pericolo la ragazza che comunque per ora resta in rianimazione.
L’aggressione avvenuta mercoledì in pieno giorno ha provocato sdegno in tutta l’Ucraina e anche a livello internazionale. La missione dell’Onu per i diritti umani ha emesso comunicato allarmato. «Si tratta del secondo attacco contro i Roma a Zaparoze nelle ultime settimane. L’8 settembre scorso uno sconosciuto è entrato in un parrucchiere e ha fatto fuoco contro la proprietaria di etnia rom. Ci appelliamo alle autorità ad impedire e prevenire, condannare e investigare su tutti gli attacchi che avvengono contro le minoranze». Ieri anche l’ ambasciata americana e russa a Kiev si sono dichiarate allarmate per quanto successo chiedendo indagini approfondite e l’arresto dell’aggressore.
La polizia ha fermato un uomo di 40 anni che già in precedenza si era distinto per aggressioni contro donne. Secondo le forze dell’ordine non si tratterebbe di un crimine a sfondo politico anche se tale gentiluomo aveva frequentato nel passato gruppi di estrema destra e razzisti, come ha rilevato il portale russo Meduza. In attesa che le indagini chiariscano quanto avvenuto, il clima di intimidazione nei confronti delle minoranze in Ucraina resta allarmante. Purtroppo il nuovo presidente Zelensky ha confermato al ministero dell’interno Arsen Avakov, vero e proprio burattinaio e protettore delle organizzazioni di estrema destra che scorrazzano impunite nelle città del paese.
Secondo Avakov, il battaglione Azov già segnalato dalla commissione dei diritti dell’uomo dell’Onu per le atrocità compiute nella guerra del Donbass e per i suoi richiami al neonazismo sarebbe solo l’oggetto di un di «discreditare l’Ucraina davanti ai partner e all’opinione pubblica europea».
La situazione delle popolazioni rom in Ucraina resta difficile. Sono stati almeno 10 i pogrom contro accampamenti e villaggi Rom in Ucraina nell’ultimo anno. Sono state interessate soprattutto località delle zone occidentali dell’Ucraina dei Transcarpazi ma anche Kiev e Zaparoze. L’attacco più grave ha portato alla morte di un bambina di 9 anni e alla deportazione di una intero villaggio.
Gli attacchi sono stati condotti principalmente dall’organizzazione neonazista S-14, la quale è nota anche per le violenze contro il movimento femminista e le persone Lgbt. La corte europea per i diritti umani lo scorso 18 novembre ha condannato il governo ucraino a un risarcimento di 177mila euro nei confronti di 16 persone rom a seguito proprio di un pogrom avvenuto lo scorso anno.
* Fonte: Yurii Colombo, il manifesto[1]
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